Asl, il Pd non molla: resta in piedi l’ipotesi della 12ma Azienda sanitaria

L’Areu, l’azienda sanitaria del 118, non è archiviata: il Pd la vuole e la difende. Il confronto si riapre in commissione Sanità.

L’Azienda sanitaria per le urgenze e le emergenze (Areu), quella che in Sardegna unificherebbe il 118, non è affatto archiviata. Il Pd non molla la presa e domani, quando in commissione Sanità riprenderà la discussione sulla riforma presentata dal capogruppo Pietro Cocco, l’ipotesi della dodicesima Asl resterà in piedi. L’Areu è infatti prevista all’articolo 3 di una bozza normativa che ne conta in tutto 7. Con un obiettivo: cambiare il sistema regionale dell’assistenza medica e avviare, contestualmente, il commissariamento delle Asl. Il che significa mandare a casa il management nominato nella precedente legislatura dal centrodestra di Ugo Cappellacci.

È certamente un imprevisto la decisione del Pd non di arretrare sull’Areu, proprio quando sembrava che il centrosinistra avesse ritrovato compattezza intorno alla linea del presidente Francesco Pigliaru. Ovvero, razionalizzazione dei servizi e riduzione dei costi, a maggior ragione adesso che la Giunta ha incassato da Roma la cancellazione dei vincoli di spesa sul patto di stabilità, quindi il via libera a utilizzare tutti i 6,8 miliardi del bilancio. E la sanità da sola ne vale 3,2, pari quasi al 50 per cento delle finanze regionali.

Se il Pd riesca a mettere tutti d’accordo, non è dato saperlo. Ma i democratici hanno sul tavolo una proposta di mediazione: istituire subito l’Areu e lavorare nei mesi successivi al taglio delle altre 11 Asl, in particolare modo le otto Aziende territoriali che attualmente sono una per provincia, ma potrebbero essere riorganizzate seguendo ambiti geografici più ampi.

In maggioranza se l’è intestata il Centro Democratico l’opposizione più rigida all’aumento delle Asl, visto che già in campagna elettorale il deputato-leader Roberto Capelli aveva fatto allegare al programma di Pigliaru la sua proposta di riforma: solo 3 Aziende sanitarie più il Centro unico di acquisto per i medicinali. Ma nella stessa posizione del Cd ci sono anche tutti gli altri partiti della coalizione: da Sel ai RossoMori, passando per Partito dei Sardi, Sinistra sarda, Psi, Upc, Idv-Verdi, La Base e iRs.

In questo quadro, quel che viene fuori è di nuovo una maggioranza consiliare avvitata, sebbene due settimane fa lo scontro si fosse spostato sino alla Giunta dove l’assessore alla Sanità, Luigi Arru, perfettamente allineato col Pd, portò la riforma Cocco all’esame dell’Esecutivo e Pigliaru la respinse. Per il governatore, infatti, la priorità non è commissariare le Asl, ma tagliare la spesa stellare della sanità.

Solo domani, quindi, si capirà che aria tira in maggioranza e quali margini di manovra esistono per arrivare all’Areu, un’idea alla quale ha lavorato il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, che del 118 è stato il coordinatore nel Nord Sardegna prima di diventare sindaco di Sassari (l’altro polo del primo soccorso fa capo a Cagliari). Resta il fatto che il Pd non cambia nemmeno data: i democratici vogliono chiudere la partita della riforma prima delle vacanze estive, ovvero nella seduta del 7 agosto, in modo da commissariare le Asl entro Ferragosto.

Un dato è certo: il Pd da solo non ha i numeri per far passare il proprio riordino. I consiglieri democratici sono 18, i partiti alleati sommano 17 scranni, il 36° è quello di Pigliaru. Nella proposta Pd è previsto anche di assegnare alla Giunta 120 giorni per scrivere la riforma definitiva. A quel punto pure i commissari pro-tempore nominati dal centrosinistra verrebbero sostituiti dalla classica terna della sanità, formata in ogni Asl da un direttore generale più quello sanitario e l’amministrativo.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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