Capo Frasca, le reazioni della politica alle fiamme nel poligono militare

Dopo l’incendio di ieri a Capo Frasca, è partita una catena di reazioni da parte di partiti e movimenti. Il comune denominatore è uno: la difesa della Sardegna. Ma non mancano le sfumature e nemmeno gli schemi classici della politica con l’opposizione in Consiglio regionale che sta attaccando la maggioranza di centrosinistra.

GLI INDIPENDENTISTI. Come i responsabili del poligono di Quirra “vanno rinviati a giudizio tutti gli ignavi esecutori di ordini che sono al comando delle servitù militari in Sardegna”, con lo stesso capo di imputazione: omissione dolosa aggravata di cautele contro infortuni e disastri. Lo afferma il coordinatore di Sardigna Natzione Indipendentzia, Bustianu CumpostuDomani ci sarà una manifestazione di protesta al poligono di tiro del lago Omodeo, dalle 10; sabato 13, invece, altra mobilitazione programmata da tempo, proprio a Capo Frasca, dalle 16,30. Martedì 23 settembre, infine, gli indipendenti saranno presenti in tribunale a Lanusei per il processo Quirra, e in quella occasione “noi di Sardigna Natzione Indipendentzia, insieme a tutti i sardi che lo vorranno
fare, saremo parte civile”.

PARTITO DEI SARDI. Dopo l’incendio a Capo Frasca parte anche una raccolta di firme per un referendum consultivo col quale chiedere la chiusura delle basi militari, ma anche per sostenere l’azione “positiva della Regione contro le servitù”. Sono queste le due proposte avanzate dal Partito dei Sardi. Secondo il segretario del PdS, Franciscu Sedda, “il risultato del referendum deve non solo rendere evidente la volontà del nostro popolo in materia, ma anche dare al nostro governo la necessaria spinta ad agire con sempre più forza e determinazione nei confronti dello Stato italiano”.

PARLAMENTARI PD. “Occorre fare piena luce su quanto accaduto ieri a Capo Frasca per evitare che altri episodi simili possano mettere a repentaglio la sicurezza degli abitanti delle zone vicine ai poligoni”. Lo chiede la deputata oristanese del Pd Caterina Pes che, sull’incendio divampato nel poligono di Capo Frasca ha scritto un’interpellanza urgente al ministero della Difesa. la deputata Dem interroga il Governo per sapere “quali iniziative voglia intraprendere per evitare il ripetersi di simili gravi incidenti che mettono a rischio l’incolumità della popolazione”. In particolare la Pes si sofferma sul mancato coordinamento tra militari e civili nelle operazioni di spegnimento. “È un fatto grave– afferma – che necessita di spiegazioni”.

IL MOVIMENTO DEL PD ‘LA TRAVERSATA’. “Quanto accaduto a Capo Frasca è semplicemente la conferma che esiste una domanda ormai ineludibile. La società sarda, le sue classi dirigenti e quella politica in particola modo sono disposte a fare una vera battaglia che difenda un’autonomia speciale messa quotidianamente in discussione da prevaricazioni senza precedenti o si rassegna ad un disegno che vede un nuovo centralismo ed una drastica riduzione di autonomia decisionale e politica? Per quanto riguarda gli accadimenti di capo Frasca non si può pensare che il problema stia solo nel tipo di esercitazione effettuato, serve che il governo regionale e tutte le forze di maggioranza agiscano con coraggio e tempestività per il raggiungimento di un accordo con lo Stato sulla diminuzione degli ettari impegnati, sulle bonifiche non più rimandabili, sugli indennizzi dovuti ai territori e alle popolazioni, su cui grava un peso non più sopportabile”.

CINQUE STELLE. “Ora basta. Bisogna avere un quadro più chiaro di cosa accade a Capo Frasca e negli altri poligoni, le esercitazioni militari non possono avere corsia preferenziale rispetto alla tutela del patrimonio naturalistico della nostra regione e alla salute dei cittadini”. La deputata del Movimento 5 Stelle Emanuela Corda commenta così quanto accaduto ieri all’interno del poligono militare di Capo Frasca. “Non è possibile – aggiunge – che tutto ciò avvenga nell’indifferenza generale. Ci batteremo per scoprire le responsabilità di quest’ultimo scempio, oltreché per bloccare tutto ciò che minaccia la nostra terra”.

FORZA ITALIA. Dal partito azzurro parte l’attacco del capogruppo in Consiglio, Pietro Pittalis, contro il governatore. “Da che parte sta il presidente della Regione sulla questione delle servitù militari? Se in avvio di Legislatura, alla luce del rifiuto di firmare l’intesa, avevamo l’impressione Pigliaru fosse dalla parte della Sardegna, con il passare del tempo sono nate forti perplessità, che potrebbero essere fugate solo da un intervento chiaro e senza giri di parole in Consiglio da parte dello stesso presidente. Al momento i comportamenti del governatore denotano solo un’intollerabile ambiguità politica”.

RIFORMATORI. A prendere posizione è anche il capogruppo dei liberal democratici, Attilio Dedoni. “Prendiamo atto che il presidente Pigliaru si è indignato per l’incendio che si è sviluppato ieri nel territorio di Arbus, ma vogliamo sperare che non pensi di risolvere il problema delle servitù con l’indignazione. La sicurezza della popolazione e la tutela della nostra fragile economia necessitano di misure urgenti e importanti, come la sospensione delle esercitazioni durante tutta l’estate“.

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