Caso Aias, Piras (Si) scrive a Lorenzin: “Soldi pubblici ma stipendi bloccati”

Il caso Aias – azienda da 1.300 lavoratori convenzionata col Servizio sanitario regionale per l’assistenza dei disabili – diventa nazionale. Il deputato Michele Piras (Sinistra italiana) ha scritto una lettera al ministro per la Salute, Beatrice Lorenzin. Tutto ruota intorno agli stipendi non pagati ai dipendenti, “nonostante la Regione provveda a versare quanto dovuto”.

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Il deputato Michele Piras

L’Aias è una società privata della famiglia Randazzo: Alberto, uno degli eredi, è attuale consigliere regionale di Forza Italia, mentre il fratello Vittorio, presidente in carica, ha occupato uno scranno nella massima assemblea sarda in quota Udc. Nell’azienda il ritardo nel pagamento delle retribuzioni “va avanti da anni”, scrive Piras alla Lorenzin. Ma stavolta sembra più preoccupante delle altre. “Le segnalo lavoratori – prosegue la lettera – che non ricevono lo stipendio da 8-10 mesi, sebbene con professionalità e dedizione abbiano sempre continuato a svolgere il proprio lavoro e adesso si trovano in ginocchio”.

Il deputato di Si parla di “una situazione incresciosa e paradossale, visto che l’Aias eroga un delicato servizio dall’elevatissimo contenuto sociale, assistenziale e sanitario, a favore di una fascia di popolazione evidentemente fragile e bisognosa di cura”. E tutto questo “appare oggi sempre più compromesso dalle tensioni generate dai vertici dell’azienda. Sappiamo – prosegue Piras – che i dipendenti, quasi per beffa, riceveranno a giorni mezzi stipendi, a parziale saldo di quanto dovuto”. Ma l’Aias, davanti a questo clamoroso disagio nel quale versano i lavoratori, per tutta risposta ha avviato una procedura disciplinare nei confronti di quei dipendenti che hanno agito il dispositivo dell’articolo 1676 del Codice Civile per ottenere ciò che gli è dovuto. Alcuni di loro sono peraltro rappresentanti sindacali”.

La lettera di Piras prosegue così: “La Regione sembra essere impotente nei confronti dell’Aias che ha progressivamente assunto l’atteggiamento di un principe feudatario e che si mostra sorda a ogni azione intrapresa dell’assessorato alla Sanità e a ogni intervento politico o sindacale”. Quindi l’appello alla Lorenzin: “Le chiedo perciò di voler valutare un suo intervento, di voler porre in essere ogni azione possibile e nelle sue prerogative, affinché ai lavoratori vengano immediatamente riconosciuti gli arretrati, affinché venga loro corrisposto quanto dovuto con regolarità, affinché di questa inconcepibile ed annosa situazione non abbia ulteriormente a soffrirne la parte più debole e fragile di questa vicenda, ovvero gli utenti”.

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Vittorio Randazzo

L’Aias, agli inizi dello scorso anno, è stato travolta da uno scandalo sui maltrattamenti dei pazienti nel centro di Decimomannu e per il quale sono scattati quindici avvisi di garanzia. Sotto inchiesta lo stesso presidente Vittorio Randazzo (qui tutti i nomi degli indagati). Sull’onda del lavoro della Procura di Cagliari è arrivata poi la denuncia-testimonianza di Maurizio Onnis, fratello di Gian Franco, un disabile che era ospite della struttura di Decimomanni ed è morto a 48 anni, il 28 marzo del 2014. Sardinia Post ha più volte intervistato Onnis: qui l’ultimo articolo dello scorso 2 dicembre, a firma di Monia Melis.

Qui il video choc sui maltrattamenti e le percosse ai pazienti

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