ARCHIVIO. Cagliari unica città metropolitana. Passa lo schema del dopo Province

Accelerata sulla riforma degli Enti locali: Sassari diventa rete metropolitana, il Sulcis rete urbana. Nuoro, Olbia e Oristano sono città medie.

Cagliari unica città metropolitana con 17 Comuni associati. Sassari rete metropolitana, pari a un bacino di 150mila abitanti da formare insieme ad Alghero, Porto Torres, Sorso e Sennori. Olbia, Nuoro e Oristano diventano città medie, con la possibilità di governare in autonomia le competenze delle Province da cancellare. Per Carbonia e Iglesias c’è un destino da rete urbana associandosi sino a mettere insieme 50mila residenti. È questo lo schema base del dopo Province, contenuto nell’articolo 2 della riforma sugli Enti locali. Il Consiglio lo ha approvato a maggioranza in tarda mattinata con un’improvvisa accelerata che ha messo il sigillo pure alle “Unioni dei Comuni per le aree con maggiore disagio socio-economico (articolo 3)”.

Il voto sullo schema amministrativo del dopo Province è arrivato a conclusione di una battaglia, tutta interna alla maggioranza, sul mancato riconoscimento della Gallura come rete metropolitana, al pari di Sassari. La proposta era stata portata avanti dai consiglieri del territorio, Giuseppe Meloni (Pd) e Pierfranco Zanchetta (Upc), che tuttavia non si sono ancora arresi e chiederanno “sino alla fine una misura compensativa per un’area geografica con porto e aeroporto di interesse nazionale, quindi identica a Cagliari e a Sassari”. Diversamente potrebbero anche decidere di “non partecipare alla votazione finale del testo normativo”, probabilmente venerdì prossimo.

Il via libera al nuovo schema degli Enti locali ha incassato 30 sì e 20 no, diventando una sorta di sblocco sulla lentezza dell’Aula che da un anno è avvitata sulla riforma varata a gennaio 2015 dalla giunta di Francesco Pigliaru, su proposta dell’assessore Cristiano Erriu.

I Comuni che insieme a Cagliari formeranno la Città metropolitana sono Sestu, Quartu, Quartucciu, Selargius, Monserrato, Elmas, Capoterra, Assemini, Sinnai, Settimo, Decimo, Maracalagonis, Pula, Sarroch e Villa San Pietro e Uta. Il sindaco sarà quello del capoluogo. Nei prossimi giorni, quando si arriverà all’articolo specifico, si chiarirà anche un altro aspetto: attraverso lo Statuto della futura città metropolitana potrebbe essere prevista la possibilità del suffragio universale.

Quanto a Sassari, l’istituzione della rete metropolitana ha finito per mettere d’accordo tutti. Anche perché nella legge è previsto un emendamento all’articolo 8 che “equipara la rete alla città metropolitana sia ai fini dell’assegnazione di risorse statali o europee, sia nell’esercizio delle funzioni di promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale”. E questo per i sassaresi ha rappresentato il bottino decisivo che, politicamente, si è tradotto nell’accettare la soluzione amministrativa.

E se i galluresi del centrosinistra sperano ancora in un ‘premio’ amministrativo per il territorio di Olbia-Tempio, su Nuoro e Oristano non si registrano particolari problemi nell’avvallare lo schema della città medie che si traduce in maggiore autonomia decisionale. Stesso discorso per il Sulcis che nel formare la rete urbana punta ugualmente di ottenere un qualche riconoscimento economico, come scritto in un altro emendamento all’articolo 3, passato sempre a maggioranza.

Alle 15,30 il Consiglio regionale torna a riunirsi dopo la pausa pranzo cominciata alle 14.45. Ma domani non ci sarà alcuna seduta: maggioranza e opposizione hanno deciso di proseguire i lavori solo oggi, sino alle 20, per poi riprendere martedì. L’obiettivo è approvare la riforma entro la fine della prossima settimana e ciò in virtù del fatto che il centrodestra sta decidendo di ritirare via via i 4.200 emendamenti presentati, soprattutto a firma dei Riformatori e del consigliere sardista Christian Solinas.

Insomma, come nel gioco di ruolo imposto dalla politica, dopo la grande guerra tra schieramenti sta arrivando la tregua armata. La minoranza, da un lato, ha ottenuto il suo risultato, bocciando la legge a più riprese. La maggioranza, dal canto suo, potrà finalmente mettere il sigillo a una riforma annunciata in campagna elettorale e per la quale non si vedeva la fine.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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