Soru su Maninchedda: “Ha il 3% e idee folk”. La replica: “Invidioso e rancoroso”

“Venerdì a Ottana si è tenuta una riunione molto partecipata, ma non ho ancora capito se fosse un incontro di sindaci, del Partito dei sardi o della Giunta, o di uno con il 3 per cento che si candida a guidarci tutti con le sue idee folk”. Così ieri Renato Soru ha detto ad Abbasanta, nell’assemblea del Pd chiesta dalla componente dell’eurodeputato e alla quale non hanno partecipato le altre correnti dem (qui la cronaca). Soru ha commentato il vertice che il Pds ha organizzato a Ottana sulla crisi industriale del centro Sardegna attaccando il leader-fondatore del partito, Paolo Maninchedda.

“Ho trovato molto curioso – ha detto Soru – lo slogan ‘mai più divisi’. È interessante sentirlo da chi ha diviso qualsiasi cosa in cui è stato: eletto col Progetto Sardegna, dopo qualche mese è diventato di destra ed è venuto qui al Nuraghe Losa per dare la bandiera a Berlusconi col Psd’Az, poi stanco di dividersi si è fatto un partito con il quale è in Giunta pur non partecipando ai vertici di maggioranza”. Poi però – ha aggiunto Soru – “ci spiega che lui è stato bravo ad amministrare. Il sindaco di Sennori può testimoniare: quando c’è stato un bando per finanziare le opere pubbliche del Comune, il sindaco è stato finanziato undici volte, e non stupirà che il sindaco di Sennori sia diventato un esponente importante del Partito dei sardi. A forza di sindaci di Sennori uno oggi può pensare di essere grande come un rospo che si gonfia, ma aveva e ha il 3 per cento. Noi speriamo di ripartire dal 15 per cento che comunque è cinque volte il 3 per cento”.

La replica di Maninchedda non si è fatta attendere. Il segretario del Pds ha risposto con un post su Facebook: “Soru provoca alla rissa, ma non l’avrà. Abbiamo antidoti potenti contro i suoi veleni. È ormai un uomo politicamente invidioso e rancoroso. Con lui bisogna avere molta pazienza, anche quando si dedica a falsificare le biografie altrui, perché il suo ultimo scopo è dividere i sardi, mentre noi vogliamo unirli intorno agli interessi di una Sardegna ormai cambiata, che lui non conosce”.

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