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Claudia Zuncheddu: “La nuova legge elettorale è incostituzionale, intervenga la Corte”

La legge elettorale sarda contraddice i principi sanciti dalla legge costituzionale del febbraio scorso. Infatti non garantisce alcuna parità di genere e, nei fatti, sembra finalizzata a perpetuare le oligarchie. Per questa ragione dovrebbe essere impugnata dalla Corte costituzionale. E’ la convinzione di Claudia Zuncheddu, consigliera regionale di Sardigna libera, una delle 7 donne (su 80 seggi) presenti nell’assemblea sarda.

Le critiche si riferiscono in particolare alla mancata approvazione della doppia preferenza di genere. Cioè della norma in base alla quale sono consentite due preferenze a condizione che la seconda venga attribuita a un candidato di sesso diverso da quello a cui è stata attribuita la prima preferenza. Un sistema sperimentato alle Amministrative che ha consentito di accrescere in modo rilevante la presenza delle donne.

Ma non è il solo problema della nuova legge. Infatti alla riduzione del numero dei consiglieri da 80 a 60 si è accompagnato un sistema di sbarramenti che ostacola la nascita di nuove aggregazioni (per entrare in Consiglio è necessario che la singola coalizione raggiunga almeno il 10 per cento) e la presentazione di partiti fuori dalle coalizioni (il singolo partito per conseguire seggi deve ottenere almeno il 5 per cento, mentre non vi è alcun limite per i partiti che si presentano all’interno delle coalizioni). In definitiva, la legge sembra fatta apposta per salvaguardare gli equilibri esistenti.

Al’incontro hanno preso parte anche il leader isolano di Sel Luciano Uras e quello dell’Irs Gavino Sale.

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