I sardi devono diventare padroni delle strade dell’Isola e nella trattativa complessiva con lo Stato questo tema deve essere posto “con più forza” dalla Giunta regionale: servono almeno 80 milioni di euro all’anno per poter gestire l’ente e il sistema viario. Lo chiedono Rossomori e Irs, che insieme a Partito dei Sardi, Sinistra Sarda, Centro democratico, Psd’Az, cinque consiglieri del Pd, Sel, La Base e Upc hanno presentato una richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio per sollecitare la Regione a individuare le modalità operative perché la gestione del sistema viario passi dall’Anas nelle mani dell’amministrazione regionale. Gli esponenti del centrosinistra vogliono impegnare il governatore Francesco Pigliaru, che su questo aveva lasciato aperto uno spiraglio ma con regole e risorse certe, a definire nuove norme di attuazione dello Statuto per il trasferimento alla Regione delle funzioni attualmente in capo all’Anas, individuando i beni, le risorse finanziarie, umane (457 lavoratori nel compartimento Anas Sardegna) e strumentali. Inoltre viene chiesto di ripristinare, in vista dell’imminente stagione estiva, le condizioni minime di percorribilità della nuova statale 554, in parte crollata. “Il Trentino Alto Adige ha preso in carico le strade nel 1997 e la Regione Friuli nel 2004, mentre oggi l’Anas in Sardegna continua a gestire circa tremila chilometri di strade statali – ricorda Paolo Zedda dei Rossomori – La sfida dei partiti sovranisti è quella di gestire la nostra terra meglio di quello che fanno gli italiani e lo Stato. Dobbiamo stare molto attenti e non dobbiamo fidarci, ma aprire una contrattazione con lo Stato”. Secondo il capogruppo di Soberania Indipendentzia, Emilio Usula, “non si tratta di un salto nel buio, ma è in linea con un progetto federalista. Questo tema deve essere inserito nella trattativa Stato-Regione perchè i soldi dei sardi devono essere gestiti dalla Sardegna per dare servizi più adeguati agli automobilisti e alla stessa economia della regione”. “Dobbiamo prenderci la responsabilità di autogovernarci come un ulteriore segmento di sovranità – ha spiegato il leader di Irs, Gavino Sale – Iniziamo a incassare con l’Agenzia delle entrate sarde, il ricalcolo dell’energia prodotta e dobbiamo insistere su un cambio di sede legale delle aziende”.
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