‘Electra tongue’, dall’Isola la linguetta per le ricariche sicure

Un soluzione semplice, economica, pratica ma soprattutto utile per ricaricare in sicurezza i nostri smartphone, tablet quando non abbiamo un ripiano utile. La soluzione è “Electra tongue”, una “linguetta forata” che permette di appendere il nostro apparecchio tra la presa elettrica e la spina dell’alimentatore.

L’idea è nata da due giovani sardi che si sono conosciuti nel 2013, frequentando i gruppi di partecipazione all’iniziativa politica di “Sardegna Possibile”. Nella nascente amicizia i due parlano anche di un “difficoltà” di vita quotidiana: evitare allo smartphone incidenti durante la ricarica. Da questo scambio di informazioni nasce un’idea di prodotto che confluisce in un progetto d’impresa: la R&S Solutions srls. Una società a responsabilità limitata semplificata, costituita nel mese di maggio del 2014, che si occupa di Ricerca & Sviluppo di “idee innovative” che possono divenire prodotti o processi per risolvere dei problemi, delle esigenze o delle aspettative di mercato. Come nel caso di “Electra Tongue”.

Dall’idea al mercato la strada è lunga, e per arrivarci è stato necessario seguire un percorso di validazione che ha dato come risultato la realizzazione di alcuni prototipi e il deposito della domanda di brevetto prima italiano, presso la Camera di Commercio di Torino, e poi internazionale PCT, a cui seguiranno infine quelli “nazionali” in giro per il mondo.

Electra Tongue può essere facilmente integrato in tutti gli smartphone, ma anche nei tablet, power bank, microcamere, nei loro accessori (custodie, cover), non escludendo la possibile realizzazione di applicazioni di retrofit o oggetti universale utilizzabile su tutti i prodotti. È sicura al 100% in quanto la linguetta è costruita con un materiale non conduttore che non permette il suo riscaldamento, racconta Raimondo Piras, uno dei soci fondatori.

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Tre sono i modelli di business che i soci hanno previsto. “Intendiamo, prima di tutto, vendere licenze ad una primaria impresa, uso esclusivo, per singole applicazioni del brevetto su prodotti attuali e futuri, o più licenze e sub licenze, ad uso non esclusivo, con limiti territoriali o meno” dice Piras. E aggiunge: “Una seconda ipotesi è partecipare alla produzione e vendita di prodotti contenenti il nostro brevetto. La “terza via” è portare a compimento il percorso di “Ricerca & Sviluppo” di altre idee e nuovi “sogni nel cassetto”.

La squadra. Il team si compone dei due soci fondatori, e diversi collaboratori. “Con nuovi scenari alle porte la squadra si allarga necessariamente. Ai due soci si affiancano un ingegnere ed un avvocato esperti nel settore brevettuale, un video maker 3D, un grafico pubblicista, un piccolo imprenditore impegnato in Cina, ora un esperto in informatica e lingue, tramite questi si stanno presentando nuove opportunità di relazioni e possibilità di business”, racconta Raimondo Piras.

Difficoltà. Le complicazioni maggiori sono rappresentate dalla mancanza di adeguate risorse finanziarie e dai sostegni in tal senso “a cui si sono sommati anche alcuni “incidenti” di percorso, come la burocrazia, il tempo che trascorre velocemente e le scadenze che incombono” sottolinea il socio cofondatore. Che aggiunge: “la fase di pre-costituzione ed i due anni di vita della società sono stati autofinanziati dai soci in particolare le ricerche ed il deposito brevettuale italiano. Per l’estensione internazionale è saltato il primo appuntamento dei bandi di Sardegna Ricerche, per una banale questione burocratica. Abbiamo fatto tesoro delle difficoltà ed al secondo bando abbiamo ricevuto 15mila euro di contributo con obbligo di co-finanziamento di non meno di 10mila, tra spese dirette ed indirette”. Ma hanno trovato difficoltà anche ad incontrare l’interesse dei primi interlocutori, o più “semplicemente“ ad arrivare a comunicare con i top manager delle multinazionali. “La soluzione a queste problematiche – conclude Raimondo Piras – è stato essere presenti alla fiera mondiale Ifa di Berlino, conclusasi la settimana scorsa. Che oltre ad aver portato contatti interessanti ci ha permesso di avere una visione globale di quel che si muove nel settore”.

Oggi la società lavora per prepararsi alla ricerca di un idoneo partner finanziario, in particolare tra i “venture capital”specializzati in sostegno alle start up. Ma si appresta anche a varcare i confini nazionali e comunitari per atterrare in Giappone, dove sarà presente ad una tre giorni di incontri tra industriali, innovatori e portatori di brevetti.

Alessandro Ligas

 

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