Il commercio elettronico arriva in Italia a quota 29 miliardi di Euro

Oggi il commercio elettronico sta entrando in modo sempre più stabile e diffuso nelle abitudini degli italiani. Sono tantissimi gli utenti che acquistano online prodotti di ogni genere, inclusi alimentari e farmaci. Questo è in sintesi il quadro emerso dalla ricerca “E-commerce in Italia 2016” elaborata da Casaleggio Associati, società di consulenza per le strategie nel digitale che ogni anno presenta una delle maggiori ricerche relative all’andamento del commercio elettronico nel nostro Paese.

Numeri. L’e-commerce in Europa vale 477 miliardi di dollari, ed è trainato da Francia, Germania e Regno Unito che coprono due terzi del fatturato. In particolare nel Regno Unito il fatturato nel 2015 è di 60 miliardi di sterline, con il mobile che copre un terzo delle vendite. L’Italia è al settimo posto nella classifica dopo Olanda e Spagna. Nel 2015 in Italia le vendite online sono aumentate del 19% rispetto al 2014, raggiungendo un fatturato di 29 miliardi di Euro. La percentuale delle imprese che vendono tramite marketplace è aumentata del 33% rispetto all’anno precedente. Mentre sono 16 mila le aziende italiane che si affidano al commercio elettronico per espandere il proprio business. Secondo le stime i negozi online arriveranno a 50 mila entro il 2025.

Sono numeri da capogiro – dice Luigi Vargiu, imprenditore e fondatore di Strogoff s.r.l., azienda cagliaritana specializzata in e-commerce   – se pensiamo che solo 10 anni fa il settore contava un fatturato di circa 2 miliardi”.

Il report presentato il 17 Aprile 2016 presso la Camera di Commercio di Milano parla chiaro: le imprese italiane non possono più trascurare il web come fonte di investimento e guadagno. Un documento che non solo si pone come un punto di riferimento per il settore, ma trasmette anche preziose informazioni anche ai commercianti che vogliono comprendere meglio dinamiche e opportunità offerte dal web per vendere anche, o solo, online. Aggiunge l’imprenditore sardo: “In Italia ed in Sardegna possiamo e dobbiamo crescere, altrimenti vedremo abbassarsi ulteriormente i fatturati delle aziende che operano solo sul canale “fisico”, e non dobbiamo per forza guardare solo alla penisola, avendo il vantaggio di stare su una piattaforma logistica eccezionale (per alcuni prodotti)”.

I settori. In generale tutti hanno beneficiato dell’e-commerce ma la ricerca mette in evidenza come i centri commerciali online abbiano trainato tutto il comparto, infatti nel 2015 sono cresciuti del 140% rispetto all’anno precedente. “Marketplace come Amazon conquistano sempre più utenti –  aggiunge Luigi Vargiu –  grazie a procedure d’acquisto semplificate e campagne di marketing multicanale”. Ma la vera sorpresa del 2015 è stata il settore alimentare, che segna un +77% rispetto all’anno precedente, grazie all’apertura di nuovi e-commerce dedicati alla consegna a domicilio dei prodotti freschi. Luigi Vargiu sottolinea “Anche in Sardegna, un territorio dove l’economia agro-alimentare è fondamentale, nascono nuovi canali di vendita di prodotti freschi e genuini, coltivati qui e distribuiti in tutto il mondo”. Tema emerso anche durante il convergo svoltosi ad Abbasanta nell’ambito del progetto “Rural Training” organizzato dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Sardegna. Un altro settore in forte crescita, come emerge dallo studio, è quello dell’editoria grazie alla vendita di e-book e servizi di abbonamento online.

Il rapporto mette in evidenza l’importanza del canale mobile, che grazie alle App ed ai siti accessibili anche dagli smartphone e dai tablet diventa cruciale e si prospetta determinante per il futuro.” I supporti mobili – si legge nel report – permettono una maggiore frequenza di interazione e una migliore user experience’ e per tale motivo non sono più trascurabili da chiunque voglia vendere online”. Lo studio mette in luce come un altro fattore da non sottovalutare siano stati gli investimenti in advertising. Luigi Vargiu dice: “le vendite oggi passano anche dalla promozione e dalla pubblicità online. In un settore sempre più competitivo, avere un e-commerce non basta, occorre farsi trovare dal proprio target”.

Segnali incoraggianti. In Italia il rapporto mette in evidenza come i segnali siano positivi “Tuttavia – conclude Luigi Vargiu – gli imprenditori italiani devono correre, e per capirlo basta volgere lo sguardo all’estero, dove comprare in un negozio online è una prassi ampiamente diffusa e sedimentata a tutti i livelli sociali. Chi vende bene in patria, poi avvierà e-commerce analoghi in Paesi limitrofi e quindi anche da noi, prendendoci fette di mercato”.

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