La Finanziaria da 7,9 miliardi è legge. Pigliaru: “Grazie a tutti per confronto”

Dopo quattro giorni di dibattito, il Consiglio regionale ha approvato la Finanziaria 2015 da quasi 7,9 miliardi.

La Finanziaria 2015 è legge. Alle 19,11 l’ha approvata a maggioranza il Consiglio regionale: 28 i favorevoli, 16 i contrari e un astenuto. Via libera a quasi 7,9 miliardi. Questa è la prima manovra targata centrosinistra, con Francesco Pigliaru governatore. Non solo: da quest’anno, per via dell’accordo Stato-Regione siglato la scorsa estate, la Sardegna potrà utilizzare tutte le risorse a bilancio, visto che sono stati cancellati i vincoli di spesa previsti dal patto di stabilità. Il presidente, intervenuto a chiusura del dibattito, ha ringraziato “tutti per il confronto”.

Il voto è arrivato dopo quattro giorni di dibattito (martedì la prima seduta). L’intervento del presidente ha chiuso i lavori. “Mi fa piacere – ha esordito – che l’onorevole Pittalis abbia deciso di valutare la manovra in base ai risultati. Non abbiamo la pretesa di superare da soli la crisi, che è seria, profonda. Ma quando ci sono difficoltà economiche , la mano pubblica è necessaria. Perché le imprese vanno sostenute negli investimenti. E questo abbiamo fatto con la Finanziaria 2015: oggi siamo tutti keynesiani, con Keynes il più citato dell’Aula”.

Pigliaru è quindi entrato nel merito della manovra, partendo dal mutuo da 700 milioni. “Quando c’è crisi – ha aggiunto il presidente – è ragionevole indebitarsi. Poi ci si può chiedere in che tempi si spenderanno le risorse. Noi lo faremo nel più breve tempo possibile. Questo bilancio, peraltro, è armonizzato: vuol dire che abbiamo integrato fondi regionali con quelli europei. Nella Finanziaria 2015 ci sono anche i territori, l’attenzione alle disabilità e il sostegno alle nuove povertà“. Poi il passaggio sull’accordo Stato-Regione con la quale “sono stati cancellati gli assurdi vincoli di spesa” previsti dal patto di stabilità: da quest’anno la Sardegna dovrà rispettare il solo pareggio di bilancio.

Il governatore ha poi indirettamente replicato alle critiche arrivate dal centrodestra sul fatto che la manovra non abbia tracciato una linea della crescita. Pigliaru ha detto: “Idee e progetti non sono mai contenuti in un bilancio. Bisogna guardare il Prs (Piano regionale di sviluppo) per verificare quale Sardegna vogliamo. Solo così si può andare oltre le allocazioni finanziarie. E questo sarà il dibattito più franco”.

Come ricordato dal governatore, la manovra 2015 si caratterizza per  il mutuo da 700 milioni col quale sarà finanziato il piano regionale delle opere pubbliche (articolo 4). Pigliaru lo ha voluto insieme all’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci. Gli interventi saranno spalmati in otto anni con una spesa massima annuale di 150 milioni. A 5 ammonta, invece, la rata che dovrà pagare la Regione ogni 12 mesi. Già individuate, con l’allegato F, le macro aree: e si va dalle infrastrutture di interesse regionale e locale (rispettivamente 454 milioni e 40), al dissesto idrogeologico (76 milioni) passando per i territori in sofferenza nelle province di Sassari, Nuoro e Ogliastra (22 milioni).

Altro punto chiave, le correzioni all’Irap (articolo 3): da quest’anno e sine die, la tassa sulle attività produttive è tagliata per tutti del 25 per cento. Le nuove imprese, invece, non la pagheranno per i prossimi cinque anni. Al taglio previsto a livello regionale va aggiunta l’ulteriore riduzione scritta nella Legge di stabilità nazionale, pari a un’altra decurtazione che si aggira intorno al 25-30 per cento.

Ancora: Area, l’agenzia regionale per l’edilizia abitativa (ex Iacp) esce rafforzata con l’approvazione del bilancio: previsti nuovi poteri come la progettazione delle opere pubbliche (articolo 5). Una sorta di cabina di regia che sarà formalmente istituita con un ddl della Giunta da varare nei prossimi 60 giorni.

Con la manovra 2015 scattano i controlli trimestrali sulla spesa sanitaria, un monitoraggio per contenere costi che valgono 2,9 miliardi, quasi il 50 per cento del bilancio e sono tutti a carico dei contribuenti sardi. Così all’articolo 21 che prevede, sul fronte delle politiche sociali, 30 milioni per le nuove povertà. Istituito anche un capitolo per l’alluvione, pari a un milione di euro (articolo 17).

Sullo sfondo le polemiche per i contributi a pioggia. Un conto finale di 4 milioni e 858mila euro, di cui 680mila inseriti ancora nell’articolo 21 dai commi 16 al 20. Le restanti risorse sono previste all’articolo 28 (“Autorizzazioni di spesa”). Il voto è stato proceduto da un lungo dibattito con lo schema più classico della (vecchia) politica: l’opposizione, a parte il consigliere Fdi Paolo Truzzu che ha fatto un plauso al mutuo da 700 milioni, non ha salvato nulla della Finanziaria; la maggioranza, invece, l’ha difesa con forza prendendo l’impegno di “voler fare sempre di più”.

Alle 20,10 Pigliaru ha convocato una conferenza stampa alla quale ha partecipato Paci e il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), insieme all’altro democratico Roberto Deriu, al capogruppo di Sel, Daniele Cocco, e a tre consiglieri di Sardegna Vera, Raimondo Perra, Efisio Arbau e Gaetano Ledda.

L’assessore alla Programmazione ha detto che “i problemi della Sardegna non si risolvono certo con una Finanziaria, ma alla manovra si aggiungono anche le riforme“. Paci ha elencato quella della “Regione” più “Enti locali, Urbanistica e Sanità” che “permetteranno ulteriori risparmi alla Regione”. Così sulle polemiche per i contributi a pioggia: “Sono state messe dentro anche spese necessarie, come il finanziamento al comparto ippico. Vero che ci sono interventi specifici a organizzazioni e territori, ma sono limitati“. Sabatini, ringraziato da Pigliaru per “il grande lavoro svolto”, ha sottolineato: “Io credo che questa manovra segnerà il rilancio della Sardegna”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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