Epilessia, dietro c’è la mutazione di un gene. Ricercatore sardo nel team Cnr

Si chiama Luca Murru, nato a Cagliari nel 1980, una carriera all’università di Cagliari: prima la laurea in Scienze Biologiche e poi il dottorato in Neuroscienze. Fino alla scoperta di un meccanismo che sta alla base di alcune mutazioni nel gene Kiaa1202 che causano epilessia e disabilità intellettiva. Murru fa infatti parte del team di ricerca dell’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Milano che fatto questa rilevante scoperta capace di rivoluzione i trattamenti delle due malattie. La ricerca scientifica, coordinata da Maria Passafaro, e pubblicata sulla rivista Nature Communication.

I dati e la mappa 

L’epilessia è oggi una delle malattie neurologiche più diffuse, sono oltre 300.000 le persone epilettiche in Italia, si stima una percentuale compresa tra lo 0.5 e lo 0.8 % della popolazione (fonte Fondazione Italiana per la Ricerca sull’Epilessia). In Sardegna la malattia coinvolge circa 12-15 mila persone, i dati sono in linea con quelli internazionali, e le fasce d’età più colpite sono quella neonatale e anziana. Maggiore è invece il numero di pazienti che soffrono di disabilità intellettive in Italia, circa 2 milioni, con circa casi 50.000 nell’isola.

La ricerca

Da sempre la ricerca è impegnata a comprendere le cause di queste due patologie e solo grazie ad un lavoro di team si è dato un ulteriore contributo. Ha detto Luca Murru: “Il cervello è un Murru epilessiasistema molto complesso per via delle miliardi di interconnessioni tra le diverse aree. Si deve entrare in un ottica in cui le aree cerebrali non siano a compartimenti stagni, ognuna di queste comunica con le altre, che siano vicine o lontane non importa, e il loro linguaggio si traduce in un equilibrio eccitazione/inibizione. Se c’è un problema nel “linguaggio” allora si hanno delle disfunzioni che si manifestano anche a livello comportamentale”. Non sono ancora certe le cause dell’epilessia e della disabilità intellettiva ma in alcuni casi sono causate da mutazioni genetiche riguardanti il gene Kiaa1202, che contiene le informazioni per produrre la proteina Shrm4. Lo studio ha scoperto il suo importante ruolo svolto nel sistema nervoso centrale. “Con i miei colleghi – spiega Murru – abbiamo dimostrato che questa proteina è fondamentale per il corretto posizionamento nella sinapsi di un tipo di recettore inibitorio, il recettore GABAB. Inoltre abbiamo provato che il corretto posizionamento di questo recettore nella sinapsi è mediato da una proteina chiamata dineina che agisce come motore molecolare e che Shrm4 funge da adattatore tra il motore e il recettore GABAB, portando alla corretta localizzazione di questo recettore sulla sinapsi”. Ha aggiunto: “Abbiamo scoperto che quando questa proteina è assente questo recettore non raggiunge correttamente la sinapsi non potendo quindi svolgere la sua funzione inibitoria. Le sinapsi, e quindi il cervello per funzionare correttamente deve avere un corretto bilanciamento tra inibizione ed eccitazione. Uno sbilanciamento da una parte o dall’altra porta a dei fenotipi patologici”.

Non ama sentirsi definire il padre di questa ricerca anche se ha avuto un ruolo importante. “Il mio ruolo è stato studiare dal punto di vista funzionale – spiega la sua mansione Murru – attraverso tecniche di elettrofisiologia, l’effetto dell’assenza della proteina Shrm4 sulla neurotrasmissione nell’ippocampo, dimostrando che quando questa proteina è assente si ha una ridotta componente inibitoria che causa uno sbilanciamento dell’equilibrio eccitazione/inibizione. Questo ha portato a un’aumentata suscettibilità alle crisi epilettiche degli animali privati della proteina Shrm4, inoltre hanno dimostrato un aumento dei comportamenti ansiosi e deficit di apprendimento e di socialità”.

Luca Murru sottolinea come nella ricerca condotta sia stato fondamentale il lavoro di gruppo dove diversi studiosi hanno lavorato per un fine comune e ognuno ha fornito degli input veramente importanti e unici. “Non c’è una sola individualità, tutti gli esperimenti fatti sono legati da un filo comune. Ogni step sperimentale porta alla costruzione di nuove ipotesi che devono essere verificate sperimentalmente. Se nel nostro gruppo non avessimo prima dimostrato che Shrm4 regola la localizzazione del recettore GABAB non avremmo potuto dimostrare che le alterazioni molecolari portano anche a uno squilibrio funzionale della neurotrasmissione e, sopratutto, che siano causa determinante per la suscettibilità all’epilessia, all’ansia e alle disabilità intellettive”. Lo scoperta apre ora la strada a possibili innovativi trattamenti per i pazienti affetti da queste patologie ponendo basi più solide per il proseguo della ricerca e per la messa a punto di cure.

Alessandro Ligas

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