ARCHIVIO. Porto Torres, tutti contro Eni: sulla chimica verde c’è puzza di dietrofront

Otto ore di sciopero e una manifestazione pubblica per il 27 novembre. E’ questa la risposta che sindacati e lavoratori spediscono a Eni. La decisione, votata all’unanimità, è arrivata nel corso di un’assemblea tra i dipendenti dello stabilimento petrolchimico di Porto Torres. Cgil, Cisil e Uil intendono lanciare un messaggio chiaro per scongiurare la marcia indietro del cane a sei zampe sul fronte della chimica verde. In gioco c’è il mantenimento di asset e livelli occupazionali.

Alla base dello sciopero, le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, che nelle scorse settimane ha confermato quanto temevano da tempo: la multinazionale è alla ricerca di fondi esteri nel ventaglio di Versalis, società operativa nel campo della ricerca e coinvolta negli investimenti legati alla chimica verde. Per i sindacalisti, si tratta di un messaggio chiaro. Eni intende disimpegnarsi da Versalis e concentrare tutti gli sforzi sulla ricerca, estrazione e commercializzazione del petrolio e del gas. Una politica che, secondo i segretari dei lavoratori della chimica, potrebbe avere ripercussioni dirette nell’Isola con la cancellazione del progetto innovativo della chimica verde, ancora in fase di completamento.

I sindacati territoriali si erano accorti già da tempo del disimpegno di Eni. Negli ultimi incontri a Porto Torres sul progetto della chimica verde non si presentava più alcun rappresentante di Eni-Versalis. “Avevamo intuito già da tempo l’abbandono della chimica da parte di Eni – dice Giovanni Tavera, segretario della Uiltec-Uil – ma nessuno ci ha ascoltato. I segnali erano inequivocabili, ma la politica regionale si è mossa con grande ritardo e non ha saputo formulare le giuste rischieste. Penso al presidente della giunta regionale Francesco Pigliaru – afferma Tavera – che ha mostrato più interesse per le bonifiche che per il progetto della chimica verde dimenticandosi che si tratta di due facce della stessa medaglia”.

L'assemblea sindacale a Porto Torres
L’assemblea sindacale a Porto Torres

Ora a Porto Torres tutti si chiedono che cosa accadrà una volta che Eni aprirà Versalis agli investitori stranieri. La chimica verde sembrava l’unico spiraglio positivo in un contesto di desertificazione industriale: una sorta di risarcimento morale e materiale per i tanti anni segnati da veleni e industrializzazione selvaggia. Il progetto, che prende il nome di Matrìca, si basava su un investimento importante (500 milioni di euro) incentrato sulla creazione di plastiche bio attraverso una filiera vegetale. Prevista l’assunzione di 300 dipendenti: ne sono già stati assunti 140. Forse, dicono alcuni, non tutto andrà perduto. Si parla già di un fondo di investimenti statunitense interessato all’affare. Eni, da parte sua, ha rassicurato i sindacati affermando che la società manterrà una quota di garanzia all’interno di Versalis e dunque non si tratterrebbe di una cessione totale della propria società chimica.

Ma la vera domanda è un’altra. Quale sarà la sorte della filiera nazionale che doveva sorgere a monte e a valle delle produzioni di Porto Torres? Lo scenario sardo, infatti, è legato a doppio filo con l’intera filiera nazionale della chimica verde che, a pieno regime, avrebbe dovuto coinvolgere almeno sei stabilimenti. Ecco perché la partita si gioca soprattutto a livello nazionale: con conseguenze concrete a Porto Marghera, in Veneto, e a Gela, in Sicilia. I sindacati confederali si stanno preparando da tempo alla grande assemblea nazionale di Roma, il 5 dicembre con tutti i rappresentanti sindacali di categoria, da quelli nazionali a quelli territoriali, e delle Rsu degli stabilimenti di Porto Torres, Porto Marghera e Gela dove il progetto della chimica verde è già partito. Con loro ci saranno i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. L’obiettivo è lanciare un messaggio forte perché – ragionano i sindacati – l’ultima parola spetta al governo: il Tesoro, infatti, resta l’azionista di maggioranza di Eni.

Michele Spanu

@MicheleSpanu84 on Twitter

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