Tutti a Iscol@: un modello di innovazione sociale

“La dimensione del mangiare”, “Coding A Scuola Per Imparare Tecnologie Applicate”, “Luoghi Immaginari: laboratorio di progettazione virtuale del paesaggio” questi sono soltanto alcuni dei progetti che si sono svolti tra il 15 marzo e il 15 giugno 2016 nelle scuole della Sardegna. Sono laboratori didattici innovativi e modelli di apprendimento digitali che rientravano nella linea B del progetto “Tutti a Iscol@” finalizzato a migliorare la qualità dell’offerta formativa e valorizzare il ruolo sociale della scuola, attraverso azioni extracurricolari centrate sulla metodologia della didattica innovativa laboratoriale.

In pratica: officine didattiche con lo scopo di arricchire il curriculum scolastico degli studenti attraverso i nuovi strumenti innovativi dati dalla rivoluzione 2.0. Un passo avanti rispetto al vecchio modello scolastico che mostra le reali potenzialità di una nuova scuola aperta la territorio, dove la permanenza a scuola viene vista in chiave positiva ed in modo completamente nuovo.

I numeri della linea B. Sette sono stati gli ambiti di intervento basati sulle tecnologie applicate alla didattica: Creatività urbana 3D (13 progetti); Connettere per Capire con l’Iot (9); Cosa c’è nella città digitale? (19); La caccia al tesoro aumentata (4); Vetrina multimediale della cultura (20); Coding, bisogni e strumenti (12); Cibo, conoscere per scegliere (13). 96 sono stati i progetti presentati e 90 sono state le scuole in tutto il territorio regionale che hanno partecipato: 12 della scuola Primaria; 32 della scuola Secondaria I Grado e 46 della scuola Secondaria II Grado.

Il progetto e la dotazione finanziaria. “Tutti a Iscol@” è un programma triennale, organizzato dall’Assessorato della Pubblica Istruzione della Regione Sardegna, articolato in tre linee di azione. La linea A aveva l’obiettivo di migliorare le competenze di base linguistico/espressive, logico/matematiche e scientifiche degli studenti; la linea B, affidata a Sardegna Ricerche e supportata dal CRS4, migliorare la qualità dell’offerta formativa extracurricolare attraverso forme innovative di didattica di tipo laboratoriale; la linea C, è stata incentrata sul sostegno psicologico e sull’inclusione scolastica. Per il 2015/2016 la Regione Sardegna ha messo in campo una dotazione finanziaria di 15 milioni di euro suddivisi in 5 milioni per la linea A, 4,5 milioni per la linea B e 5,5 milioni per la linea C.

Innovazione sociale. Prima ancora che dare delle competenze agli studenti i diversi progetti della linea B sono stati esempi concreti di innovazione sociale sia dal punto di vista degli allievi ma anche delle istituzioni. In quanto i primi venivano messi di fronte a problematiche concrete, quotidiane, e più vicine ai loro interessi, ed i secondi sono stati messi nelle condizioni reali per aprirsi al territorio ed avere un ruolo centrale nella vita dello studente andando oltre il classico modello scolastico. Innovazione sociale vista a 360 gradi soprattutto considerando anche le altre due linee d’intervento che si svolgevano all’interno dell’orario curricolare. La linea A ha lavorato sul recupero degli elementi di base dell’italiano e della matematica attraverso nuovi modelli di gestione della classe, come ad esempio la copresenza o i gruppi distinti. La linea C ha lavorato attraverso l’ausilio della figura dello psicologo e di un pedagogista. Figure che svolgevano il loro ruolo attraverso l’attivazione di uno sportello all’interno della scuola oppure, a seconda delle esigenze, in classe o in gruppi. “Un passo in avanti ed un inizio rispetto al passato” ha detto Annarella Perra, tutor dei docenti della linea A facenti capo alla scuola polo di Sanluri, che ha poi proseguito definendo il progetto una “prova tecnica per una scuola 2.0 a misura di studente, che non può finire qui”.

Linea B, laboratori didattici. Sono stati tantissimi i laboratori che si sono svolti negli ultimi mesi, alcuni dei quali si stanno concludendo in questi giorni, che hanno dato agli studenti l’opportunità di ripensare gli spazi cittadini ad uso di tutta la comunità. Come ad esempio il progetto “Luoghi Immaginari” dove si sono invitati i ragazzi dell’I.T.I.S. “Dionigi Scano” ad esplorare il proprio territorio ed a ripensarlo diverso tramite l’immaginazione. Partendo dall’esempio delle Città invisibili di Italo Calvino i ragazzi hanno inventato la forma e le storie di tre luoghi di Cagliari: piazza Matteotti, l’Ex Ospedale marino e una piazza sul mare. Successivamente, attraverso l’immagine virtuale e la stampa 3D, hanno reinventato le forme e le caratteristiche realizzando dei plastici. Un altro esempio analogo è stato quello presentato dall’Istituto Comprensivo Statale di Sant’Antioco – Calasetta che ha ripensato l’area del porto dell’isola di Sant’Antioco. Ciò che colpisce di questa esperienza è l’apertura della giunta comunale, che ha preso parte alla presentazione del laboratorio di creatività urbana, che è disposta a confrontarsi coi ragazzi per capire le loro esigenze e poter “collaborare”. Alcuni laboratori hanno anche sviluppato e riguardato aspetti specifici delle materie del curriculum scolastico, come ad esempio DidaBook che ha utilizzato lo smartphone per lo studio della fisica, nello specifico della caduta dei gravi. Ma sono stati sviluppati anche laboratori di interazione tra cinema e nuovi strumenti digitali, di creazione di applicazioni per smartphone, introduzione all’internet delle cose, ceramica digitale, interdisciplinarietà tra beni artistici e nuove tecnologie digitali.

Difficoltà. Non sono mancate le fatiche e le complicazioni iniziali dovute alla novità, alla prima volta che le scuole si interfacciavano con questa tipologia di progetti e con gli operatori economici, e viceversa. “Auspichiamo che ci si attrezzi (non soltanto la scuola, ma tutti coloro che ruotano attorno alla scuola – ndr) sempre di più e meglio per esperienze come queste e per una completa apertura verso il territorio” come ha sottolineato Annarella Perra, “dove anche le brevi distanze sono vissute male dagli stessi studenti, basti pensare al fatto che spesso i collegamenti tra i paesi non ci sono se non in determinate fasce orarie”. Inoltre va sottolineato che per una maggiore riuscita del progetto sarebbe opportuno che il bando venisse pubblicato all’inizio dell’anno scolastico di modo da poter programmare le attività durante tutto l’anno e non soltanto alla fine.

Entusiasmo dei ragazzi. Il progetto è un sistema complesso che per funzionare a regime ha bisogno di essere tarato. Dopo questa prima volta è opportuno mettere in evidenza la partecipazione e la passione dei ragazzi (fonti “ufficiose” dicono che alcuni erano presenti durante i laboratori ma assenti durante le lezioni), degli insegnanti e degli operatori, soprattutto in quei territori che fanno fatica a superare la crisi. Francesca Piu, dell’associazione Edukarel, ha detto “sono soddisfatta del progetto nonostante le difficoltà iniziali. I ragazzi provenienti da classi diverse hanno superato le aspettative di tutti per la loro partecipazione attiva e per la loro collaborazione nella costruzione del risultato finale ottenuto col lavoro di gruppo”. Esperienza positiva anche per Pierluigi Lai, di Logus Mondi Interattivi, che si è voluto soffermare su un aspetto importante delle nuove generazioni digitali “è stata un’esperienza è stata molto positiva e impegnativa. Ciò che mi ha colpito è stata la ricettività dei ragazzi: la didattica dell’imparare facendo è molto produttiva”.

Dispersione scolastica. Laboratori che sicuramente non contrasteranno in modo fermo e deciso il fenomeno della dispersione scolastica, le cui cause sono da ricercarsi in una molteplicità di fattori che possono andare dal disagio familiare alla condizione socioeconomica e così via, ma che portano lo studente ad interessarsi in modo “alternativo” allo studio.

Prospettive. Ad oggi le poche informazioni che circolano dicono che si sta programmando la seconda edizione e si avranno ulteriori novità a fine estate ma in vista della IV edizione di Sinnova sarebbe interessante poter raccogliere, durante il salone dell’innovazione, tutte le scuole e gli operatori che hanno partecipato al progetto di modo da poter creare un’occasione di confronto ed incrementare le azioni di networking nel territorio.

Alessandro Ligas

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