Grande successo per Smart Cityness, oltre mille i partecipanti all’edizione 2016

Sono stati oltre mille i partecipanti alla terza edizione del festival Smart Cityness, l’evento di riferimento del panorama cagliaritano, e regionale, per i temi legati all’innovazione territoriale e sociale, in cui cittadini, imprese e istituzioni si conoscono e confrontano per creare collaborazioni e sviluppo. Il festival è stato organizzato dall’associazione Urban Center con l’obietto di creare un’occasione in cui i cittadini siano parte attiva delle innovazioni e della vita dei territori attraverso un modello reticolare che mette insieme diversi aspetti e modalità di sviluppo.
Il primo tema ad essere stato dibattuto è stato “territori intelligenti”.

L’Assessore alla Innovazione tecnologica, Comunicazione e Politiche per il decoro urbano del Comune di Cagliari, Claudia Medda, ha raccontato il percorso che il capoluogo di regione sta affrontando per diventare Smart City. L’Università degli studi di Cagliari, con i ricercatori e il Prorettore all’Internazionalizzazione, Alessandra Carucci, hanno raccontato ciò che la ricerca sta facendo per contribuire a far diventare smart city Cagliari ed hanno messo in luce le nuove idee ed i nuovi progetti che si stanno portando avanti. Hanno preso parte al dibattito anche le migliori start up che si stanno affacciando al mercato come Veranu, che ha come obiettivo quello di creare un pavimento in grado di generare energia semplicemente camminandoci sopra, ed IntendiMe, affermata realtà cagliaritana che ha sviluppato un innovativo sistema per migliorare la vita delle persone affette da problemi di udito, facendole sentire più indipendenti e al sicuro. Ma anche luoghi come il Fablab che aiutano a realizzare piccoli e grandi progetti, che ha presentato le attività e gli obiettivi degli artigiani 2.0.

Durante le due serate di sabato e di domenica sono stati affrontati i principali temi di interesse strategico e di sviluppo della Sardegna: l’agroalimentare e l’enogastronomico, cultura e creatività. Durante le due conferenze sono stati messi in luce le opportunità, le problematiche e le possibili soluzioni per innovare l’artigianato, preservare il valore della tradizione e garantire la qualità nella produzione dei prodotti locali, partendo da un’analisi delle eccellenze del nostro territorio. Alessandra Guigoni, ha guidato il dibattito del primo pomeriggio di sabato dove ha messo in luce le storie dei produttori di birra e di formaggi dei territori. Storie che si sono intrecciate con la ricerca che deve avere un forte legame con le imprese, per poter essere in linea con i desideri dei produttori. “Spesso si pensa alla birra in Sardegna come tante piccole Ichnusa, ma il mondo delle birre è tutt’altro – ha raccontato Luca Pretti, ricercatore di Porto Conte Ricerche -. C’è tanta sperimentazione in Sardegna, una sperimentazione che parte dallo studio delle materie prime perché i malti non sono tutti uguali” e la qualità delle birre cambia, se cambiano i prodotti con cui si produce. In Sardegna nascono oggi realtà sperimentali importanti come il luppoletto dimostrativo di Orosei. Dieci anni fa c’erano in Italia tra gli 80/90 birrifici e 300 birre, adesso si contano più di 1000 i birrifici in Italia di cui 30 solo in Sardegna.

Durante la conferenza della domenica, che ha visto la partecipazione di Mehdi Ben Cheikh, artista e noto gallerista franco-tunisino che ha sviluppato, a Parigi e sull’isola di Djerba, due importanti progetti di gallerie d’arte a cielo aperto, si è avuto la possibilità di approfondire i temi della creatività, dell’arte e, più in generale, della cultura in rapporto allo sviluppo sociale ed economico dei territori. Durante il dibattito si è parlato della mutazione di San Sperate che grazie ai suoi murales “si è trasformato da paesino grigio al paese dei colori dove gli anziani sono i critici d’arte e gli artisti sono ospiti della comunità”.

All’interno della programmazione della due giorni hanno trovato spazio anche i momenti dedicati ai laboratori, che fin dall’edizione 2014 hanno caratterizzato gli appuntamenti del festival. Sono stati oltre 100 i partecipanti, tra studenti universitari, bambini, cittadini, e imprenditori, impegnati nei workshop curati da Open Hub, Cagliari Incompiuta, CoderDojo Quartu e Nordai, e nell’hackathon realizzato in collaborazione con Need for Nerd e il Contamination Lab dell’Università di Cagliari. Diverse sono le idee nate all’interno dei momenti collaborativi come gli “itinerari del gusto”, le “mappe delle opere incompiute”, gli “open data per migliorare i servizi”. Vincitore dell’hackathon è stato il progetto “Saving Makers” una piattaforma che mette in contatto artigiani e consumatori. Nodo fondamentale del festival è stata l’area Expò che ha ospitato diverse realtà imprenditoriali ed istituzionali e si poneva come baricentro tra le aree dedicate ai laboratori ed ai forum.

Alessandro Ligas 

 

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