Dalla Sardegna un appello all’unità della sinistra: “Diventiamo un voto utile”

“Da mesi è in atto il confronto tra le forze di sinistra di questo Paese. In un eterno tira e molla, fra improvvise e gradite accelerazioni e brusche frenate. Sfortunatamente la percezione esterna di tutto questo è ormai quella di un infinito dibattito ombelicale che riguarda gli addetti ai lavori”. Comincia così la lettera che Thomas Castangia di Possibile, Yuri Marcialis Mdp/Articolo 1 e Roberto Mirasola di Sinistra Italiana hanno scritto ai dirigenti nazionali nel tentativo di far riunire il campo progressista.

“È una narrazione in parte indotta a cui non riusciamo a sottrarci anche per nostre precise responsabilità. Serve urgentemente cambiare passo. In questo Paese c’è chi da mesi attende proposte ed idee per uscire da una situazione di stallo ed arretramento delle condizioni economiche e sociali delle persone. Alle persone interessa sapere in che modo intendiamo cambiare il nostro Paese e la loro vita, mentre rimangono del tutto indifferenti davanti alle discussioni sulle sigle, sui nomi, sul tasso di purezza degli interlocutori. Saremmo dovuti partire mesi fa per spiegare, nei luoghi dove la gente vive sulla propria pelle i problemi, quali sono le nostre proposte. Sarebbe bello ed entusiasmante vedere la nuova classe dirigente della sinistra incontrare i lavoratori Sky per spiegare che noi siamo per lo stop alle delocalizzazioni e ai contributi a fondo perduto (chi ha preso contributi li rende se delocalizza o licenzia)”.

La lettera continua così: “Sarebbe giusto vedere i nostri rappresentanti parlare con le migliaia di giovani e meno giovani che subiscono l’indecenza di un infinità di stage e tirocini di cui non vedono la fine e spiegare che noi proponiamo la fine di tutto questo ed un contratto unico per tutti mirato alle tutele piene. Ci aspettiamo di vedervi al fianco dei rider di Foodora e Deliveroo per spiegare che è finito il tempo del cottimo, che serve un salario minimo orario e che la dignità delle persone non è oggetto di trattativa. Vorremo vedervi nelle aziende che innovano ed assumono a spiegare che noi siamo quelli al fianco di chi produce investendo sulla qualità del lavoro e che riteniamo invece folle la continua rincorsa alla competitività basata esclusivamente sulla compressione dei diritti e dei salari. Scegliete un’università pubblica a caso, visitatela e proponete una cosa molto semplice. Noi in cinque anni ci proponiamo di allineare la spesa per ricerca ed università alla media europea. Se volete, vi ospitiamo anche in Sardegna, ma veniteci a parlare di tutela dell’ambiente, di qualità della vita, di riconversione ecologica ed energetica. Portateci i numeri, non astratti discorsi ma esempi concreti di ricadute occupazionali nella svolta ecologica del Paese. Fateci capire che siete consapevoli del fatto che quasi cinque milioni di persone vivono in Comuni a rischio spopolamento, che se il processo non viene contrastato avremmo un patrimonio naturalistico e storico non custodito”.

Castangia, Marcialis e Mirasole scrivono ancora: “Cerchiamo insieme di capire come invertire questa tendenza. Dimostriamo che siamo una nuova classe dirigente capace di uscire dal guscio, di affrontare a viso aperto le sfide che il Paese ha davanti. Se questo accadrà saranno in tanti ad ascoltarci, a capire che non siamo la solita minestra riscaldata ma un opportunità per il Paese. La sfida è diventare il vero voto utile per cambiare le cose, finendola di definirci in relazione ad altri e caratterizzandoci per le cose che vogliamo fare. La pazienza non è infinita e non c’è più tempo da perdere. Chi ha precise responsabilità di guida del processo termini la fase dei distinguo, delle mille dichiarazioni giornaliere di precisazione, dei convegni in cui si parla tra noi di noi per aprire una nuova fase. Facciamo questo viaggio sui treni di linea, sugli autobus a piedi. Facciamolo insieme, facciamolo subito. Dimostriamo che abbiamo deciso di tornare tra la gente a testa alta con le nostre idee”.

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