Arriva a Carbonia il primo FablabSulcis

Il primo FablLab in Sardegna è nato a settembre del 2013 ed è diventato operativo dal primo gennaio del 2014 negli edifici immersi nel verde di Sardegna Ricerche presso Pula: il Fablab di Sardegna ricerche. Uno degli ultimi ad esser costituiti in Sardegna invece è il FabLab Sulcis, nato a Carbonia, nel maggio di quest’anno come Associazione di Promozione Sociale ospitato presso la sede di Novaprom, società specializzata in ambito IT, con cui esiste una stretta collaborazione.

Obiettivi. Il Fablab Sulcis nasce per dare una risposta efficace alla ricerca di professionalità nel settore IT e parte dall’esperienza e dalla voglia dei Soci Fondatori di creare qualcosa di concreto in un territorio “martoriato” dalla crisi industriale con lo scopo di promuovere il sapere e l’attività scientifica. Uno spazio con l’obiettivo di portare la Digital Fabrication e la cultura Open Source nella provincia di Carbonia Iglesias. “Un luogo fisico, dove macchine, idee, persone e approcci nuovi si possano mescolare liberamente” racconta Michele Cau.

Sono passati due anni e mezzo da quando in Sardegna è approdato il primo FabLab e da allora sono rimaste identiche la voglia di cambiare e la voglia di superare la crisi attraverso quella che viene definita la “nuova rivoluzione industriale”, la terza. Una rivoluzione che attraverso una nuova visone della struttura dei processi di trasformazione dei beni cambia completamente i paradigmi a cui fin ad oggi siamo stati abituati.

“Dal 2013 ad oggi” ci racconta Michele Cau responsabile FabLAB Sulcis e presidente dell’associazione, “è cambiata la consapevolezza di ciò che si può fare facendo rete, networking e di come le collaborazioni sono il vero valore aggiunto per una qualsiasi attività. Pensare di stare nel “garage” rinchiusi con la paura che qualcun’altro possa copiare le proprie idee è ormai un “pensiero superato”. Se sai fare, lo spazio per lavorare lo trovi e oggi più che mai non si può sapere tutto ma occorre concentrarsi su ciò che si sa fare meglio e ricercare collaboratori seri e preparati per le altre competenze. L’unione fa’ la forza e determina il successo di una qualsiasi iniziativa”.

Esigenze del territorio. Sono diverse le realtà artigianali che ancora utilizzano le tecnologie tradizionali e che non hanno ancora avuto modo di cogliere le opportunità della fabbricazione digitale ma che soprattutto stanno troppo rinchiuse nel loro laboratorio artigianale. Il FabLAB in quest’ottica vuole essere il facilitatore di competenze, un luogo fisico dove gli artigiani “possono utilizzare attrezzature ad alto contenuto tecnologico per realizzare nuovi prodotti finiti o dei semplici prototipi senza dover necessariamente acquistare macchinari costosi e/o senza avere le specifiche competenze sul loro utilizzo” sottolinea Michele Cau, che precisa “per poter sperare di aumentare il tasso d’innovazione di un territorio il punto chiave è da ricercarsi nella formazione delle risorse umane e nell’incontro con le nuove tecnologie”.

La filosofia del FabLab Sulcis. È semplice: si studia la teoria (e tutti gli aspetti di “problemsolving”) e subito si mettono in pratica le conoscenze acquisite per verificare i risultati. Per poter capire bene di cosa si sta parlando basta fare un paragone con ciò che accade nella scuola pubblica italiana “uno dei suoi problemi più rilevanti è l’estrema focalizzazione sugli aspetti teorici, senza considerare quelli pratici” racconta Michele Cau, che aggiunge “mentre per noi occorre dare ampia importanza alla parte pratica. Per questo motivo, uno dei nostri settori più sviluppati, è quello relativo agli aspetti della formazione partendo dal coding e dalla robotica educativa (con i ragazzi delle elementari) per arrivare alla programmazione di schede come Arduino o RaspBerry per i ragazzi più adulti”.

I soci fondatori. La squadra è composta da figure con professionalità specifiche nei diversi settori come sviluppatori software e web, modellazione e prototipazione 3D, esperto in droni, specialisti in sistemi di automazione e PLC, formatori ed educatori, psicologi ed esperti in DSA. Gli ideatori sono: Michele Cau, 45 anni, perito informatico, si occupa di IT dal 1991; Giancarlo Orrù, 45 anni, si occupa dello sviluppo di software con particolare attenzione ai sistemi embadded per settore auto motive; Carlo Cattoni, 55 anni, è stato uno dei primi in Italia a creare supporti multimediali e ha diversi brevetti depositati in ambito tecnologico, ha nel suo curriculum diverse esperienze nel settore IT. Stefania Pellegrino, 27 anni, laureata in Informatica, esperta in programmazione, grafica e web design; Fabio Piras, 26 anni, diplomato in Informatica, programmatore e web developer.

Cosa si è realizzato. L’associazione è appena nata ma sono stati diversi i riscontri positivi sia dagli utenti che dalle istituzioni. “Abbiamo partecipato” racconta Michele Cau “in collaborazione con un importante produttore italiano leader nel settore, alla progettazione di 2 laboratori per lo studio e la lavorazione dei gioielli che mediante l’impiego di workstation grafiche e stampanti 3D consente agli studenti di apprendere le tecniche per realizzare i prototipi che poi vengono trasformati in gioielli tramite la tecnica della microfusione”. Ma anche coding nelle scuole “una nuova “materia” che consente agli studenti di acquisire importanti metodologie di studio applicabili a diverse materie, non necessariamente ad indirizzo informatico”.

Prospettive. Il prossimo passo sarà la realizzazione di un laboratorio “mobile” per portare direttamente dove c’è bisogno, nelle scuole e nelle aziende, le competenze presenti nel laboratorio di fabbricazione digitale di modo da divulgarle e creare sinergie nel territorio, “importantissime per il rilancio dell’economia locale” conclude Michele Cau.

Alessandro Ligas

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