Talent Up, da Regione 7 milioni ai giovani per idee di impresa innovative

La Regione finanzia con 7 milioni di euro, di cui 2,1 il primo anno, le idee con “Talent Up“, il bando pubblicato dall’Agenzia per il lavoro Aspal e destinato a laureati o studenti iscritti all’università che abbiano superato almeno il 75% degli esami e che siano nati o residenti in Sardegna da almeno cinque anni. Requisito minimo richiesto: avere un’idea imprenditoriale innovativa. Lo scopo: creare una nuova generazione di imprenditori capace di confrontarsi con i mercati internazionali, aumentare il livello di innovazione delle imprese sarde e incentivarne la nascita in particolare nelle aree in cui la densità di start up è scarsa.

Il programma si articola in quattro fasi: selezione dei partecipanti, il “pre-treatment” formativo che si svolgerà in Sardegna, il “treatment” all’estero e infine il “back” o rientro. Per le domande a sportello c’è tempo fino al 15 marzo. L’elenco con i primi 150 candidati sarà poi trasmesso a una società esterna che si occuperà di un’ulteriore scrematura. La seconda fase durerà 26 giorni: i 50 selezionati acquisiranno competenze di base in marketing e strategia d’impresa in un percorso di formazione svolto in inglese. La terza fase all’estero per 12 settimane, in uno dei primi 20 ecosistemi imprenditoriali a livello mondiale individuati dalla classifica “Global Startup Ecosystem 2017” (tra gli altri, Silicon Valley, New York City, Londra, Pechino, Tel Aviv, Shanghai, Los Angeles, Seattle). Ultima fase è il rientro in Sardegna con l’orientamento verso gli strumenti regionali più idonei alla creazione d’impresa. “Si tratta di un programma sperimentale – ha spiegato il governatore, Francesco Pigliaru – non c’è niente di simile in Italia e in Europa, in questo modo cerchiamo di far scattare un circolo virtuoso: il numero alto di imprenditori aumenta la probabilità che ce ne siano sempre di più”. “Siamo partiti da un presupposto – ha detto il direttore Aspal, Massimo Temussi – per i giovani sardi non ci può essere solo il lavoro dipendente, ma dobbiamo incrementare la bassa propensione all’imprenditorialità”.

 

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