“Col Pps si svendeva l’ambiente”

La giunta Pigliaru boccia Cappellacci e annulla la delibera con la quale l’ex governatore aveva corretto il Ppr. “Abbassava di molto il grado di tutela paesaggistica”.

La giunta di Francesco Pigliaru boccia Ugo Cappellacci e annulla la delibera del 14 febbraio con la quale l’ex governatore aveva corretto il Ppr (ribattezzato Ppps) due giorni prima delle elezioni. “Non solo senza concertare la procedura col Mibac (ministero dei Beni culturali), e questa è stata una palese illegittimità, ma abbassando di molto il grado di tutela che invece noi vogliamo per la Sardegna”. Quindi due paletti fermi. “Non siamo disposti – sottolineano il neopresidente e l’assessore all’Urbanistica Cristiano Erriu – a scambiare l’ambiente con il lavoro. Al contrario, crediamo che ci sarà benessere, e quindi nuova occupazione, salvaguardando la risorsa paesaggistico”.

Pigliaru parla nella sala giunta di viale Trento a Cagliari, dove questo pomeriggio ha convocato una conferenza stampa per illustrare le delibere approvate nella prima vera seduta della legislatura. Accanto al governatore, oltre a Erriu ecco Donatella Spano (Ambiente), Claudia Firino (Pubblica istruzione) e Luigi Arru (Sanità). Questo perché oltre all’annullamento del Pps, l’Esecutivo ha detto sì anche al Piano straordinario sull’edilizia scolastica e ha prorogato di tre mesi l’assegnazione dei contributi per le disabilità gravi, in attesa di lavorare ai nuovi criteri.

Pigliaru ha aperto la conferenza stampa facendo una valutazione complessiva sulla scelta di congelare il Pps, per poi lasciare a Erriu il compito di soffermarsi sugli aspetti tecnici. “Chiariamo subito – ha sottolineato il governatore – che noi pensiamo molto male del Pps di Cappellacci, una delibera cartone votata due giorni prima delle Regionali. L’ex presidente ha fatto male i conti: con quella mossa credeva di vincere le elezioni, invece i sardi alle urne hanno detto che non sono disposti a sacrificare il territorio”.

Il centrodestra aveva dato l’ok al Pps con due diverse delibere. “Con la prima, di ottobre, – spiega Erriu – il ribattezzato Piano paesaggistico dei sardi era stato adottato. Il 14 febbraio l’approvazione definitiva. Noi abbiamo annullato quest’ultimo provvedimento, perché non rispettoso della procedura di co-pianificazione prevista dal Codice Urbani”. Operativamente significa che “resta in piedi solo la ri-catalogazione dei beni identitari”, circa 10mila tra alberi storici, chiese e nuraghi. “Del resto – continua l’assessore – a questo importante censimento non solo hanno contribuito i Comuni, fornendo il materiale cartografico, ma il percorso è stata seguito da vicino dal Mibac”.

La giunta Pigliaru si riserva comunque di rivedere la classificazione dei beni identitari eredita da Cappellacci e “stiamo anche valutando la possibilità di annullare pure la prima delibera di ottobre”, fa sapere il governatore. Da lunedì partono invece i tavoli con “i portatori di interesse – anticipa Erriu -. Vuol dire confronto aperto con enti locali, associazioni di categoria e quelle ambientaliste”. Pigliaru aggiunge: “Come promesso in campagna elettorale, ascolteremo tutti, anche chi non è d’accordo con noi e ha una visione differente sulla tutela del paesaggio”.

Tra gli effetti che aveva prodotto il Pps di Cappellacci, c’era quello di rimettere in corsa i progetti urbanistici parzialmente autorizzati prima che entrasse in vigore il Ppr (a novembre 2004 e a sua volta preceduto dal decreto Salva coste di agosto). In pratica migliaia e migliaia di metri cubi nelle zone F (turistiche). “La saturazione delle coste – continua Pigliaru – non è la politica che cerchiamo né vogliamo. Lavoreremo con gli enti locali per facilitare l’adeguamento dei Puc (Piani urbanistici comunali), ma sulla tutela complessiva del paesaggio non faremo alcuna concessione”. Al momento “sono appena 8 su 377 – chiude Erriu – le amministrazioni che non hanno il Puc in regola: da lunedì cominciamo a costruire il cambio di passo attraverso una programmazione concertata e condivisa, questo è il primo obiettivo di governo”.

La Spano ha fatto invece il punto sull’ultimatum che Cappellacci aveva imposto gli uffici dell’Ambiente a fine legislatura. “C’era la pretesa – spiega l’assessore – di ottenere la Vas (Valutazione ambientale strategica) a tempo di record, malgrado si tratti di una procedura delicatissima che richiede approfondite verifiche. Una pretesa alla quale la struttura si oppose, consapevole dell’importanza del provvedimento”.

Alessandra Carta

(@alessacart on Twitter)

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