Pubblico impiego, Sardegna 3° in Italia: 109.036 lavoratori tra statali e regionali

La Sardegna è la terza regione italiana per incidenza di dipendenti pubblici sulla popolazione attiva: l’Isola è al 16,05 per cento, che si ricava dalla proporzione tra i 109.036 lavoratori negli uffici statali e regionali e le 679mila persone che hanno un lavoro o sono disoccupate o in cerca di primo impiego. Il record lo detiene la Valle d’Aosta col 19,19 per cento: 11.519 dipendenti pubblici su 60mila attivi. I numeri più bassi in Lombardia: 401.936 su 4 miloni e 673mila, pari a un’incidenza dell’8,60.

Nel pubblico impiego sardo il secondo dato più importante è la distribuzione di genere: le donne in pianta organica superano i colleghi uomini (55.888 contro 53.148). Si tratta di un trend che rispecchia l’ultimo rilevamento Istat a disposizione, relativo al secondo trimestre 2017 in cui la disoccupazione femminile è calata dal 16,6 per cento al 14,3, mentre quella maschile dal 16,7 al 15,6. Il dato è tuttavia ‘drogato’, perché le donne inserite nella popolazione non attiva, cioè quelle che non cercano lavoro, sono 464mila contro 313mila uomini.

Tutti i numeri del settore pubblico presi a riferimento in questo approfondimento fanno parte dell’indagine periodica “Conto Annuale“, elaborata dalla Ragioneria dello Stato. I numeri, relativi al 2015, sono stati incrociati da Sardinia Post con i dati Istat sulla popolazione attiva. La classifica include ventuno Regioni, perché le Province autonome di Trento e Bolzano figurano entrambe al posto del Trentino Alto Adige.

In Sardegna il comparto più numeroso è quello della scuola con 33.656 occupati e le donne che risultano decisamente più numerose degli uomini, i quali sono praticamente assenti nell’insegnamento alle materne e alle elementari): il totale femminile è 25.950 contro i 7.706 docenti maschi. Le autonomie locali (Regione, Comuni, Province, Unioni dei Comuni e Comunità montane) raccolgono il secondo più alto numero di lavoratori: 23.048. In questo caso gli uomini superano le donne: 14.261 contro 8.787. Il Servizio sanitario regionale conta 22.581 dipendenti, con una prevalenza sempre femminile: 14.517 contro 8.064.

Le forze dell’ordine – polizia, carabinieri e guardia di finanza – sommano nell’Isola 7.879 buste paga. Di cui 7.594 uomini e 285 donne, in una professione in cui l’accesso femminile è permesso solo dal 1999. Il dato è appena sopra il totale nelle forze armate (Esercito, Aeronautica e Marina) a quota 7.818 (7.516 maschi e 302 femmine). Il Parastato, che raccoglie i lavoratori di enti previdenziali, Poste e Ferrovie, in Sardegna mette insieme 1.208 dipendenti. Le donne sono di nuovo in prevalenza: 730 contro 478 uomini.

Per quanto riguarda il macrodato dell’incidenza dei dipendenti pubblici sulla popolazione attiva nelle altre regioni d’Italia, questo il quadro completo: dietro la Lombardia ci sono il Veneto al 9,92 per cento (221.623 su due milioni e 232mila) e l’Emilia Romagna al 10,51 (222.358 su due milioni e 114mila). Ancora: Piemonte 10,71 per cento (231.994 su un milione e 998mila); Marche 11,52 (79.855 su 693mila); Toscana 11,87 (205.463 su un milione e 730mila); Umbria 12,56 (49.242 su 392mila); Abruzzo 12,71 (70.203 su 552mila); Campania 13,72 (282.098 su due milioni e 55mila); Puglia 13,76 (203.981 su un milione e 482mila); Liguria 14,07 (95.021 su 675mila); Lazio 14,47 (380.284 su due milioni e 628mila); Provincia autonoma di Bolzano 14,86 (38.661 su 260mila); Basilicata 15,20 (33.747 su 222mila); Molise 15,22 (18.425 su 121mila); Friuli Venezia Giulia 15,28 (82.380 su 539mila); Sicilia 15,56 (269.909 su un milione e 734mila); Provincia autonoma di Trento 16 per cento (39.683 su 248mila). La Sardegna è terzultima al 16,05, seguita dalla Calabria al 16,66 (113.521 su 681mila) e dalla Valle d’Aosta.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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