Piani anti-alluvione? Non pervenuti. Inadempiente un Comune su due

Nell’Isola 220 amministrazioni locali (sulle 377 totali) non rispettano gli obblighi previsti contro il rischio idrogeologico.

Il 58,36 per cento dei Comuni sardi – 220 su 377 – non ha un piano contro il rischio idrogeologico. Cioè, è fuori legge. I numeri sono ufficiali e li ha pubblicati sul proprio sito la Protezione civile regionale (ecco la tabella completa). In regola ci sono solo 157 amministrazioni. La Provincia messa meglio è quella di Sassari, dove 48 Comuni su 66 hanno approvato le misure di intervento contro alluvioni, frane e smottamenti, pari al 72,72 per cento. In fondo alla classifica c’è l’Oristanese che conta 65 Comuni (su 88) inadempienti, il 73,86 per cento. Tra i capoluoghi di provincia, addirittura 6 su 12 non hanno ancora deliberato il piano di emergenza che è diventato obbligatorio con la legge 100 del 2012.

I dati, aggiornati al 27 agosto, sono stati già trasmessi al Dipartimento nazionale di Protezione civile che nell’Isola è guidata da Graziano Nudda. Dalle tabelle risulta che la Gallura è la seconda provincia più virtuosa, con 13 piani su 26 (50 per cento). Ancora: Cagliari si ferma al 46,47 per cento: 33 amministrazioni su 71. Ex aequo per Carbonia-Iglesias e per l’Ogliastra: 8 Comuni su 23 hanno deliberato contro il rischio idrogeologico. Nel Medio Campidano, infine, la percentuale è del 28,57: 8 centri su 28. Va anche precisato che rispetto ai 157 piani vigenti, 2 sono cosiddetti speditivi, cioè indicano giusto gli interventi di primo soccorso. Succede a Bitti nel Nuorese, uno dei Comuni colpiti dall’alluvione del 18 novembre, e a Marrubiu nell’Oristanese. Insomma, un buco nero nella gestione delle calamità naturali, tanto che Nudda, insieme all’assessore all’Ambiente Donatella Spano, ha avviato l’iter per istituire anche in Sardegna il Centro funzionale decentrato di Protezione civile.

In ordine di provincia, da Sud a Nord, ecco i centri più noti che non hanno ancora un piano contro il rischio idrogeologico, secondo le nuove disposizioni del 2012. Nel Cagliaritano spiccano Selargius e Sestu: il primo ha quasi 30mila abitanti, il secondo supera i 20mila. E almeno per notorietà va segnalata pure Villasimius che conta poco più di 3mila residenti, ma nei mesi estivi le presenze arrivano a 50mila.

Nel Sulcis, il cartellino rosso vale per il capoluogo di Iglesias che, nel territorio, risulta non in regola insieme a Calasetta, Sant’Antioco e Portoscuso. Nel Medio Campidano, il piano manca in entrambi i capoluoghi di Sanluri e di San Gavino. In Ogliastra, è in regola solo il capoluogo di Tortolì, ma non Lanusei che si accoda a Bari Sardo. In Gallura, le misure contro il rischio idrogeologico le ha approvate Olbia, mentre Tempio, l’altro capoluogo, è fuori legge, al pari di Arzachena, La Maddalena, Palau, Santa Teresa e Golfo Aranci. Un piano di emergenza manca infine a Oristano che tra le vecchie province è l’unico capoluogo che ancora si deve adeguare alle disposizioni normative del 2012. Nel Sassarese, tra i centri più grossi figura Porto Torres.

Redigire un piano per l’emergenza ha un costo che non tutti i Comuni possono sostenere, specie in tempo di spending review. Eppure a Pau, 306 abitanti nell’Oristanese, ce l’hanno fatta. “Abbiamo lavorato tutti – spiega il sindaco Franceschino Serra – limitando gli incarichi esterni alle sole tabelle che andavano allegate al piano”. Certo, Serra è un ingegnere e ci ha potuto mettere del suo, “ma il rispetto di una norma viene prima di tutto, quando di mezzo c’è la sicurezza dei cittadini”.

Da Santa Teresa di Gallura, altro Comune non in regola, il sindaco Stefano Pisciottu è perplesso: “A me risulta che nella nostra amministrazione il piano di protezione civile si stato approvato il 22 dicembre 2010 ed è stato regolarmente trasmesso in Prefettura. Magari non è aggiornato, ma per adeguarci alle legge 100 stiamo lavorando con l’Unione dei Comuni. Diciamo che non ci consideriamo in ritardo rispetto alle misure di intervento contro le calamità naturali”.

Tra i centri-capoluogo, le misure contro il rischio idrogeologico mancano pure a Lanusei. Il sindaco Davide Ferreli, eletto nel 2012, dice: “Il nostro Comune ha certamente un vuoto, ma lo stiamo colmando. L’incarico è già stato affidato agli uffici. Ma proprio perché abbiamo riconosciuto da subito l’importanza del problema, stiamo appaltando due diversi progetti per la messa in sicurezza dei canali interni. E si tratta di interventi che, nell’attesa del piano ad hoc, ci fanno ritenere di avere il territorio sotto controllo”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

LEGGI ANCHE:

Un Comune su tre non ha il piano antincendi

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share