Ci sono “elevate concentrazioni di metalli pesanti” nell’ex area mineraria di Santu Miali a Furtei, dove ieri il presidente Francesco Pigliaru e le assessore Donatella Spano (Ambiente) e Maria Grazia Piras (Industria) hanno inaugurato il cantiere che dà l’avvio alle bonifiche con un investimento di 65 milioni di euro. Il risanamento ambientale interessa un’area di 530 ettari, abbandonata nel 2009 dalla Sardinia gold mining che a Furtei cercava oro ed era titolare della concessione estrattiva.
I metalli pesanti, tra cui il cianuro, si trovano “in corrispondenza delle strutture di deposito dei rifiuti minerari” e la loro concentrazione è stata rilevata nelle acque della miniera e del bacino artificiale di Santu Miali, la cui bonifica rappresenta la priorità dell’intervento. Verrà infatti realizzato un impianto di trattamento “per isolare le cosiddette sorgenti della contaminazione”, è scritto in una nota diffusa dalla Regione. Parallelamente saranno rimossi i materiali accumulati nelle discariche, le quali verranno messe a loro volta in sicurezza. Questa prima fase durerà tre anni ed è coperta con i 65 milioni. La seconda parte degli interventi interesserà invece l’area limitrofa a quella maggiormente inquinata e i soldi vanno ancora trovati”.
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I lavori sono stati affidati a Igea, la spa regionale creata proprio per il recupero ambientale dei siti minerari dismessi e arrivata a un passo dal fallimento alcuni anni fa. Proprio la società si è occupata in questi ultimi anni della manutenzione di Santu Miali e adesso ha preso in mano il maxi investimento da 65 milioni di euro.
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Le bonifiche non fermano ovviamente l’inchiesta giudiziaria: l’accusa è “disastro ambientale”, per il quale il Pm di Cagliari, Daniele Caria, ha chiesto il rinvio a giudizio di tre dirigenti della Sardinia gold mining: due sono canadesi, uno è americano. Secondo la Procura di Cagliari la società non ha bonificato l’area intorno alla miniera dopo che si concluse la ricerca dell’oro. (al. car.)