IntendiMe, l’orecchio made in Sardinia che cattura i suoni per i non udenti

Promette sicurezza e indipendenza in modo apparentemente semplice e allo stesso tempo geniale. Si chiama IntendiMe (www.intendi.me con informazioni anche in inglese, francese, tedesco e spagnolo) ed è interamente pensato in Sardegna il sistema che migliorerà la qualità della vita delle persone sorde; il segreto è racchiuso in una tecnologia che cattura le vibrazioni prodotte dai suoni domestici e non: dall’acqua che sgorga dal rubinetto, al timer del forno che scatta, sino al telefono dell’ufficio.

Il sistema di orecchie virtuali è utile un po’ a tutti, soprattutto in casa. L’idea – che sarà realizzata entro i primi mesi dell’anno prossimo – è nata all’interno del Contamination Lab dell’università di Cagliari da un team di quattro giovani (Alessandra Farris, Antonio Pinese, Giorgia Ambu e Andrea Mura) e ha già ricevuto numerosi riconoscimenti e l’attenzione crescente d’investitori italiani e stranieri. Il gruppo ha partecipato recentemente alla finale dell’InnovactionLab di Firenze e a settembre sarà a New York di fronte a una platea ampia d’imprenditori, di startupper e di aziende innovative di grande successo.

Il cuore di IntendiMe è costituito da una placchetta, grande quanto una moneta da due euro; attaccata alla fonte di rumore prescelta, rileverà con esattezza le vibrazioni inviando una notifica allo smartphone o al tablet provvisti dell’applicazione che s’illumineranno e vibreranno avvisando così l’utente. La parte software consente di nominare agevolmente ciascuna placchetta installata così da localizzare immediatamente la fonte sonora. Una spesa contenuta per adattare con discrezione gli impianti esistenti evitando modifiche costose e cervellotiche.

Il kit potrà essere collegato anche a un bracciale per chi non vuole avere l’impiccio di un cellulare da portarsi dietro o, più semplicemente, non ha particolare confidenza con la tecnologia. Un’unità centrale, una sorta di modem, connetterà più telefoni, tablet e dispositivi da polso, gestendo al meglio tutte le notifiche. Chi ha una rete internet poi riceverà gli impulsi anche a distanza. «Questo – chiarisce Alessandra Farris – è un sistema di prodotto software e hardware che vuole dare sicurezza e indipendenza alle persone sorde in modo semplice ed economico, superando i limiti dei dispositivi attuali. Quelli presenti in commercio sono spesso complessi e per niente duttili».

Le novità non si esauriscono qui; IntendiMe è sempre in funzione e lo porti dove vuoi, in vacanza o sul luogo di lavoro, e può persino fungere da allarme per la casa: «Le possibilità di uso sono potenzialmente tantissime, è sufficiente staccare la placchetta e attaccarla dove occorre: al telefono dell’hotel o a quello dell’ufficio e pure all’ingresso dell’abitazione. Il segnale è mandato in qualunque momento ed è attivo ventiquattro ore su ventiquattro. Si possono monitorare il campanello, il citofono, l’allarme antincendio, la sveglia insomma una gamma vastissima di oggetti».

L’ambizione è diffondere questa soluzione il più possibile: «IntendiMe abbraccia ogni tipo di sordità derivante da malattia, dal lavoro, dall’età e di qualunque entità, stiamo parlando di decine di migliaia di persone solo in Italia ma vogliamo che questa tecnologia sia accessibile anche agli abitanti dei Paesi più poveri; ora – conclude Alessandra – stiamo concentrando i nostri sforzi sulla produzione e se tutto dovesse andare bene cercheremo di avere altri collaboratori coinvolgendo in prima battuta proprio le persone sorde».

Giovanni Runchina

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