La rivoluzione del vino parte dalla Gallura: tecnologia e innovazione nella cantina Siddùra

La rivoluzione enologica parte dalla Sardegna. La cantina Siddùra punta a cambiare antiche consuetudini sul vino attraverso innovazioni tecnologiche e di produzione. L’azienda vinicola di Luogosanto ha introdotto una novità sul mercato che parte da un concetto anch’esso a suo modo rivoluzionario: creare un Vermentino longevo che migliora dopo un anno di invecchiamento. In sostanza l’azienda applica ai vini bianchi lo stesso tipo di lavorazione che subiscono i rossi. Bianco, fruttato, terroir e di “lunga conservazione”. Il vermentino di Siddura è un vino longevo, strutturato, buono l’anno del suo imbottigliamento, ottimo quello successivo. La rivoluzione dei vini bianchi di Siddùra passa per la demolizione di una antica consuetudine: la scarsa durata temporale del vermentino in bottiglia. Siddùra ha deciso di percorrere questa strada e di proporre al mercato un nuovo concetto del vermentino. “La longevità dei vermentini di Siddùra parte dalla vigna – spiega Dino Dini, enologo di Siddùra – la scelta colturale, la forma di allevamento e la cura della vegetazione sono tutti elementi che implicano la creazione dei precursori aromatici tipici del nostro Vermentino. Le scelte proseguono in cantina, dove il contatto prolungato delle bucce con il mosto per un periodo stabilito di volta in volta, permette di maturare quello straordinario bouquet che rende le nostre bottiglie uniche e longeve”.

siddura sede

“Ritoccando alcune lavorazioni dal campo alla cantina otteniamo un prodotto che non ha una scadenza annuale, non deve essere consumato entro l’anno, ma ha una capacità notevole di invecchiamento – ribadisce Luca Vitaletti, agronomo di Siddura – quello base può arrivare a 2 o 3 anni, in barrique anche a 6 o 7 anni”. A legittimare questa scelta coraggiosa sono stati finora i tanti riconoscimenti che i massimi esperti del settore, a livello nazionale e mondiale, hanno attribuito al Maìa, il Vermentino di punta della cantina Siddùra: come i “ Tre Bicchieri” del Gambero Rosso, l’oro al Decanter, al Mundus Vini e all’International Wine Challenge.

Mentre al Decanter world wine awards di Londra che si è svolto lo scorso maggio, i tre vermentini Bèru, Spèra e Maìa hanno ottenuto un successo clamoroso in uno dei massimi concorsi vinicoli del mondo. Al Decanter hanno partecipato oltre 16mila vini prodotti da centinaia di cantine ubicate in tutto il mondo. I vini Siddùra hanno ottenuto dei risultati strepitosi: i bianchi Bèru, Spèra e Maìa sono tornati tutti dalla trasferta londinese con un certificato Decanter in dote. Il vermentino gallurese Bèru, barricato, di elevatissima qualità, si è aggiudicato l’argento. Spèra e Maìa hanno conquistato il bronzo. Il concorso, organizzato dal prestigioso magazine anglosassone Decanter, è unanimemente riconosciuta come una delle competizioni più prestigiose, sia per la quantità di cantine che vi partecipano, sia per la qualità della giuria chiamata a certificare la bontà dei vini: oltre 200 giudici hanno assaggiato 16 mila etichette dal 27 aprile al primo maggio e, dopo aver effettuato una sostanziosa scrematura, hanno nominato i vini migliori nelle due giornate finali del concorso, il 7 e 8 maggio. Per la cantina Siddùra, si tratta di un riconoscimento molto importante: prosegue il percorso di crescita dell’azienda, mantenendo le radici ben ferme e salde nel terreno gallurese. Il segreto? Un elemento importante è la passione per il lavoro tra i filari. L’attenzione e la cura, la scelta delle tecnologie più avanzate unite al rispetto totale dell’ambiente. Ma non basta. Secondo l’amministratore delegato di Siddùra, Massimo Ruggero, un fattore decisivo è rappresentato dal microclima ambientale, ideale, della vallata in cui crescono i vigneti.

Contenuto sponsorizzato da Cantine Siddura

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