Valmoro: dalla tradizione del sughero gli accessori, anche per l’hi tech

Un materiale impermeabile ed ignifugo che, da elemento della tradizione, allarga i propri orizzonti di utilizzo diventando cosmopolita. Nel 2013 è nata l’azienda Valmoro, a Valledoria, in provincia di Sassari, che usa il sughero, una risorsa tipica della macchia mediterranea, per realizzare i suoi prodotti nel campo elettrico e degli accessori moda e telefonia.

L’idea originale sulla quale nasce la Valmoro è esclusivamente quella dell’accessorio elettrico, placca ecosostenibile per le prese elettriche interamente realizzata con il tessuto vegetale, che ha avuto un percorso complicato. “Dopo tre anni di lavoro siamo riusciti ad ottenere un brevetto per una invenzione industriale del quale ad oggi non possiamo pensare alla sua produzione in quanto privi di alcun tipo di finanziamento” – dice Luciano Murgia, CEO della Valmoro- “viste le lungaggini e le difficoltà ci siamo concentrati sul settore moda e telefonia con grosso affanno vista la poca liquidità”.

Il passaggio da un settore e l’altro è frutto di una vera e propria intuizione dell’amministratore che l’ha portato a capire come con il tessuto vegetale si potevano fare tante cose. L’azienda sfrutta un procedimento detto “con tinte “aniliche” che hanno lo scopo di mantenere un effetto di trasparenza che mette in risalto il sughero – dice Luciano Murgia, che aggiunge – il processo forma uno strato superficiale che viene “fissato” sopra il sughero con un successivo trattamento. Questo ci permette di poter lavorare il tessuto vegetale anche con altri prodotti. Giocando con altri materiali, quali pellami ed altro che lo rendono fashion ed appetibile ad un pubblico più giovane. Una vera e propria novità che fino ad ora non era mai avvenuta, in quanto il sughero veniva utilizzato per la produzione di prodotti artigianali con sugheri poco lavorati e su articoli molto rustici nel loro insieme”.

Da questa intuizione sono arrivati i primi prototipi delle borse e poi si è iniziato a ragionare anche con gli accessori di telefonia. “Avevamo voglia d’iniziare cercando di distinguerci dal resto presente nel mercato”. Da qui è nata una linea completa di cover, flip cover e tablet con l’utilizzo del sughero trasformandolo in oggetti di alto valore estetico ed artistico.

Come ogni azienda nata da poco diverse sono state le problematiche che i titolari hanno affrontato e che anche oggi fronteggiano. “Quella maggiore – racconta Luciano Murgia – è stata quella di trovare un sistema di fissaggio che potesse andar bene alle placche delle aziende più quotate. Cosa non facile. Dopo diverse ricerche ho scoperto che esisteva un brevetto registrato anni fa in America che oggi è libero da poter esser utilizzato senza impedimenti”. Un altro problema è quello relativo ai finanziamenti, che abbiano lo scopo di poter proseguire nelle ricerche sui prodotti o di poterli testare, ma che possano risolvere anche questioni più delicate come quelle brevettuali. “Al riguardo del brevetto – dice Luciano Murgia – abbiamo ottenuto un colloquio con un professionista del settore venuto da Milano. Quest’ultimo ci ha vivamente sconsigliato di presentare la domanda in quanto a suo dire non era brevettabile, di conseguenza ci siamo dovuti rivolgere ad un professionista privato abbandonando l’idea di ottenere contributi su fondi disponibili per queste tematiche”. La mancanza di liquidità genera un “effetto cascata” che frena la startup anche in altri settori come la stessa produzione, la ricerca di mercati, la pubblicità, il design, lo sviluppo di un e-commerce e via via tutti i progetti di sviluppo di un’azienda.

Le prospettive. Ma nonostante le diverse difficoltà si iniziano a vedere i frutti del loro lavoro. Attualmente si sta aprendo il mercato in Belgio e Australia, piccole commesse, e si stanno anche sviluppando contatti con diverse aziende italiane. “I prossimi passi saranno sicuramente quelli d’investire sulla rete commerciale e sulla e visibilità. Altra priorità sarà quella di organizzare al meglio la produzione di modo da poterla incrementare. Di pari passo dovremmo anche iniziare a partecipare a fiere del settore”, conclude il Ceo.

Alessandro Ligas

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