La Pet Therapy diventa una cura ufficiale anche in Sardegna, la 17/a regione italiana a disciplinare la materia e soprattutto ad attuare le linee guida definite dall’accordo tra Governo, Regioni e Province autonome firmato un anno fa. Oggi a Cagliari gli assessori alla Sanità e al Lavoro, Luigi Arru e Virginia Mura, hanno presentato le modalità di svolgimento degli interventi assistiti con gli animali. Il cane, il gatto, il cavallo, l’asino e il coniglio sono i protagonisti di prestazioni a valenza terapeutica, riabilitativa, educativa, didattica e ricreativa rivolte a persone con disturbi fisici, neuromotori, mentali o psichici, ma anche a individui sani, proprio per i benefici che ne derivano. L’assessorato al Lavoro avvierà corsi specifici (propedeutici, base e avanzati) per formare gli operatori professionali.
“La Regione si allinea ad altre 16 regioni nell’offrire un’opportunità per la cura di alcune patologie, in particolare quelle croniche che non hanno altre soluzioni terapeutiche – ha spiegato Arru – ma anche per dare sollievo in situazioni di malattie non curabili”. Con il documento adottato dalla delibera di Giunta, “noi, in collaborazione con l’assessorato al Lavoro – ha detto ancora Arru – proponiamo di recepire le linee guida indicando le modalità di assistenza (educative e riabilitative) e chiediamo che, attraverso corsi professionali, le persone interessate svolgano percorsi educativi e formativi per completare le loro competenze”. Per ammissione dello stesso titolare della Sanità, uno stimolo forte per arrivare a questo punto, è arrivato da una storia in particolare. Quella di Elena Ulargiu, una bambina affetta da tumore osseo che, prima di morire nel 2011, in occasione del suo ultimo ricovero, aveva scritto con un altro bambino una lettera al primario di Oncologia pediatrica, in cui proponeva un progetto: la possibilità di accogliere cani nel reparto una o due volte la settimana. Oggi, la madre, Bruna Moro, ha letto quella lettera.