“Questa vertenza va affrontata con totale senso di responsabilità da parte di tutti, costruendo un clima di fiducia. È chiaro che si tratta di una trattativa difficile, ma è importante ricordare che, fino a poco tempo fa, trattativa non ce n’era alcuna. Noi ci siamo impegnati, sin dalla prima ora, nel creare le condizioni stabili perché un nuovo potenziale investitore, tra quelli che abbiamo chiamato in campo, riavvii lo stabilimento”. Così il governatore della Sardegna Francesco Pigliaru al termine del tavolo sull’Alcoa riunito a Roma al ministero dello Sviluppo Economico con il viceministro Claudio de Vincenti, gli assessori regionali all’Industria e al Lavoro, Maria Grazia Piras e Virginia Mura, alcuni sindaci del Sulcis e le organizzazioni sindacali. Regione e Governo hanno confermato di aver preso contatto e avviato un confronto “con un nuovo importante operatore internazionale interessato all’acquisizione dello smelter di Portovesme”.
A tornare in pista è la multinazionale anglo-svizzera Glencore, che già controlla la Portovesme srl. Ma tutto dipende dai costi energetici. E’ in corso infatti – ed è emerso oggi al Mise – una approfondita istruttoria preliminare della disponibilità nel lungo termine di condizioni di approvvigionamento dell’energia elettrica in linea con lo specifico mercato nei principali Paesi europei. Regione e Governo puntano ad arrivare alla sottoscrizione di un Memorandum of Understanding (Mou) tra investitore e istituzioni al quale potrà immediatamente seguire la manifestazione di interesse ad Alcoa e il conseguente avvio del confronto diretto tra i soggetti imprenditoriali. La parte pubblica ha già fatto sapere a Glencore che intende “sostenere la ripresa della produzione e dell’occupazione mettendo a disposizione anche lo strumento del Contratto di sviluppo e completando le infrastrutture in tempi certi”. “La nostra richiesta, che è anche il nostro impegno – ha concluso il presidente Pigliaru – è quello di chiudere il Memorandum entro il mese di agosto. Il tavolo è aperto e continueremo a lavorare”.
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