Turismo, la crisi continua ma i voli low-cost evitano il disastro

Bei tempi, quando in Sardegna il turismo faceva registrare numeri record. Da qualche anno invece, la crisi galoppante non risparmia nemmeno una delle poche ‘industrie’ vere dell’Isola. Le colpe? Molteplici e a vari livelli, dall’insularità alla crisi, appunto. Ma c’è anche un dato positivo: grazie ai voli low-cost, diversi scali isolani hanno fatto registrare risultati ottimi.

Su questo versante, un’analisi approfondita è stata realizzata da Sardegna in volo, il weblog che da anni monitora il mercato aeronautico sardo, in occasione dell’apertura della Borsa Internazionale del Turismo che si svolge a Milano dal 14 al 17 febbraio.

Nel primo “Rapporto annuale sullo stato del trasporto aereo in Sardegna” vengono analizzati i volumi di traffico dei passeggeri in arrivo e in partenza dall’isola, lo stato dei principali aeroporti, le compagnie che collegano le città sarde con il resto del mondo e gli strumenti adottati dalle Istituzioni per favorire la mobilità aerea dei nati e residenti in Sardegna e di coloro i quali la raggiungono per lavoro o per svago.

“Dall’analisi dei dati emerge che negli ultimi anni, grazie all’arrivo delle compagnie low cost (Ryanair, EasyJet e Volotea), il numero dei passeggeri trasportati da e per le destinazioni nazionali e internazionali è cresciuto in tutti gli aeroporti sardi – si legge in una nota di Sardegna in volo -. A Cagliari si è registrato un vero e proprio boom di traffico: dai poco più di due milioni di transiti/anno del 2000 si è arrivati agli oltre 3,5 milioni del 2012 (da notare il +523% su base decennale per i trasferimenti internazionali). Buoni risultati anche quelli registrati dall’aeroporto di Alghero: grazie all’inserimento dello scalo tra quelli serviti dalla Continuità Territoriale e l’apertura della seconda base sarda di Ryanair (nel 2008, dopo quella di Elmas), i passeggeri sono più che raddoppiati: 1,5 milioni nel 2012 contro i 650mila del 2000”.

Discorso più complesso, invece, quello relativo allo scalo di Olbia. “Rispetto agli altri è quello che più risente della stagionalità, alternando un’intensa attività nei mesi da giugno a settembre a una sorta di stallo in tutto il resto dell’anno. Nello specifico, il numero di passeggeri provenienti o diretti verso destinazioni domestiche è rimasto sostanzialmente stabile (nell’ordine di 1,1-1,2 milioni di transiti/anno) mentre quello degli internazionali è cresciuto fino a raggiungere le 700mila unità (da notare infine che il 90% dei voli da e verso l’estero è concentrato durante l’estate)”.

“I dati forniti dall’Enac (Ente Nazionale Aviazione Civile) mostrano in maniera chiara la patologia di cui soffre il sistema turistico sardo – spiega Giuseppe Bassi, fondatore di Sardegna In Volo e redattore del Rapporto -. I viaggiatori affollano il territorio isolano solo nei mesi estivi mentre, per mancanza di collegamenti e per un vuoto di programmazione strutturale, durante tutto l’anno si assiste a un calo vertiginoso delle presenze. Per cercare di invertire la tendenza serve il lavoro congiunto delle Istituzioni e degli enti preposti: la Regione Sardegna ha il compito non facile di scrivere un nuovo bando di Continuità Territoriale che garantisca però anche la libera concorrenza tra tutte le compagnie aeree; le società di gestione aeroportuale devono cercare di attrarre sempre più vettori e stimolare l’attivazione di nuove rotte; e i Comuni e le Province dovrebbero fare rete ed elaborare proposte turistiche lungo tutto l’arco dell’anno”.

Ma nel Primo Rapporto Annuale sullo stato del trasporto aereo in Sardegna c’è spazio anche per i risultati di un sondaggio realizzato da Sardegna in Volo e svolto nel mese di dicembre 2012 che ha coinvolto circa 400 persone.

I risultati mostrano un drastico cambiamento, rispetto al passato, delle abitudini dei viaggiatori, che come prima opzione nella scelta della compagnia aerea con la quale partire segnalano Ryanair (indipendentemente dagli sconti offerti dalla Continuità Territoriale), che utilizzano le tariffe scontate per i residenti solo nel 56% dei casi e che viaggiano, sei volte su dieci, per piacere e non per questioni lavorative o sanitarie.

Gli intervistati chiedono poi che anche le compagnie low cost possano operare le rotte in Continuità Territoriale (79%) e bocciano la decisione di istituire la Tariffa Unica per residenti e non residenti: secondo il 64% la misura non favorirà lo sviluppo turistico dell’Isola. Il 68% dei rispondenti, infine, dà un giudizio di insuffucienza (da 1 a 5) all’operato della Regione Sardegna per quanto riguarda le politiche in materia trasportistica.

 

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