Urbanistica, M5S boccia Ddl Erriu. Pino Cabras: “Il Consiglio si fermi”

Il Movimento Cinquestelle conferma il suo “No al Ddl Erriu” già espresso dai suoi parlamentari e attraverso il Tavolo Urbanistica, coordinato dal deputato Pino Cabras avanza proprie le osservazioni politiche, di merito e di metodo sostenendo “un modello di sviluppo equo e sostenibile – di breve, medio e lungo periodo – basato su una visione strategica della Sardegna nel contesto mediterraneo e globale che sia il più possibile partecipata e condivisa”. Riguardo il merito per M5S “non sono accettabili il tentativo di riprendere a costruire nella fascia dei 300 metri e la tendenza generalizzata a favorire il consumo di suolo”, mentre sul piano metodologico “il disegno di legge – sostiene il Movimento – non è stato realmente partecipato né sottoposto al confronto con i cittadini”. Non solo: “il Consiglio regionale non è più sostanzialmente rappresentativo della volontà dei sardi, come emerso inequivocabilmente dalle ultime elezioni politiche”. Quindi dovrebbe astenersi dal portare avanti il Ddl. Nel dettaglio M5S chiede di “non indebolire il Piano Paesaggistico Regionale, ma anzi rafforzarlo revisionandolo, aggiornandolo, approfondendolo maggiormente in dettaglio ed estendendolo alle aree interne, per superare gli squilibri fra esse e la costa”. In secondo luogo di “semplificare la normativa, al fine di renderla facilmente comprensibile e fruibile da parte di addetti ai lavori e cittadini, redigendo una Legge Quadro per il governo del territorio e un Testo Unico sull’Urbanistica”. Il Movimento propone, tra le altre cose, di “affiancare i comuni nei processi di pianificazione territoriale, ambientale, urbanistica ed edilizia, rilanciando l’attività dell’Ufficio Regionale del Piano, rendendolo multidisciplinare, aperto e permanente”; di “contrastare con fermezza l’abusivismo edilizio, anche attraverso la creazione di una struttura permanente di monitoraggio, potenziando la vigilanza”; di “perseguire l’ottimizzazione nell’uso del suolo e contestualmente la massima riduzione del suo consumo, puntando su riqualificazione e recupero dell’esistente, inclusa la riconversione delle strutture militari e industriali dismesse”.

 

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