Quirra, il processo si farà. Gli imputati sono tutti militari: otto ex comandanti

Alla fine il processo per il disastro ambientale sui “veleni” di Quirra si farà. E gli imputati saranno tutti militari, gli otto ex comandanti del Poligono. Prosciolte, invece, le altre dodici persone che erano state indagate nell’inchiesta avviata nel 2011 dall’attuale capo della Procura di Tempio Pausania Domenico Fiordalisi. La decisione è stata presa ieri pomeriggio dal gup del tribunale di Lanusei, Nicola Clivio, imprime una svolta importante all’inchiesta sul poligono militare in Ogliastra, aperta nel gennaio 2011 da Fiordalisi, allora procuratore di Lanusei.

I nomi. Andranno a dibattimento i generali e i colonnelli che hanno guidato il Poligono dal 2004 al 2010: Fabio Molteni, Alessio Cecchetti, Roberto Quattrociocchi, Valter Mauloni e Carlo Landi e Paolo Ricci; e i comandanti del distaccamento dell’Aeronautica di Capo San Lorenzo, Gianfranco Fois e Francesco Fulvio Ragazzon. Per tutti l’accusa è di omissione aggravata di cautele contro infortuni e disastri. Prosciolti invece i tre membri della commissione del Ministero della Difesa, il generale Giuseppe Di Donato, il dirigente Vittorio Sabbatini e il maggiore Vincenzo Mauro. Come pure quattro esperti dell’Università di Siena – Francesco Riccobono, Giuseppe Protano, Fabio Baroni e Luigi Antonello Di Lella – e due chimici della Sgs Italia – Gilberto Nobile e Gabriella Fasciani – accusati di aver “occultato” sostanze radioattive nelle indagini. Proscioglimento anche per il medico del Poligono, Pierluigi Cocco (omissione dolosa e aggravata di cautele contro infortuni e disastri), l’ex sindaco di Perdasdefogu Walter Mura (ostacolo aggravato e favoreggiamento) e il responsabile del Servizio di prevenzione e protezione del Poligono, il tenente Walter Carta (omissione dolosa).

A tre anni e mezzo dall’apertura dell’inchiesta e dopo quasi 15 anni di denunce interrogazioni parlamentari e commissioni di inchiesta, per accertare se intorno al poligono di Perdasdefogu, dove si svolgevano le esercitazioni militari, ci fossero sostanze tossiche come l’uranio impoverito – che secondo la pubblica accusa ha prodotto un’escalation di tumori, neonati e animali malformati e una lunga scia di morti – si va dunque al dibattimento. L’accelerazione al processo è arrivata dopo la deposizione della superperizia del professor Mario Mariani il 4 giugno scorso, redatta su incarico del Gup. ESCLUSIVA. Ecco la perizia su Quirra firmata dall’esperto del Politecnico di Milano Mario Mariani

La relazione del perito ha sostanzialmente ha escluso il disastro ambientale. Una perizia contestata e giudicata “negligente” da Fiordalisi. Soddisfatte le parti civili, oltre 30: “Il dibattimento ci consentirà di provare che l’attività militare ha causato disastro ambientale e danni alla salute delle popolazioni – ha dichiarato Adriano Sollai, legale dei cittadini di Villaputzu e San Vito – e che gli alti militari nulla hanno fatto per la loro tutela”. Fiducioso anche l’avvocato dello Stato Francesco Caput difensore degli otto rinviati a giudizio: “In sede di udienza preliminare siamo riusciti a dimezzare i capi di imputazione – ha detto – e alla luce della superperizia siamo sicuri che l’esito finale sarà l’assoluzione piena dei miei assistiti”.

La posizione dell’aeronatica. Dopo il rinvio a giudizio, deciso ieri, di otto militari coinvolti nell’inchiesta sui cosiddetti veleni all’uranio del poligono di Quirra, in Sardegna, lo Stato Maggiore dell’Aeronautica esprime, in una nota, “piena fiducia nella magistratura” osservando che il rinvio a giudizio “non è di per sé una condanna”. “I Comandanti di Quirra – spiega, in una nota, lo Stato Maggiore dell’Aeronautica – hanno sempre operato per le Istituzioni e nel pieno rispetto delle regole vigenti. A loro e alle loro famiglie lo Stato Maggiore dell’Aeronautica esprime vicinanza e solidarietà – conclude la nota – nella certezza che il dibattimento consentirà alle persone coinvolte di dimostrare la loro innocenza”.

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