Corruzione, zero controlli e clientelismo: i mali della Regione per la Corte dei Conti

Corruzione, mancanza di “idonei sistemi di controllo interno” nella pubblica amministrazione regionale e negli enti locali dell’isola, ma anche inosservanza delle regole dettate a garanzia del corretto esercizio pubblico. In particolare la diffusione delle società partecipate dal pubblico che sono “dichiaratamente costituite allo scopo di ridurre la spesa e migliorare i servizi” ma che “spesso perseguono il solo fine di eludere vincoli e divieti con aggravio di oneri a carico delle pubbliche finanze”. È quanto emerge dall’intervento del procuratore regionale della Corte dei Conti, Donata Cabras, in occasione dell’apertura dell’Anno giudiziario 2014.

I fatti corruttivi sono stati riscontrati soprattutto nei lavori pubblici, con una “grave patologia delle opere incompiute o inutilizzate, o progettate ma non appaltate o non completate, se non inutilizzabili per scorretta esecuzione”. Altri casi di corruzione sono stati rilevati nell’assunzione e gestione del personale, in particolare nelle progressioni di carriera o nell’attribuzione di benefici economici al personale in violazione della legge, “per creare “sacche di clientelismo” e nell’erogazione dei contributi pubblici per un danno erariale complessivo di 14,822 milioni di euro, dei quali oltre 11 milioni riguardanti il caso di una società di lavorazione dei metalli operante nell’area del Sulcis, che non ha portato a termine le opere finanziate per l’ampliamento dell’attività produttiva. Una citazione a parte ha riguardato il caso dell’attività investigativa sull’inchiesta dei fondi ai Gruppi del Consiglio regionale, portata avanti dalla Procura di Cagliari.

In particolare è stato fatto riferimento al caso di un capogruppo del Consiglio regionale della passata legislatura che è stato chiamato a rispondere “dell’uso distorto dei fondi regionali e contemporaneamente è stato attivato nei suoi confronti il giudizio per la resa del conto giudiziale per tutte le risorse percepite nel corso della legislatura in cui è rimasto in carica”. A denunciare i vari casi non son stati, nella maggiora parte dei fatti, gli organi deputati al controllo, ma i cittadini e le associazioni, anche se alcune segnalazioni sono arrivate indirettamente dalle notizie di stampa. Secondo il presidente della Corte dei Conti, Mario Scano, “solo con un sistema amministrativo efficiente possono essere affrontati i problemi di una società in continua evoluzione e una realtà che vede le Regioni europee competitive tra loro, per conseguire livelli più evoluti di integrazione”. Scano ha anche rimarcato che “sono andati affievolendosi i principi della buona amministrazione e della cura e rispetto della res publica”. Infine il procuratore generale della Corte dei Conti, Salvatore Nottola, ha osservato che “le società in house sono un grave problema, perché il controllo delle risorse pubbliche sparisce” e ha ammonito sui casi di corruzione: “la più pericolosa è quella occulta”.

Complessivamente nel 2013 la Procura della Corte dei Conti della Sardegna è riuscito ad ottenere pronunce di condanna per oltre 13,3 milioni di euro di danni erariali. I procedimenti definiti nella materia di responsabilità nel 2013 sono stati 1.091, a fronte di 1.169 nuove istruttorie arrivate nell’anno per un importo complessivo di pretese risarcitorie pari a 19,121 milioni di euro. Inoltre si sono evitati esborsi per oltre 6,3 milioni a seguito di istruttoria. Sul versante dei conti giudiziali nei confronti di comuni e altri enti pubblici, ne sono stati esaminati 1.167 e sono state formulate 109 conclusioni in udienza e promossi 11 giudizi per resa di conto. Secondo la relazione del presidente Mario Scano le sentenze di condanna per responsabilità sono state 29, mentre quelle di assoluzione sei. I giudizi pendenti risultano ancora essere 40 dall’inizio dell’anno.

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