Asl unica, il grande nodo della sede. E per fare il Dg ci sono 200 candidati

Nel pomeriggio il voto sulla sede dell’Asl unica (Ats): con molta probabilità sarà a scrutinio segreto. Prima della seduta nuovo vertice di maggioranza.

È incartata sulla sede della Asl unica la maggioranza di centrosinistra. In Consiglio regionale l’esame del ddl da venti articoli sta andando avanti spedito (ne sono già stati approvati tredici), ma sottotraccia continuano senza esito i confronti interni alla coalizione per decidere dove aprire gli uffici della nuova Ats (Azienda per la tutela della salute). Alle 14 è fissato un nuovo vertice.

La corsa per la sede resta a tre fra Cagliari, Oristano e Sassari. Ma sul capoluogo del Nord-ovest c’è pure la spinta del presidente Francesco Pigliaru attraverso un emendamento che si pensava ritirato, invece è sempre nel fascicolo dell’Aula. Intanto nell’assessorato alla Sanità, guidato da Luigi Arru, sono arrivate a quota duecento le candidature per fare il direttore generale, cui spetterà gestire un bilancio da oltre tre miliardi. Hanno presentato domanda anche i commissari uscenti nominati a dicembre 2014 (leggi qui), ma l’orientamento della maggioranza è affidare l’incarico a un professionista che ha gestito Asl di grandi dimensioni. E per questa ragione quasi sicuramente il prescelto non sarà sardo.

Sulla scelta della sede questa mattina Pigliaru ha gettato acqua sul fuoco delle polemiche, proprio in Consiglio regionale dove si è fermato a parlare coi giornalisti. “È il punto meno decisivo di tutti – ha detto il governatore -, ciò che conta è avere un manager di altissimo livello che dovrà essere messo nelle condizioni di lavorare al meglio”. Tuttavia, il capo della Giunta non ha fatto mistero sulla propria personale posizione: “Penso che sia il momento di cominciare a decentrare le funzioni amministrative della Sardegna, se lasciamo tutto alla spontaneità delle cose, allora tutto rimane a Cagliari e questo non è giusto. Cagliari è importante, ma lo sono anche altre parti dell’Isola”, ha aggiunto.

Inutile dire che in Consiglio regionale si stanno formando diversi correntoni, in vista del voto sulla sede previsto nel pomeriggio. E probabilmente sarà a scrutinio segreto, con annessi e quasi certi accordi trasversali tra maggioranza e minoranza. Francesco Agus (Sel), per esempio, gli uffici dell’Ats li vorrebbe a Cagliari. “Non sono convinto – premette – che lo sviluppo dei territori passi dalla localizzazione degli uffici pubblici, i quali devono essere organizzati solo sulla base di un ragionamento logistico, funzionale e economico. Di più: la burocrazia e la politica hanno il compito di creare sviluppo assicurando ai cittadini servizi adeguati che non sono di per sé sviluppo. Questo non significa che tutto debba essere localizzato nel capoluogo della Sardegna. Ma non condivido la scelta che l’Ats, vista l’importanza, possa stare a 250 chilometri di distanza dall’ufficio del presidente della Regione e dell’assessore alla Sanità”. Agus bolla come “risposta sbagliata, dannosa e costosa” l’emendamento della Giunta che ha indicato Sassari come sede della Asl unica.

La seduta pomeridiana riprende alle 15,30. E a parte la sede (articolo 14) non ci dovrebbero essere altri ostacoli. Anche sui poteri del Dg sta finendo bene con misure compensative, come l’allargare il Collegio di direzione (leggi qui) ai direttori delle aree socio-sanitarie, ovvero gli ambiti territoriali in cui verrà divisa l’Ats (leggi qui).

Il ddl corretto convince la maggioranza. A cominciare dal dem Gigi Ruggeri. Che sottolinea: “Finalmente si passa per un processo di cambiamento molto forte che deve produrre risultati tangibili sull’efficienza del sistema sanitario. L’istituzione dell’Azienda per la tutela della salute rappresenta uno dei tasselli fondamentale dell’azione riformatrice di questo Consiglio e di questa Giunta. A cui spetta adesso scegliere il direttore generale. Una persona che sarà certamente di altissimo profilo. La nomina dovrà segnare la definitiva separazione tra politica e gestione della sanità”.

E proprio sui Dg in corsa, non è ancora tramontata la possibilità che in Sardegna arrivi il modenese Bruno Zanaroli, attuale Dg all’ospedale di Sassuolo spa (leggi qui). Ma si fanno pure i nomi di Giovanni Maria Soro e Fulvio Moirano: il primo è il direttore dimissionario dell’Asl Torino 1, mentre l’altro è il Dg della sanità, sempre in Piemonte. Ma se nel curriculum di Soro c’è l’ombra di una valutazione non buona da parte dei sindacati, Moirano ha fatto tornare il segno più nel conti delle Asl. Dopo anni di rosso.

Al momento sono duecento le candidature arrivati negli uffici di Arru per gestire l’Ats. Ma pare che la rosa all’attenzione della giunta Pigliaru non superi i cinque nomi. Ne dovrà essere scelto uno. E non si tratta di una decisione facile: la sanità sarda ha un buco enorme, da 750 milioni (ecco la genesi). Quest’anno i sardi hanno addirittura rischiato di vedersi aumentare le tasse per ripianare il disavanzo. Il nuovo Dg non potrà sbagliare. La credibilità stessa dell’Esecutivo sarebbe minata.

Roberto Deriu, vicecapogruppo Pd, dice: “Dovremmo tutti preoccuparci per il volume eccessivo della spesa sanitaria. Per questo motivo si è apprestata la legge istitutiva dell’Ats. Io sono sempre stato per le autonomie, vedo con sospetto la decentralizzazione. Però devo dire che in questo frangente un governo efficace del nuovo sistema potrebbe produrre qualche beneficio”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share