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Niente risorse nazionali per le Province sarde, la Regione annuncia battaglia

Le Province sarde rimangono a secco di risorse. “Gli enti locali dell’Isola – denuncia l’assessore regionale Cristiano Erriu – sono stati esclusi dalla ripartizione nazionale di circa un miliardo di euro per sostenere i conti: 650 milioni alle Province e 250 alle Città Metropolitane per sterilizzare i tagli aggiuntivi della manovra di due anni fa”. E ora la Sardegna minaccia di far mancare la propria intesa in sede di Conferenza Unificata, il 31 gennaio prossimo, quando verrà esaminato il decreto del presidente del Consiglio dei ministri per l’individuazione dei beneficiari e la decisione sui criteri di riparto.

Senza queste risorse, ribadisce l’esponente della Giunta Pigliaru, “gli enti locali sardi verrebbero messi nell’impossibilità di funzionare” e si profila “una grave lesione del principio di leale collaborazione tra i livelli istituzionali”. Non solo. “Si arriverebbe al paradosso – spiega Erriu – che le uniche Province chiamate a contribuire al risanamento del debito pubblico dello Stato siano quelle siciliane e sarde. Quest’ultime dovrebbero gestire le funzioni fondamentali (istruzione, viabilità e ambiente) in una fase di riorganizzazione che ha portato a una riduzione degli enti da otto a quattro. Non è pensabile – attacca l’assessore – che la Sardegna venga lasciata sola a finanziare gli enti di area vasta, che sono ormai pressoché sprovvisti di entrate proprie, dunque non in grado di gestire l’esercizio delle loro funzioni, per garantire alla cittadinanza un livello di servizi adeguato ai bisogni dei territori e delle collettività amministrate”.

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