Turismo culturale, musei e archeologia per trainare le presenze in Sardegna

Dal modello Baleari, ai migliori esempi di offerta culturale made in Sardinia, come il Polo museale della Sardegna, il Museo nazionale archeologico di Cagliari, la manifestazione Monumenti Aperti e il Parco geominerario dell’Isola. Sono i casi analizzati al centro congressi Mbc dell’aeroporto di Olbia nella seconda giornata gallurese di Sardinia Tourism Call2Action, il piano di incontri di approfondimento professionale e confronto tra operatori e amministratori elaborato da Geasar, la società di gestione dello scalo. Una giornata che si è concentrata sull’analisi della realtà odierna, nell’isola e nelle maggiori mete del turismo culturale, in Italia e all’estero, per arrivare a definire un modello ideale per quello che potrebbe essere “il museo del futuro”.

Un museo capace di incuriosire, attirare e conquistare sempre più l’infinito mercato turistico mondiale che non vuole nutrirsi solo di sole, mare ed escursioni nella natura. I lavori sono stati aperti dall’assessora regionale del Turismo, Barbara Argiolas, che dopo aver ribadito l’importanza del turismo culturale nell’offerta della Sardegna, si è soffermata sul piano di promozione e comunicazione avviato attraverso il sistema aeroportuale sardo, di cui le giornate olbiesi sono una tappa fondamentale. “Un’iniziativa che professionalizza e qualifica l’offerta, nata dalla proficua collaborazione tra assessorato e Geasar, che si inserisce in un periodo di interazione e confronto con amministratori locali, imprese comunità”, ha detto l’assessora. “Il programma di eventi offre agli operatori la concreta possibilità di approfondire i temi del piano strategico e del modello di sviluppo turistico”, ha sottolineato Argiolas. E proprio sui modelli di turismo culturale sono stati incentrati gli interventi successivi, come quello di Josep Ejarque, coordinatore del dibattito e consulente dell’assessorato regionale. “Il turismo culturale è un mix di elementi attrattivi
ed è in evoluzione verso una sorta di tourism entertainment, ossia l’unione di aspetti turistici, culturali e di intrattenimento. Oggi lo spettatore ‘passivo’ non esiste più, il viaggiatore vuole essere attore dell’esperienza di vacanza culturale, viverla da protagonista profondamente, dal concetto educativo-formativo si è passati a profonda conoscenza e creatività”.

Secondo Ejarque, il segnale che il turismo culturale rappresenti un’opportunità crescente, è testimoniato dai dati: la gran parte dei viaggi, della durata media di 2-3 giorni, specie in primavera e autunno, sono concentrati nelle tre principali città d’arte (Firenze, Roma e Venezia), poco nelle altre destinazioni. Che la cultura sia chiave di successo nell’offerta turistica è stato spiegato anche da Maria Antonia Bauzà, presidente del club Turismo Culturale di Mallorca e direttrice della Cartoixa de Valldemossa, e da Cristina Bravo, direttrice di Nurarcq, che ha parlato del caso del Poblatn Talaiotic d’En Salort di Minorca, ossia la gestione turistica di successo di un sito archeologico in una destinazione balneare. Il programma proseguirà con la giornata conclusiva che prevede un educational riservato a media e operatori stranieri che ha per filo conduttore le origini ancestrali dell’Isola: prima tappa il museo Nivola di Orani, poi il nuraghe Losa di Abbasanta, infine il santuario nuragico di Santa Cristina a Paulilatino.

 

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