In Sardegna 60 piante a rischio: c’è pure il cardo del Gennargentu

Nell’Isola ci sono almeno 60 specie vegetali a rischio estinzione. L’allarme è chiarissimo e l’ha lanciato il professor Gianluigi Bacchetta, docente di Botanica applicata dell’Ateneo Cagliaritano. “Bisogna agire in fretta per conservarle, e questo è il compito che gli studiosi dell’Università di Cagliari portano avanti da anni”, ha ribadito durante il suo intervento uno workshop a tema nella sede di Sardegna Ricerche. E infatti il titolo non è casuale: “Tecnologie Innovative per la valorizzazione della Flora autoctona della Sardegna nel settore biomedicale”, organizzato dal Centro di Conservazione Biodiversità i cui lavori sono stati moderati dalla professoressa Anna Maria Fadda, direttore del Dipartimento di Scienze della vita e dell’Ambiente.

Il bilancio. “La flora endemica della Sardegna consiste di 183 taxa (le categorie sistematiche corrispondenti a entità, raggruppamenti ordinati degli esseri viventi ndr), di cui 142 sono specie, 29 sottospecie, 4 varietà e 3 ibridi, appartenenti a 39 famiglie e 75 generi” ed aggiunge di questi “per quanto riguarda lo status di conservazione degli endemismi esclusivi della Sardegna, 60 taxa sono inclusi nella Lista rossa regionale, 9 di questi sono considerati critically endangered (CR), 10 endangered (EN), 13 vulnerable (VU) e 28 lower risk (LR). Inoltre, 33 taxa sono inclusi nella Lista rossa nazionale”.

Tra le piante in pericolo di estinzione il professor Bacchetta cita il ribes sardoum (Ribes Sardo) un arbusto di circa 1 -2 metri dalle foglie piccole che vive nei calcari dolomitici giurassici del Supramonte di Oliena (località Su Pradu) ed il Lamyropsis microcephala meglio conosciuto come cardo del Gennargentu, una pianta perennemente cespugliosa alta fino ad 80 centrimentri che ha il suo habitat in una ristrettissima area ad una altitudine media di 1600 metri nelle pendici orientali del Bruncu Spina.

Le iniziative. Ma cosa è stato fatto per proteggere la flora Sarda? “Sono passati 10 anni da un disegno di legge che prevedeva la conservazione di queste specie ma ad oggi non è stato ancora approvato – ha continuato il docente – L’unico modo per proteggere la nostra flora ci viene dato dall’Unione Europea” attraverso la direttiva Europea “Habitat” (92/43/CEE) che richiede ai singoli Stati Membri di identificare un network di aree da proteggere e di focalizzare gli sforzi di conservazione per gli habitat e le specie. Nel territorio sardo sono stati indicati 20 taxa vegetali, 9 dei quali endemici esclusivi.

Dal 2003, da quanto è stato istituito il Centro Conservazione Biodiversità (Ccb), presso l’Ateneo del Capoluogo si sono intrapresi, a livello regionale, studi dal punto di vista tassonomico, biosistematico ed ecologico delle specie a rischio d’estinzione (ma anche delle specie vegetali di interesse conservazioni stico), con l’obiettivo di proporre le strategie più adeguate per la loro conservazione.

I primi approcci risalgono al progetto Interreg III B “Genmedoc” (2004-2006), che ha consentito di avviare le indagini su 16 taxa endemici con l’elaborazione di protocolli di gestione che combinando la conservazione ex situ (raccolta e conservazione del germoplasma), con quella in situ (monitoraggio, recupero e implementazione delle popolazioni naturali). A cui sono seguite altre attività di monitoraggio e di studio delle popolazioni di altri taxa, attraverso numerosi progetti di conservazione delle specie vegetali endemiche a rischio di estinzione della Sardegna. Ma sottolinea il docente “di anno in anno si affrontano complessità sempre crescenti”.

Inoltre, secondo gli studiosi, molto importante è stata la costituzione della Banca del germoplasma, creata e finanziata dall’Assessorato tutela Ambiente della Provincia di Cagliari, che ha consentito di conservare i semi di moltissime specie vegetali, ma anche archeobotanica (lo studio dei resti vegetali antichi recuperati nell’ambito di contesti di natura archeologica), studi genetici, educazione Ambientale e tante altre attività, ma come ricorda il docente “molto resta da fare”.

Ad oggi è stato valutato il 2,88% delle flora sarda ed il 21,6% delle endemiche esclusive.

Alessandro Ligas

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