Arst, l’ultima roccaforte di Oppi: la Spa chiede alla Regione 100 milioni

L’Arst, governata dal 2009 da un uomo di Oppi, rivendica con la giunta Pigliaru un credito da 100 milioni accumulato dallo stesso centrodestra.

C’è una guerra da 100 milioni di euro che si combatte silenziosa in Sardegna. L’ha aperta l’Arst, ovvero quel che resta del potere di Giorgio Oppi anche in tempo di centrosinistra al governo dell’Isola. L’Arst è la società del trasporto pubblico guidata da Giovanni Caria, amministratore unico rinnovato nel 2013 per altri cinque anni, dopo un primo mandato cominciato nel 2009, sempre in quota Udc. Nella società, la Regione è l’azionista unico, ma anche debitore di quella montagna di soldi, stando ai bilanci aziendali: si tratterebbe di mancati pagamenti che il socio pubblico avrebbe accumulato dal 2009. Cioè negli anni della giunta Cappellacci, quella stessa che ha indicato Caria, oggi 77enne. Ma solo di recente, quando in viale Trento è arrivato Francesco Pigliaru, il numero uno dell’Arst ha rivendicato il credito.

Insomma, una storia dove soldi e partiti sono legati a doppio, una storia all’italiana, l’ennesima. A pagina 10 del bilancio 2013 (qui il documento integrale), sono descritte le diverse voci del debito che la Regione avrebbe con l’Arst. In totale, “102.724.603,51 euro, derivanti – si legge – dal mancato pagamento delle fatture emesse per il terzo e quarto trimestre del 2013“. Questo per cominciare, e sono rispettivamente “31.417.788,85 euro e 6.750.813,50, relativi al conguaglio e all’adeguamento Istat”, è scritto ancora. Poi ci sarebbero “13 milioni per l’accordo di programma del Trenino Verde, annualità 2012 e 2013″, quindi sempre col centrodestra al governo della Sardegna. Infine altri “51.556.001.16 per coprire il rinnovo del contratto nazione di lavoro e gli oneri di malattia”.

Tra Regione e Arst funziona così: la prima garantisce alla seconda una somma forfettaria, ovvero le fatture trimestrali di cui si legge nella relazione al bilancio. La cifra viene calcolata in base ai chilometri. I pullman blu ne percorrono circa 20 milioni all’anno, per una spesa unitaria di un euro e cinquanta centesimi. Così fanno già 30 milioni secchi.

Si aggiunga il costo del lavoro in una società che solo sul trasporto stradale conta 1.154 autisti, più 48 controllori, 101 operai dei bus e 74 ausiliari. Questi, invece, i numeri del settore metrotranviario, un servizio che l’Arst gestisce nelle aree vaste di Cagliari e Sassari: 64 macchinisti, 62 scorta treni, 85 dipendenti delle stazioni, 262 operai ferroviari, 58 guardia barriere e 56 assuntori (tecnicamente si tratta di lavoratori impiegati nelle piccole stazioni affidate in regime di concessione). Infine gli uffici: il personale amministrativo somma 178 buste paga a cui vanno aggiunti 13 dirigenti. Si arriva così a un organico da 2.155 persone.

L’Arst adesso è incrisi di liquidità“, è scritto ancora nel bilancio, “conseguente a un insieme di cause non imputabili all’Azienda”, ma che “genera inevitabilmente il ricorso all’indebitamento bancario e la ulteriore crescita degli oneri finanziari”. Questi ultimi “nel 2013 hanno raggiunto la cifra di 1.404.736 euro“. Di qui la richiesta alla Regione di saldare i vecchi debiti lasciati in eredità del centrodestra, in trend che è andato sempre peggiorando. “Nell’esercizio 2012 – si legge nella relazione allegata al bilancio – gli oneri finanziari erano stati pari a 1.283.228 euro, mentre nel 2011 assommavamo a 628.117 euro, a fronte di 300mila del 2010. Un peso che si è quindi quasi quintuplicato in 4 anni, raggiungendo complessivamente la cifra di oltre 3,5 milioni”.

Caria è quello stesso amministratore che nel 2013, in scadenza del primo mandato, decise di affittare un nuovo immobile per accorpare gli uffici, trasferendoli in via Posada a Cagliari (zona Santa Gilla) da via Zagabria, da piazza Matteotti e dalla stazione di Monserrato. Valore annuale della locazione: 785.500 euro per 5.082 metri quadrati, dei quali 3.108 adibiti a uffici e le restanti superfici destinate ad autorimessa, archivi e piazzali. Il contratto con la Tepor srl, proprietaria dell’immobile, è stato siglato il 21 maggio 2013. Inizialmente si era parlato di un affitto da 1.115.000 euro, da versare in due rate semestrali. Poi il Cda, andato a scadenza il 26 luglio 2013, aveva addirittura deliberato l’acquisto del palazzo per una somma di 18.860.000 euro. A quel prezzo vuol dire che pure per i piazzali si sarebbero pagati 3.711 euro al metro quadrato. Manco a Manhattan. Di certo, col valore della locazione si potrebbe coprire oggi buona parte dell’esposizione bancaria 2013.

Al momento non risulta che la Giunta stia saldando il conto rispetto ai quei 100 milioni che l’Arst rivendica. L’amministratore unico sta anche provando a trattare su più tavoli e nelle scorse settimane ha incontrato l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci. Forse per sondare pure gli umori di Massimo Deiana, il titolare dei Trasporti che sembra deciso a non sganciare un solo centesimo, se prima non verranno passati al setaccio i bilanci dell’Arst. Comprese le ragioni per le quali è stato affittato l’immobile di via Posada.

Caria nel bilancio 2013 si è autocelebrato. A pagina 7 si legge: “L’esercizio si è sostanzialmente caratterizzato da un primo semestre nel quale ha operato un Cda (da cinque) che, in sei sedute, ha assunto 32 deliberazioni. Nel secondo semestre la società è stata invece governata da un amministratore unico che da luglio a dicembre ha approvato 97 deliberazioni”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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