Cagliari, spunta il partito ‘Niente primarie’: “Riconfermiamo Zedda”

Trasversalmente al centrosinistra ecco il partito che difende la leadership di Massimo Zedda per le Comunali 2016.

Massimo Zedda deve essere ricandidato a sindaco senza passare per le primarie“. A sostenerlo, in risposta a una domanda secca di Sardinia Post, diversi consiglieri di maggioranza che firmano sì endorsements sparsi, disegnando però un quadro preciso in vista delle Amministrative 2016 di Cagliari. In Comune, nella coalizione di centrosinistra, esiste un partito trasversale che difende la leadership di Zedda. Ne fanno parte anche alcuni Dem, sebbene le resistenze maggiori alla riconferma del primo cittadino vendoliano arrivino ancora dal Pd, in linea col segretario cittadino Nicola Montaldo, ancorato sull’obbligatorietà delle primarie.

A favore di Zedda di nuovo in corsa per il Municipio, d’ufficio, ecco intanto Giuseppe Andreozzi, consigliere ‘rossomoro’ di via Roma. “Il sindaco – dice – deve essere ricandidato senza se e senza ma”. L’avvocato-politico spiega: “Il bilancio delle cose fatte è nettamente positivo, con la realizzazione, o l’avvio, di importanti opere. Zedda, certamente insieme alla maggioranza, ha dato una svolta netta nel segno della città sostenibile e della mobilità collettiva. Zedda ha frenato appetiti speculativi in materia urbanistica, ha ascoltato partiti e consiglieri senza farsi condizionare, com’è giusto che faccia un sindaco eletto dai cittadini. Cinque anni in più di esperienza amministrativa, svolta fra mille difficoltà, anche economiche, daranno alla città un sindaco ancora più preparato e più saggio”.

In casa Pd a iscriversi al partito di “Zedda ricandidato senza primarie” è intanto Fabrizio Marcello, presidente della commissione Servizi tecnologici. “Credo che chi governa bene – dice – sia il candidato naturale. Le primarie sono uno strumento democratico che serve a individuare il leader di una coalizione, non a riconfermarlo. E correttamente questa è stata la procedura che si è seguita nel 2010, quando Massimo si era sottoposto alle primarie, vincendole”. Marcello vuole essere ancora più chiaro: “Non vedo motivo di discussione sulla riconferma di Zedda”.

Marco Murgia, altro consigliere dem di via Roma, firma ugualmente il suo personale endorsement al vendoliano per la ricandidatura senza primarie. “Per me è sì – fa sapere -. Ovviamente a coalizione invariata o allargata a forze di sinistra e agli indipendentisti”. Murgia, tuttavia, per un certo verso dà ragione a Montaldo e ricorda lo Statuto Pd: “Le primarie scattano automaticamente, se un candidato raccoglie le firme”.

La premessa di Matteo Lecis Cocco Ortu, l’Alter Nos 2015, civatiano rimasto nel Pd, è di totale appoggio al sindaco. E non è la prima volta. “Zedda – sottolinea – ha amministrato bene e ha dimostrato di essere un buon sindaco: sono sicuro che una riconferma farà bene a Cagliari”. Tuttavia, nemmeno Lecis Cocco Ortu vuole segnare un punto di rottura sul metodo per la scelta della leadership 2016 e chiarisce: “Sulle primarie deciderà la coalizione”.

Il più esplicito a frenare sulla ricandidatura di Zedda d’ufficio – ma non è cosa nuova – è il capogruppo Pd, Davide Carta che prima consegna un messaggio per nulla cifrato a Pippo Civati. Il riferimento è alla posizione espressa dal leader di Possibile nella sua visita di una settimana fa a Serdiana. Civati aveva detto “sì alla riconferma di Zedda, no all’alleanza col Pd”. Carta appunta: “Accordi e ricandidature per le Amministrative di Cagliari non ce le facciamo certo dettare da un milanese. Adesso, comunque, la coalizione di centrosinistra che guida il Comune è impegnata sui programmi e sugli obiettivi. È presto per parlare di leadership”.

Fabrizio Rodin, il presidente della commissione Politiche sociali, altro piddino di via Roma, è il più serafico: “Oggi nessuno può dirlo”, risponde alla domanda sulla corsa bis e d’ufficio di Zedda.

Sel, il partito del sindaco, dubbi non ne ha, invece. Prima l’endorsement di Francesca Ghirra, la presidente della commissione Cultura e Pubblica istruzione. “Per me Zedda va ricandidato senza primarie”, dice. Poi il capogruppo Sergio Mascia. “Sarebbe assolutamente anomalo – spiega – fare primarie per il sindaco uscente. Nemmeno gli americani, che le hanno inventate, le usano in questi casi. Il secondo mandato del presidente è dato per acquisito”. Per Mascia alle amministrative del 2016 il centrosinistra “si deve presentare con la coalizione che ha vinto nel 2011, magari aprendo alle nuove realtà politiche sorte nel frattempo. Penso ai sovranisti e a Michela Murgia. Zedda è il candidato naturale perché rappresenta tutta l’azione di governo espressa finora dalla maggioranza”.

Filippo Petrucci, eletto con “Meglio di prima non ci basta”, presidente della commissione Affari generali, vuole ugualmente una ricandidatura d’ufficio per Zedda. “Massimo è il sindaco uscente. Fare le primarie vorrebbe dire sconfessare il suo lavoro che io, pur con limiti e marini di miglioramento, considero comunque positivo”.

Le primarie le esclude pure Giovanni Dore, ma solo “in teoria”. Il capogruppo di Sardegna Pulita dice: “Il giudizio su Zedda complessivamente è positivo. C’è una discreta compattezza tra le forze e i consiglieri di maggioranza e pertanto il passaggio delle primarie potrebbe essere superfluo”. Tuttavia “non vanno però trascurate due variabili importanti – continua il ragionamento -. La prima è che il feeling con il ceto medio e popolare nato nella scorsa campagna elettorale si è notevolmente deteriorato; la seconda è che le vicende mai risolte del Lirico costituiscono un grave problema di carattere politico, purtroppo sfociato in spiacevoli questioni di carattere giudiziario”. Per Dore il rinvio a giudizio del sindaco “potrebbe creare complicazioni di vario tipo, inutile mettersi una benda sugli occhi”.

Sulla ricandidatura di Zedda senza primarie si sono già espressi, un mese fa, il capogruppo de La Base, Claudio Cugusi, e il dirigente regionale e nazionale dei socialisti, Simone Atzeni, a conferma che l’incertezza sulla leadership sia quasi esclusivamente un problema dei dem. Del resto per il primo partito dell’Isola, sebbene uscito a pezzi dalle Comunali dello scorso maggio, è difficile da digerire il non avere un proprio sindaco alla guida della prima città sarda.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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