Attentati agli amministratori sardi, il Pd: “La nuova legge è un’arma in più”

Gli amministratori sardi ‘sotto tiro’ avranno un’arma in più per contrastare gli atti intimidatori: una legge nazionale, approvata da Camera e Senato ed in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, che inasprisce le pene, introduce l’arresto in flagranza di reato, permette le intercettazioni telefoniche e istituisce l’osservatorio sugli attentati. La legge è stata illustrata dai deputati del Pd Francesco Sanna e Romina Mura, e dal senatore e segretario democratico sardo, Giuseppe Cucca. Solo nel 2017 sono già sei gli atti che hanno preso di mira amministratori locali a Sindia, Seui, Esporlatu, Gairo, Siniscola e Villacidro, mentre nel 2016 i casi censiti sono stati 42, localizzati in 28 comuni, la maggior parte (18) nel nuorese. Nel rapporto fra numero dei casi e popolazione residente la Sardegna si conferma al primo posto nella poco invidiabile graduatoria del rischio, mentre in termini assoluti è quinta davanti alle regioni del Meridione.

“Questa legge fa una cosa importante, chiama le cose per come sono: se una bomba, una fucilata o l’incendio arrivano per la mia attività di amministratore non si tratta solo di un danneggiamento – spiega Sanna -. Abbiamo utilizzato norme poco usate, come quelle che tutelano i corpi politici, amministrativi e giudiziari, qualificando l’amministratore locale come se fosse all’interno di queste tre fattispecie”. Secondo Mura “si va ad intervenire sull’apparto sanzionatorio e su un aspetto psicologico, perché spesso l’atto intimidatorio è rivolto ad estorcere un comportamento o per impedire la candidatura. Ora, però, occorre ridare al sindaco gli strumenti per svolgere il proprio lavoro”. “Si tratta di una legge approvata all’unanimità alla Camera e – ha sottolineato Cucca -, condivisa da tutte le forze politiche presenti in Senato. Una legge che dà una risposta concreta per contrastare gli atti intimidatori”.

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