Apre il FabLab UniSS: un luogo dove la ricerca incontra la tradizione

Sono cinque i laboratori di Fabbricazione digitale, i FabLab, presenti in Sardegna: uno in provincia di Cagliari, uno nella provincia di Nuoro, uno nella provincia di Olbia Tempio e due in quella di Sassari.

Il primo FabLab ad essere stato inaugurato, nel febbraio del 2014, è stato quello di Sardegna Ricerche. Laboratorio nato, a seguito del fenomeno dei makers (artigiani tecnologici) e dall’entusiasmo emerso durante la prima edizione di SINNOVA 2013, con l’obiettivo di promuovere l’innovazione tecnologica offrendo a tutti la possibilità di sperimentare nuove forme di creatività e condividere i propri progetti in rete. L’ultimo FabLab ad esser stato inaugurato, il 16 Ottobre, è stato quello dell’Università di Sassari: il FabLabUniSS.

Il laboratorio turritano è nato come estensione dell’incubatore tecnologico CUBACT e ne condivide missioni ed idee, vuole essere un punto di riferimento per fornire servizi, strumenti e competenze, per muoversi nel mondo della prototipazione e fabbricazione digitale.

Cosa sono. I FabLab sono laboratori di scala ridotta ad alto contenuto tecnologico che offrono tutti gli strumenti necessari per trasformare l’idea in un progetto reale e per realizzare quella che molti hanno definito “la terza rivoluzione industriale” dove il cambio di paradigmi di produzione si fonde con i nuovi concetti della condivisione e del coworking che permette da un lato di aumentare il tasso d’ innovazione delle imprese artigiane e dall’altro la creazione di reti che sviluppino un nuovo modo di vivere e leggere il quotidiano ma soprattutto dove si uniscano diverse competenze.

Ma che cosa si è realizzato all’interno del FabLab dell’Università di Sassari? Fablab Uniss2jpg
È appena nato ma sono già diversi i progetti che sono stati portati avanti. Test per saggiare la sensibilità dei ricercatori ma anche per capire le reali potenzialità del laboratorio. Progetti all’avanguardia e in linea con ciò che succede in altre parti del mondo come la realizzazione di prototipi anatomici, per ora ossa (vertebre e femori) a scopo sia didattico, come ad esempio spiegare il trauma, che di pianificazione e analisi preoperatoria, come poter provare delle protesi prima dell’operazione, il tutto partendo dai modelli tridimensionali estratti dalle relative tac e risonanze magnetiche, realizzati dal gruppo di specializzandi del professor Manunta. È stata ricostruita in una settimana, dal professor Mastino, un modello 3D di un’epigrafe romana tramite rilievo a sequenza fotografica (Structure from motion-SfM, RangeMap) via software e successivamente stampata tridimensionale. Inoltre è stata realizzata la prototipazione di una working station wireless eportabile per analisi elettrochimiche automatizzate mediante l’utilizzo di micro e bio- sensori fuori dal laboratorio o in ambienti protetti o controllati, progetto realizzato un’idea del professor Pierandrea Serra e dottor Gianfranco Bazzu. Ma si è anche testata la potenzialità delle macchine e dei materiali utilizzabili, da parte dei tecnici Andrea Melis e Nicola Labate, che ha permesso di comprendere meglio i nuovi strumenti.

Che cosa si potrà realizzare in futuro? Sono tantissime le prospettive che un laboratorio di fabbricazione digitale può aprire sia ai ricercatori sia a tutti coloro, privati o imprese, che abbiano idee da testare. E sono un esempio da questo punto di vista le idee nate all’interno dei FabLab già esistenti sia in Sardegna che nel mondo. Come la Cucina Leggera di Stefano Vasconcellos Carta, ma anche un tutore innovativo che garantisce maggior movimento e libertà realizzato da Fabio per amore della figlia Roberta e tantissimi altri progetti più o meno noti.

L’anima dei FabLab è sicuramente il frutto dato dalle idee delle persone ma queste non si realizzerebbero senza una serie di strumenti che hanno di fatto stimolato la nascita dei laboratori nel mondo come scanner e stampanti 3D, fresatrici, banchi da lavoro attrezzati per eseguire piccole lavorazioni di falegnameria, meccanica ed elettronica; software professionali per la modellazione digitale e per la preparazione delle lavorazioni da inviare ai macchinari e così via.

Luoghi innovativi e concetti base. Per poter sviluppare un sistema economico funzionale e adatto alle esigenze del territorio che porti alla creazione di nuovi prodotti e servizi, e in generale nuova occupazione, è necessario che si creino luoghi di incontro e di contaminazione che si basano sui concetti di “share, learn and make” ossia “condividi, impara e fai”. Luoghi in cui non solo si potranno mettere alla prova le idee ma anche spazi in cui verranno organizzati workshop, corsi di formazione e seminari di approfondimento per dare un significato reale ad un luogo di relazioni e condivisione, che possa mettere in comunicazione reale giovani studenti con professionisti, professori ed imprese, creando sinergie e facilitando lo scambio di idee. Un laboratorio aperto a tutti quelli che hanno creatività, immaginazione e voglia di costruire e progettare in uno spazio condiviso.

Alessandro Ligas

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