Il 30 aprile è l’Internet Day, trenta anni fa la Sardegna al centro del mondo

Il 30 aprile 1986 l’Italia si connette per la prima volta. Da quella data sono passati 30 anni. La prima connessione è avvenuta dal Centro universitario di Pisa alla stazione di Roaring Creek in Pennsylvania. Soltanto pochi bit via satellite ma da allora la Rete è diventata centrale per i professionisti, per le pubbliche amministrazioni, per i diritti dell’uomo e il senso di appartenenza e di partecipazione.

L’Italia è stata tra le prime nazioni ad affacciarsi alla rete. Non c’erano “dorsali di rete”, collegamenti ad alta velocità tra due server o router di smistamento informazioni. Gli unici backbone europei, all’epoca, erano in Norvegia, nella Germania Ovest e nel Regno Unito. Qualche anno più tardi nasce il web, esattamente nel 1989, al CERN di Ginevra ad opera di Tim Berners-Lee.

La Sardegna in quel periodo non è stata a guardare. Sempre nel 1989 andarono a Ginevra, al CERN, due assessori dell’allora giunta Melis per convincere l’allora direttore Carlo Rubbia, a fondare in Sardegna il CRS4 un centro di ricerca e di calcolo avanzato che ha fatto da apripista allo sviluppo della Web Economy. Così si legge nella pagina Facebook che racconta la cronistoria del centro di ricerche “Il CRS4 nacque dal tentativo, esperito dalla Giunta di Mario Melis nel 1987-88, di aprire una nuova via dello sviluppo, basata sull’asse formazione-ricerca-innovazione. Su mia proposta – a parlare è Franco Mannoni ex assessore – la Giunta approvò la fattibilità del CRS4 come centro di calcolo avanzato. L’implementazione del progetto fu dell’assessore Antonello Cabras, che mi succedette. Ci recammo a Ginevra e convincemmo Rubbia, a dirigere l’operazione. Da questo nucleo nacque il resto, con Rubbia, Zanella e Zanarini. E anche Videonline, al quale si trasferirono alcuni ricercatori e managers del CRS4.” Una scelta lungimirante che ha aperto la strada ad un nuovo modello di sviluppo per la Sardegna.

Il 30 novembre 1990 nasce a Cagliari il CRS4 scarl i cui soci fondatori furono il Consorzio Ventuno (ora Sardegna Ricerche), IBM Italia e Techso spa. Il primo presidente fu Carlo Rubbia ed il primo amministratore Delegato e Direttore Scientifico fu Paolo Zanella. Pietro Zanarini, oggi direttore del settore Information Society del CRS4, laureatosi in fisica a Bologna nel 1982, dopo aver lavorato nel laboratorio europeo dove qualche anno dopo nascerà il World Wide Web, al CERN di Ginevra, approda in Sardegna, per partecipare alla creazione e allo sviluppo del CRS4.

Quattro anni dopo la nascita del web nel 1993 nacque il primo sito (server) web italiano il www.crs4.it ad opera del neonato centro di ricerca. Racconta Pietro Zanarini: Nello stesso anno prendemmo la decisione di fare anche il primo quotidiano online, in questo caso l’Unione Sarda, essendo a Cagliari. L’idea nacque da una news scovata in rete, quella del Washington post che voleva fare una non meglio definita versione online del giornale. Così anche noi ci mettemmo in moto” Da imprenditore, l’allora editore dell’Unione Sarda, Nicola Grauso, capì che si stava aprendo un mondo nuovo.

Sempre nello stesso anno il liceo scientifico Alberti di Cagliari fu la prima scuola in Italia ad avere un sito web. L’anno successivo il CRS4 sviluppa “Search in Italy” il primo motore di ricerca italiano, geografico sviluppato con il linguaggio Java, che allora conteneva un archivio di 106.337 file residenti su 660 server www italiani. Sempre in quell’anno Luca Manunza, divulga pubblicamente il codice per la realizzazione della web email ossia il servizio di accesso alla posta elettronica tramite il browser. Una soluzione nata per risolvere un problema pratico, ossia consentire ai ricercatori di leggere i messaggi di posta in modo più semplice che oggi è diventata di uso quotidiano. Nel mentre, sempre nel 1995, RadioX diventa la prima radio online in Europa.

Sempre dal CRS4 nel 1996 si sono fatte le prime esperienze di alfabetizzazione telematica con oltre 2.000 studenti e 250 docenti di scuole elementari e medie coinvolti nel progetto “IAN – Internet, Avvisi ai Naviganti”. Esperienza replicata nel 2000 con il primo progetto di alfabetizzazione informatica su scala regionale in Europa che coinvolse circa 20.000 giovani di tutti i comuni della Sardegna, i quali crearono 400 siti web. Nel 1997 il Centro di ricerche sardo ha dato un contributo attivo con il laboratorio CLASS alla realizzazione dell’innovativo chip “Chameleon 64 bit RISC” uno dei primi al mondo con tecnologia a 64 bit e wide pipeline. Si sono studiati i primi prototipi di applicazioni mobili basate su palmari, reti wireless, GPS e dati georeferenziati rivolte a domini applicativi della logistica, manutenzione di grandi impianti e della navigazione turistica in fiumi e canali europei (progetto europeo Passion e, in seguito, EurEauWeb). Nel 1999 si è studiata la TV interattiva e nel 2002 si sono sperimentate le potenzialità del nascente standard MHP (Multimedia Home Platform) della televisione digitale terrestre, sviluppando applicazioni interattive con set-top box sperimentali basati su Java.

Sono passati 30 anni dal primo bit e sembra che da allora sia stato fatto poco o nulla, o almeno questo è il sentore comune. Mentre invece il centro di ricerche sardo è sempre stato in fermento e lo è tuttora, anche se in maniera meno eclatante. Oggi si studia l’evoluzione della rete: “l’internet delle cose” (in inglese “Internet of things” – IoT) dove gli oggetti si rendono riconoscibili ed comunicano con gli altri oggetti ma anche con l’uomo. Racconta il direttore: “L’IoT è un settore che mette in mostra moltissime possibilità ma che mostra anche diverse problematiche o meglio sfide che riguardano la protezione dei dati dagli attacchi di cyber criminali. Possiamo soltanto immaginare ad esempio cosa potrebbe succedere se un hacker avesse la possibilità di controllare tutta la nostra casa”. Ma si studiano e realizzano i primi prototipi di “interazione naturale” come il social wall. “Un muro innovativo e multi touch in rete che interagisce con i social network e che vuole superare il paradigma tastiera mouse con ambienti smart” racconta Pietro Zanarini. Ma anche reti neurali ed applicazioni legate all’educazione e 3D avanzato.

Alessandro Ligas

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