Latte ovino, nasce nell’Isola la prima organizzazione interprofessionale

Nasce in Sardegna, ed è la prima in Italia, l’organizzazione interprofessionale (Oi) per il latte ovino. Lo statuto è stato siglato da tutti gli attori della filiera, produttori, cooperative e trasformatori industriali, davanti ad un notaio ad Oristano. Questo strumento di coordinamento, che non può stabilire il prezzo del latte ma fissa le regole alla base della produzione, definisce le politiche di commercializzazione e di sviluppo e pone le condizioni per trovare ulteriori intese, è stato sottoscritto da 25 soggetti che saranno guidati da un presidente, Salvatore Pala, della cooperativa di Nurri, e da due vicepresidenti, Pierluigi Pinna, dell’omonima azienda di trasformazione, e Rino Putzolu per i produttori. Vista la grande partecipazione degli attori della filiera, la Oi è vincolante per tutti coloro che operano nel distretto Sardegna, ma non è escluso che possa allargarsi anche al resto d’Italia. Alla firma hanno preso parte anche le organizzazioni dei produttori. “Questa organizzazione interprofessionale nasce con l’augurio che possa servire a qualcosa per sviluppare il mercato sardo – spiega all’ANSA Felice Floris, leader storico del Movimento Pastori sardi e uno dei firmatari dello Statuto come rappresentante di un’organizzazione di produttori – questa è una creatura che l’ex assessore Falchi ha voluto: se c’è buona volontà e se tutti fanno la propria parte potrà dare i suoi frutti”.

“La firma di questa mattina è un passaggio storico per il settore del latte ovino sardo, al quale abbiamo lavorato con determinazione. Da oggi in poi, per la prima volta, tutti i portatori di interesse del mondo agropastorale si troveranno intorno a un tavolo per confrontarsi e condividere le migliori strategie. In tal modo abbiamo gettato le basi per ritagliare al comparto il posto che gli spetta fra i grandi competitor internazionali e per mettere il cuore del nostro agroalimentare di eccellenza finalmente al passo con il mondo”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Francesco Pigliaru, commentando la nascita oggi dell’Organizzazione interprofessionale latte ovino sardo. La firma è arrivata dopo oltre un anno e mezzo di lavori, iniziati a luglio 2015, con decine di incontri e riunioni e dopo via libera incassato a settembre scorso, con l’approvazione dello Statuto da parte del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf). L’Oilos, con sede legale a Oristano presso l’Aras di Nuraxinieddu, è composta da 25 soggetti che hanno designato 11 rappresentanti: 5 del mondo della cooperazione; 3 per la parte industriale e 3 per i produttori. All’organizzazione partecipano anche il Consorzio di tutela del Pecorino romano e le associazioni di categoria: Coldiretti, Cia, Copagri, Confagricoltura, Confcooperative, Legacoop, e AGCI.

“Uno dei più importanti asset dell’economia sarda ha ora uno strumento con cui pianificare le azioni nel medio e lungo periodo. Ci sono tutte le condizioni per lavorare sui dati di produzione del latte e quindi programmare le trasformazioni e la presenza sui mercati senza essere ostaggio delle fluttuazioni economiche dovute anche ad alcune improvvisazioni con cui è stato a volte gestito il settore”, spiega Pigliaru, ad interim anche assessore dell’Agricoltura. “Mai più interventi tampone e ricette emergenziali per venire incontro ai crolli ciclici del prezzo del latte ovino e alla mancanza di certezze che attanaglia da sempre il comparto isolano. Chi ha scelto di far parte dell’Oilos ha fatto una scelta di campo positiva, che guarda al futuro. Di questo grande risultato va dato il giusto merito a Elisabetta Falchi che, con l’impegno e la dedizione di tutta la struttura tecnica dell’Assessorato dell’Agricoltura e delle Agenzie agricole, ha condotto la difficile opera di accompagnamento e mediazione che il Governo regionale le aveva affidato. Abbiamo fatto la nostra parte e continueremo a farla nei mesi a seguire, cercando di far valere i nuovi regolamenti comunitari che prevedono risorse specifiche per gli ovini da latte e non solo per i bovini”.

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