Lifely, Glaamy, Guide Me Right: le nuove imprese nate grazie allo Startup Weekend Cagliari

L’avventura è iniziata nel 2013 quando per la prima volta in Sardegna si è parlato dello Startup Weekend, la più grande startup competition al mondo rivolta a tutti coloro che hanno delle idee e vogliono tradurle in progetti imprenditoriali. Oggi, con lo stesso entusiasmo della prima edizione, si rinnova per la terza volta, uno dei momenti più importanti per gli aspiranti startupper. Dal 29 al 31 maggio 2015, l’Open Campus, il “digital coworking space” di Tiscali – spazio che sostiene la cultura digitale e la cultura d’impresa – apre i suoi spazi ai creativi del business.

L’evento, promosso a livello globale dalla Kauffman Foundation e Google for Entrepreneurs, è organizzato dall’Open Campus che quest’anno vanta un nuovo alleato l’Agenzia Regionale del Lavoro con la quale si inaugura un nuovo modello di collaborazione tra una struttura pubblica ed un privato.

Un evento di riferimento per tutte le startup innovative. “Le prime due edizioni sono state un successo”, dice Alice Soru, head dell’Open Campus. “5 idee nate durante le edizioni precedenti sono diventate startup di successo”. Ma non solo startup: “La buona riuscita dell’evento è merito di tutti coloro che hanno partecipato perché sono riusciti a cavalcare con entusiasmo, grinta e passione la tre giorni, partecipando in maniera attiva, unendosi ai team e cogliendo una reale occasione di lavoro semplicemente mettendosi in gioco”. Un mondo, quello delle Startup innovative, che cresce sempre di più: nella prima edizione si erano messi in gioco circa cento giovani che sono diventati centoquaranta nella seconda. “Quest’anno ci aspettiamo una partecipazione ancora più ricca di giovani di modo che si ricrei la stessa atmosfera stimolante ed entusiasmante degli anni precedenti che sta poi alla base della creazione di un’impresa”, conclude Soru.

Il format è quello che delle precedenti edizioni dove le protagoniste saranno le idee. Si parte nel pomeriggio di venerdì 29 maggio quando, dopo la registrazione, tutti i partecipanti avranno a disposizione 60 secondi per presentare la loro idea. La seconda fase sarà quella dedicata alla votazione nella quale gli startupper dovranno raccogliere il maggior numero di voti per essere tra le idee finaliste. L’ultima fase, prima delle 54 ore non stop, sarà la costituzione dei team, un vero e proprio mercato delle professionalità dove tutti coloro che si sono iscritti “venderanno” le loro competenze alle idee migliori.

Da questo momento inizia il conto alla rovescia. Ogni team dovrà creare un business model, fare codice, impostare il design e fare una ricerca di mercato per valutare se la propria idea è sostenibile. Il tutto in un contesto privo di rischi durante il quale non si deve far altro che rimboccarsi le maniche e buttarsi a pieno ritmo nell’entusiasmante mondo delle startup. I team saranno supportati da diversi coach che stimoleranno i giovani imprenditori con suggerimenti e consigli. Domenica sera i progetti saranno presentati e valutati da una giuria di esperti, imprenditori e investitori.

Luca Sini, vincitore della prima edizione con Guide me right ci racconta che per lui partecipare allo Startup Weekend è stata “una grande opportunità. I soli tre giorni dell’evento sono molto utili per entrare a contatto con l’ambiente e capire se fa veramente per te. E se per caso scopri che fa per te, allora può essere l’inizio di un percorso dinamico, formativo, eccitante, motivante. Un percorso che non avrei mai saputo come iniziare altrimenti, ma che grazie allo SW ho intrapreso e ora sto vivendo appieno. Se penso a due anni fa, quando abbiamo partecipato allo SW, mi viene in mente una cosa: “beata ignoranza”. A suo tempo non avevo veramente idea di cosa avrebbe richiesto portare avanti una startup di questo tipo. Allo stesso tempo ogni volta che penso a quel fine settimana non posso fare a meno di sorridere”.

A due anni dal riconoscimento “Guide Me Right è forse nel momento più importante”, prosegue Sini. “Negli ultimi 18 mesi abbiamo lavorato per creare prima di tutto il team, poi il prodotto e la base utenti. Non è stato facile e abbiamo dovuto superare varie sfide (e chissà quante altre ci attendono) ma abbiamo fatto dei grandi passi avanti. Oggi il servizio è attivo in 8 regioni italiane con circa 150 Local Friend attivi che offrono più di 600 attività. Il team è composto ormai da circa 12 persone che, a vario titolo, lavorano allo sviluppo del progetto. Proprio negli ultimi mesi siamo riusciti a rafforzare il team e a coordinarci in maniera sempre più efficiente, sembra scontato ma non lo è, soprattutto in una startup. A breve rilasceremo una nuova versione sia del sito che della App mobile, sono sicuro che saranno molto apprezzate e che ci permetteranno di fare un importante salto di qualità”.

Anche Cinzia Carta di Glaamy, seconda classificata nel 2013, ci ha detto che è stata “una bellissima esperienza, positiva, entusiasmante e travolgente. Sono appena rientrata da Milano dove ho avuto l’opportunità di incontrare importanti aziende del settore e questo non l’avrei mai immaginato due anni fa, ma soprattutto non lo avrei mai immaginato se non avessi partecipato alla prima edizione dello Startup weekend. Milano è un passo importante e significa che il progetto sta crescendo e che risponde ad un reale bisogno. Dopo tanto lavoro iniziamo a raccogliere i primi frutti. Lavori lavori ma non sai mai dove potrai arrivare. Non tutto dipende da noi. Siamo partiti da un’idea embrionale ed oggi eccoci qui. L’inizio è stato difficile, mettere in moto una simile macchina, coinvolgere i giusti collaboratori, oggi siamo in 6, sperimentare il prodotto per capire dove poter migliorare il servizio. Ma soprattutto cercare di superare la ragnatela burocratica è stato, ed è, molto difficile. Ad esempio la legge per le startup innovative (la legge n. 221/2012 ndr) non agevola molto noi imprenditori, non si è fatto molto per agevolare realmente le startup e per poter andare avanti ci vuole determinazione e noi stiamo andando avanti. Dobbiamo cambiare il sistema – conclude Carta – e far diventare questi eventi un appuntamento fisso, ma ciò non significa trasformarli in appuntamenti “mondani”, si deve diffondere la cultura imprenditoriale di modo che tutti abbiano la possibilità di poter realizzare la propria idea. Tutti abbiamo il diritto di realizzarci”.

Antonio Solinas, che ha vinto la scorsa edizione con Lifely, ci ha raccontato a che punto sono arrivati oggi. “Va molto bene, anche se fare impresa è comunque un lavoro duro che va oltre l’idea e la sua realizzazione. Lifely quest’anno ha portato avanti la prototipazione del vaso e di tutta la componente software, Web e mobile. Siamo al punto di dover impostare la produzione e i canali di vendita e per questo è stato necessario costituirci come impresa , cosa successa proprio qualche giorno fa. Abbiamo fatto uno sforzo inoltre nella definizione di un business plan completo e pronto per investitori ed è stata nostra cura predisporre nello statuto dell’azienda tutte le voci per poter attingere a tutte le forme di investimento, dall’equity al crowdfunding alla possibilità di poter emettere strumenti finanziari. I semi di lifely hanno iniziato ad attecchire, adesso ci tocca invasare le piantine Emoticon smile”. Partecipare alla tre giorni, continua Solinas “è stata una bella, entusiasmante, energica e giovane esperienza anche per un 40enne come me. Se vuoi sentirti dentro Google ed interpretare Owen Wilson (Gli stagisti -The Internship) questa è l’occasione giusta. 54ore in cui stringi amicizie con sconosciuti, ti confronti e fai un passo avanti considerevole nella propria idea”.
Stimoli, idee, e confronto rendono lo startup weekend un appuntamento imperdibile per tutti coloro che desiderano entrare nel mondo dell’innovazione, avere un feedback sulla propria idea, vogliono acquisire nuove competenze, vogliono imparare a fare impresa e che siano pronte a mettersi in gioco e calarsi nei panni di un imprenditore.

Alessandro Ligas

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