Prove di ‘Resilienza’: a Macomer il Festival sui territori innovativi

Cosa accadrebbe se il tempo che passiamo a lamentarci delle difficoltà della Sardegna lo utilizzassimo per l’analisi e la soluzione dei problemi? È nato nel 2012 da questa riflessione il blog propositivo.eu dal quale due anni fa si è formata l’associazione ‘ProPositivo’ che per il secondo anno organizza il ‘Festival della Resilienza’ a Macomer (Nuoro) dal 27 agosto al 3 settembre. La resilienza in psicologia è la capacità di ripartire di fronte agli eventi traumatici, una sorta di estrema flessibilità e fonte di energia. Il blog è da quattro anni un canale di informazione online, ora presente anche su ‘Il Fatto Quotidiano‘, nato da un gruppo di quattro ragazzi tra i 20 e i 30 anni, studenti e lavoratori sardi che hanno deciso di lasciare la propria terra, che partendo da un problema o una critica, considerano le alternative, studiando il panorama locale e globale.

Lo scopo dell’associazione, maturata proprio dall’esperienza del blog, è quello di raccontare e mettere in relazione le realtà più virtuose e innovative di Italia capaci di contribuire allo sviluppo della resilienza nelle comunità locali. Così, Gian Luca Atzori, Luca Pirisi, Maura Fancello e Marco Serra per il secondo anno consecutivo hanno organizzato il Festival della Resilienza, che a partire da domani fino al 3 settembre vedrà circa 70 associazioni, istituzioni e aziende riunirsi in una riflessione e analisi del territorio del centro della Sardegna, creando una sinergia umana prima ancora che professionale, in particolare nelle zone di Macomer, Bolotana e Bosa.

Un programma ricco di appuntamenti (https://www.propositivo.eu/brain-surfing) che parte da una residenza per artisti e dedica i primi due giorni alla scoperta del territorio, seguiti e animati da spettacoli, numerosi workshop e tavoli tematici, sui temi portanti del festival (open data, partecipazione, sanità d’iniziativa, smart communities imprenditoria locale e culturale). E ancora un hackaton – sorta di gara tra programmatori – sul monitoraggio civico sul progetto ministeriale Asoc, contest accademici, giornalistici e teatrali con Sardegna Teatro, Sardegna Film Commission, i Laboratori di Innovazione Sociale dell’Università La Sapienza, Link Campus University e molti altri.

Al centro del festival, per il secondo anno c’è il modello del Brainsurfing, un incontro tra la riflessione dinamica (brainstorming) e l’ospitalità diffusa (couchsurfing), attraverso il quale ProPositivo mira a connettere il territorio-pilota e le reti esterne per creare contaminazione e facilitare l’importazione di nuove competenze. “Relazioni e professionalità che rappresenteranno la leva per animare il territorio e stimolare il nuovo protagonismo intellettuale e progettuale degli attori locali- ha spiegato Luca Pirisi, uno dei rappresentanti dell’associazione ProPositivo- per creare questa alchimia, c’è bisogno di competenze ma anche di motivazione ed energia, persone che abbiano voglia di mettersi in gioco in un percorso di ascolto ed in un gruppo di lavoro interdisciplinare”.  Per questo motivo ProPositivo e la rete che ruota intorno al Festival hanno veicolato diversi strumenti di coinvolgimento.

Da una parte il progetto “Mappa internazionale dei talenti locali” – i cervelli in fuga dalla nostra isola attraverso una mappatura per capire dove sono, cosa fanno e quale è il rapporto che hanno ancora con il nostro territorio – per costruire la rete dei sardi del mondo (leggi qui) e coinvolgerla durante e dopo il Festival nel processo di rilancio. “L’obiettivo è comprendere i bisogni dei territori e ad essi collegare il contributo professionalizzato di tutti quei sardi nel mondo che hanno la volontà di offrire le competenze ma non sanno come farlo”, spiegano i promotori.

Dall’altra sono state lanciate diverse open call. Una scientifica per la selezione di papers sui temi della rigenerazione territoriale e della sostenibilità ambientale. Una giornalistica per partecipare al Contest Giornalistico volto a scovare i migliori esempi virtuosi, propositivi e resilienti nel contesto dello sviluppo delle comunità locali. E ancora una artistica rivolta a attori, danzatori, performer, video-maker, avente ad oggetto la creazione di una residenza per artisti e la selezione dei partecipanti al pitch contest del progetto Giovani Idee. E infine una per innovatori pronti a proporre attività, laboratori ed esposizioni o a condividere le loro produzioni, competenze ed esperienze e, nello spirito della Banca del Tempo. “Dare spazio e connettere tali realtà è la leva più potente per rilanciare il futuro non solo nei luoghi in cui non si vede ma soprattutto in quelli in cui è persino impossibile immaginarlo- precisa Pirisi- questa è la sfida di ProPositivo e quindi del Festival della Resilienza”. Così da una parte il festival diventa un cantiere di costruzione di un ponte per riesca a favorire il rientro in Sardegna di chi per svariati motivi ha dovuto lasciare l’Isola. “Come noi tanti ragazzi sono emigrati ma tornerebbero volentieri a vivere nella nostra terra- dichiarano i fondatori di ProPositivo- e con il festival cerchiamo di creare le condizioni affinché questo possa avvenire”.

Monica Magro

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