Cappellacci, così parlò il presidente (della Sardinia gold mining)

Così parlò Cappellacci. Da presidente della Sardinia Gold mining.

L’Unione Sarda, 11 gennaio 2002. “La Sardegna come il Sudafrica”. 

Il presidente Sgm contesta radicalmente chi accusa la Sgm di inquinare e addirittura avvelenare l’ambiente con residui di cianuro prodotti dalla lavorazione. «La nostra attività – dice – è sotto controllo di una decina di soggetti pubblici con monitoraggi continui e costanti. Quanto ai laghi al cianuro, ricordo che l’Università di Cagliari ha certificato che la qualità delle acque nella zona delle operazioni non ha subito alcuna variazione dopo il nostro insediamento».

E ancora: «Di fatto – precisa Cappellacci – l’attività estrattiva prosegue a oltre tre anni dalla scadenza prevista è i bilanci sono stati chiusi in sostanziale pareggio. C’è stato però un utile non societario ma sociale, se vogliamo chiamarlo così, di ottanta posti di lavoro. Cessato lo sfruttamento minerario, l’occupazione sarà garantita dalla riabilitazione ambientale». 

Sulle ricerche a monte Ollasteddu, Cappellacci chiosa: «Se ci saranno problemi li affronteremo – annuncia Cappellacci – ma noi non vogliamo imporre niente a nessuno. Anche se continuano a chiamarci “australiani” siamo una società sarda, iscritta alla Camera di Commercio di Cagliari, con sede nell’isola dove paghiamo le tasse e presieduta da un sardo».

 

L’Unione Sarda, 23 luglio 2002. “Un parco al posto della miniera”. 

«La dismissione delle miniere è una fase naturale dell’attività estrattiva», spiega il presidente della Sgm Ugo Cappellacci il quale annuncia che la società (che per legge ha l’obbligo di ripristinare le aree minerarie una volta esaurite) intende creare valore aggiunto e contribuire alla costruzione di nuove iniziative imprenditoriali basate sullo sviluppo sostenibile del territorio.

Chi pagherà le bonifiche? A questa domanda rispose l’allora assessore all’Industria Giorgio La Spisa, che poi Cappellacci chiamerà nel 2009 come assessore alla Programmazione e vicepresidente della Regione, fino alla rottura dopo la candidatura di La Spisa alle ultime Politiche con Mario Monti. «La politica deve dare regole precise e certe», afferma riferendosi alla nuova legge regionale sull’attività estrattiva, ma taglia corto quanto ad eventuali finanziamenti, «il ripristino delle aree minerarie spetta ai privati». Qualche anno dopo, con Cappellacci, Giorgio La Spisa si ritroverà in una giunta che per le bonifiche di Santu Miali ha stanziato oltre 11 milioni di denaro pubblico.

 

L’Unione Sarda, 20 luglio 2002. Un eco-parco al posto della miniera”. 

Parte il recupero del compendio minerario di Santu Miali che tra qualche anno chiuderà i battenti. [Il Piano] prevede la valorizzazione ambientale ed economica del sito interessato dagli scavi e la predisposizione di un eco-parco, con strutture ricettive, museo minerario e altre attività imprenditoriali.«La nostra società crede molto in questo progetto», ha spiegato il presidente della Sgm Ugo Cappellacci introducendo i lavori cui hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore regionale all’Industria Giorgio La Spisa (che ha fatto riferimento alla nuova normativa regionale sull’attività estrattiva che verrà presentata oggi a Cagliari), il rettore dell’Ateneo cagliaritano Pasquale Mistretta e i sindaci di Furtei, Guasila e Serrenti.

 

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