Carceri, bocciato l’odg di Capelli e Piras contro la chiusura di Iglesias e Macomer

La Camera dei deputati ha respinto ieri l’ordine del giorno col quale i deputati Roberto Capelli (Centro Democratico, primo firmatario) e Miche Piras (Sel) chiedevano al Governo di “valutare l’opportunità di rivedere le decisioni in merito alla possibile chiusura degli istituti penitenziari di Macomer e Iglesias. E questo “senza neanche rispondere alla richieste di chiarimenti presentati sul provvedimento del Governo”. A denunciarlo è lo stesso Capelli che parla di “diritti negati ogni tollerabile limite”.

Al momento, quindi, le due carceri isolane restano nella lista delle strutture che hanno i mesi contati. E il deputato del Centro Democratico chiama all’unità gli altri parlamentari dell’Isola. “Penso sia giunto il momento – si legge in una nota – di mettere realmente da parte le appartenenze politiche che tendono a dividere e organizzare un’azione comune di tutti rappresentati istituzionali sardi, partendo dalle tante cose che indiscutibilmente ci unisco”. Con questo obiettivo, sabato il senatore Luciano Uras (Sel) ha organizzato all’hotel Regina Margherita di Cagliari un incontro al quale “già da ora il Centro Demcoratico annuncia la propria partecipazione per rafforzare le iniziative finalizzate al potenziamento degli strumenti di autogoverno della Sardegna”.

Per Capelli la bocciatura dell’odg sulle carceri è solo un altro “schiaffo” che si aggiunge “alle basi militari sempre più invadenti, alla Sardegna unica destinataria dei 41 bis, alla inesistente attenzione da parte del Governo della crisi industriale, ma anche al mancato contributo per l’alluvione, così come gli interventi inesistente su bonifiche, per non parlare del taglio degli avamposti dello Stato su Banca d’Italia, tribunali, caserme, Motorizzazione civile, scuole e fondi Cipe”. Per il deputato del Cd è “un vero e proprio attacco all’autonomia statutaria. L’unica nota positiva – conclude Capelli – è la questione del patto di stabilità, grazie all’autorevole e determinata azione del Presidente Pigliaru e dell’intera Giunta regionale”.

“La Regione deve porsi alla testa della battaglia per salvare importanti presidi sardi: pensiamo ai casi degli istituti di Iglesias e Macomer, ma anche alla Scuola di Formazione della Polizia Penitenziaria di Monastir, destinata alla chiusura nonostante le tante attività che si fanno e che possono essere svolte nell’area in cui sorge”. Lo afferma la deputata del Pd Romina Mura, secondo la quale “si deve aprire un fronte comune tra amministratori locali, parlamentari e istituzioni, guidato dalla Regione” “A Monastir – spiega la parlamentare sarda – si vuol procedere con la chiusura nonostante l’eccellenza rappresentata, per esempio, dal poligono e certo nell’attuale struttura non è pensabile che sorga il nuovo Centro di accoglienza per i profughi, che devono stare nelle realtà urbane dove è più facile e immediato attivare la necessaria rete di solidarietà. E’ tutto profondamente sbagliato in queste scelte – attacca Mura – e invitiamo il ministro Andrea Orlando ad ascoltarci”.

“Iglesias e Macomer sono due facce della stessa medaglia. Non si possono salvare con interventi personali. Occorre che i Parlamentari eletti in Sardegna facciano fronte comune con il Consiglio regionale e gli amministratori locali per dimostrare con i fatti che l’isola non può essere serva di un progetto incomprensibile, irrazionale e antieconomico”. Lo sostiene Maria Grazia Caligaris, presidente di Socialismo Diritti Riforme, affermando la “necessità di un’azione forte da parte dei diversi livelli istituzionali”. “E’ evidente – sottolinea – che le valutazioni sull’efficienza del sistema detentivo sardo sono di tipo ragionieristico e non tengono conto dell’impatto sociale del recupero e reintegrazione dei detenuti. Del resto spostare i 96 ristretti di Iglesias a Sassari o a Lanusei significa aggravare strutture che, secondo quanto indicato dal Ministero, sono in sovraffollamento. Analogamente i 53 cittadini privati della libertà di Macomer renderebbero ulteriormente più pesante la situazione a Massama o a Nuoro”. “Negli ultimi dieci anni sono mancate – prosegue la presidente di SDR – politiche di prevenzione sociale e di programmazione economica. Si è accumulato un disagio sociale che non può essere ancora riversato sul sistema detentivo. Si rischia infatti di peggiorare la situazione accorpando in Villaggi Penitenziari persone con problematiche differenti nel tentativo di impedirne, con alte e spesse mura, la visione. La Sardegna deve poter fare eccezione mantenendo la finalità del carcere di Iglesias e indicando una specializzazione per quello di Macomer”. “La loro dismissione, al pari di quanto avvenuto per il carcere di Busachi costruito e mai inaugurato, ricadrà interamente sulle precarie finanze delle amministrazioni comunali che – conclude Caligaris – difficilmente potranno intervenire di immobili in cemento armato con caratteristiche non modificabili se non con investimenti di molte migliaia di euro”.

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