Mont’e Prama, un tesoro in mostra: al via le visite guidate sul sito

Da oggi e fino all’autunno il sito archeologico di Mont’e Prama aprirà i suoi segreti al pubblico: partono da questa mattina le visite guidate a cura della cooperativa Penisola del Sinis, che già si occupa di Tharros e degli altri tesori antichi della zona, che permetteranno ai visitatori di conoscere finalmente l’area in cui quarant’anni fa vennero alla luce le statue nuragiche dei Giganti.

Il sito è stato finora chiuso alle visite: l’area è stata sottoposta a nuovi scavi archeologici tra il 2014 e il 2017, ben 35 anni dopo le prime indagini curate dalla Soprintendenza che fecero emergere i cinquemila frammenti di sculture e alcune tombe nuragiche.

Il racconto di Carlo Tronchetti: “Quei giorni in cui i Giganti dopo tremila anni emergevano dalla terra”

In tutti questi anni la zona è stata interdetta ai non addetti ai lavori per motivi di sicurezza e per consentire le operazioni di scavo. Finalmente, grazie a un accordo tra la Curia, proprietaria del terreno, e il Comune di Cabras da oggi il sito è stato reso accessibile anche ai turisti.

Mont’e Prama potrà essere visitato tra le 10 e le 13.30 (ultimo ingresso alle 12.30) e nel pomeriggio tra le 14.30 e le 19 (ultimo ingresso alle 18) nei giorni 11, 12, 13, 14, 15, 18, 19, 20, 26, 27 agosto, e tutti i sabati e le domeniche di settembre e ottobre. Per informazioni si può contattare il Museo di Cabras al numero 0783290636 o la cooperativa Penisola del Sinis al 0783370019.

L’area si trova sulla strada provinciale 7 vicino a Cabras: una volta entrati nel comune si deve prendere la provinciale 6, che porta verso le spiagge e verso Tharros, e percorrerla fino al bivio per San Salvatore, dove si imbocca la Sp7 che dovrà essere percorsa per 5,6 chilometri per arrivare al sito.

Sempre aperti, invece, i musei di Cabras e Cagliari dove si possono ammirare circa trenta statue ricostruite dai frammenti: sono rappresentazioni di pugilatori, arcieri e guerrieri scolpite in arenaria dagli artigiani nuragici circa tremila anni fa.

Francesca Mulas

 

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