Spopolamento, sette milioni per il Gennargentu-Mandrolisai

La strategia antispopolamento a doppia guida regionale e nazionale passa anche dal Gennargentu-Mandrolisai con la Strategia nazionale per le aree interne (Snai). Nell’Alta Marmilla il progetto è già chiuso e ora si parte nel centro dell’Isola. “Ora bisogna correre – si legge in una nota della Regione – entro l’anno il progetto dev’essere chiuso per poter agganciare i 7 milioni e mezzo di finanziamento a carico metà ciascuno delle casse dello Stato e della Regione”. Il progetto preliminare è stato presentato oggi a Belvì dall’assessore della Programmazione Raffaele Paci, alla presenza della coordinatrice nazionale della Snai Sabrina Lucatelli, del sindaco Salvatore Casula, del referente territoriale e sindaco di Tonara Flavia Loche, del presidente della Comunità Montana e primo cittadino di Atzara Alessandro Corona, del direttore del Crp Gianluca Cadeddu e di tutti i sindaci del territorio. “Un progetto che punta a promuovere lo sviluppo locale per garantire ai 14.382 cittadini dell’area (in discesa del 14% tra il 2002 e il 2016) l’accesso ai servizi essenziali: istruzione, salute, mobilità”.

“L’unico modo per contrastare lo spopolamento è creare opportunità di lavoro e sviluppo, e questo è possibile solo nel momento in cui si fanno scelte strategiche e condivise, partendo dalle vocazioni locali, per favorire l’aggregazione di servizi tra i comuni, mettendo insieme i produttori per puntare sui mercati esterni, valorizzando fortemente l’identità e le competenze locali”, ha detto Paci. “Per favorire con la vostra strategia lo sviluppo del territorio penso sia importante creare un Club di prodotto che nasca dai privati e lavori in stretta sinergia con la Dmo regionale (Destination Management Organization). Un Club di prodotto che deve includere grandi specializzazioni in una visione globale, con operatori privati che diversificano la produzione avendo il medesimo obiettivo di crescita. Facciamo scelte strategiche, acceleriamo al massimo i tempi e sono sicuro che riusciremo a chiudere anche questa seconda Snai”, ha esortato il vicepresidente della Regione.

Per definire le aree candidabili sono stati utilizzati tre criteri: comune non costiero, ad alto rischio di spopolamento e ricadente in aree periferiche o ultraperiferiche. “In Sardegna – prosegue la nota – sono stati individuati inizialmente 116 Comuni appartenenti a 21 Unioni di Comuni o Comunità montane in base a criteri di perifericità e malessere demografico, poi selezionate 13 aree comparate rispetto all’indicatore ‘comuni a rischio scomparsa’. Nel 2014 ci sono stati i due Focus Group presso le comunità locali delle due aree interne sarde ‘finaliste’ (Alta Marmilla e Barbagia-Mandrolisai), seguiti da un rapporto che ha consentito all’Unità di missione nazionale (Comitato tecnico aree interne) e alla Regione di individuare l’area barbaricina come secondo prototipo dove far partire la Snai che, in Italia, coinvolge 72 aree per un totale di oltre 1000 Comuni”.

“In questa area sento dinamismo. Qui c’è una comunità viva – ha detto Sabrina Lucatelli – una comunità di senso ed operante. Ci sono numerosi reti esistenti, andranno riconosciute e sviluppate per fare di questa area un’area modello di partecipazione attiva, non solo in fase di programmazione ma anche in fase di attuazione. Chiediamo alle amministrazioni coinvolte di lavorare ancora con coesione e faccio i complimenti per il grande lavoro alla sindaca referente. Ricordo che questa area, distante 90 minuti dal polo più vicino, è l’area più interna tra quelle selezionate per la Strategia in tutta Italia”.

“È un esperimento estremamente importante e complesso, nel quale abbiamo creduto sin dall’inizio e che siamo sicuri porterà a risultati importanti. Il problema dello spopolamento delle aree interne va affrontato in modo integrato, e può essere risolto solo se i paesi, le piccole comunità, i singoli artigiani uniscono le forze e lavorano per un intero territorio col costante supporto della Regione”, ha concluso Paci.

 

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