‘Pecore nere’ nella piana di Ottana, le aziende attendono ancora i risarcimenti

Sono otto le imprese agricole della piana di Ottana che hanno necessità di un immediato sostegno economico che sopperisca all’enorme danno causato dalla fuliggine nera, oleosa, che per viscosità è stata paragonata al lucido per scarpe. Ma non sono certi i tempi con cui la Regione Sardegna agirà in soccorso delle imprese agro-zootecniche colpite dalla nube nera lo scorso 14 Aprile nella Piana di Ottana a seguito di un incidente della centrale elettrica di Ottana Energia.

Dopo un forte boato nella notte del 14 aprile, il giorno dopo ai pastori si è presentata una scena insolita: pecore, erba, alberi e piante ammantate di una coltre nera. A seguito della denuncia presentata ai carabinieri, già si associava la coltre scura al forte boato udito chiaramente da abitanti ed operai di turno nella notte di domenica, proveniente dalla centrale elettrica in cui si era attivata la valvola di sicurezza di una caldaia.

In attesa degli accertamenti, le attività dell otto aziende sono state bloccate in via preventiva dalla Guardia di Finanza, in attesa degli esiti delle analisi. Ad oggi però non si ha un quadro certo dei dati ottenuti poiché, per la complessità degli esami, sono stati analizzati solo due elementi su diciassette.

Inoltre le indagini – tra gli indagati il patron di Ottana Energia Paolo Clivati e Mario Tatti, responsabile dello stabilimento – hanno dilatato i tempi d’attesa. Se nel frattempo è stata sbloccata la vendita del latte, ad oggi i pastori delle aziende coinvolte per un totale di circa 360 ettari, non sanno se poter utilizzare il foraggio che sono costretti a raccogliere, anticipando le spese.

Durante una riunione convocata a Ghilarza il 20 maggio scorso, convocata dal sindaco di Ottana Giampaolo Marras, l’assessore regionale all’Agricoltura Oscar Cherchi aveva assunto l’impegno di intervenire o con un regime di de minimis da erogare alle imprese colpite dal provvedimento di sequestro, o con una rapida erogazione dei premi comunitari. Oltre al sindaco di Ottana e a quello di Noragugume, Michele Corda, erano presenti all’incontro le associazioni di categoria: Simone Cualbu, per Coldiretti, Stefano Ferranti per Confagricoltura, e Salvatore Bussu, per la Cia.

“Anche le aziende limitrofe hanno subito un danno d’immagine – aveva detto Marras -. In un settore in cui è forte la concorrenza, a tutti coloro che operano nei territori comuni di Noragugume, Ottana e Bolotana nella intera piana si sente dire che il loro prodotto è inquinato. Io ricevo in Comune costantemente richieste di risposte certe in tal senso. Ho chiesto all’assessore Cherchi di poter intervenire in termini detrazione fiscale o con una riduzione dei costi dell’acqua irrigua. Non c’è stata una risposta certa, perché ci si dovrà confrontare con altri enti e gestori e con l’istituto di previdenza.”

Il procuratore, nel mentre, sta proseguendo le indagini e ha contattato un terzo perito. “Lo stesso indennizzo messo in campo dalla Regione sarà recuperato – ha detto Cherchi – se si andrà a processo e si individuerà il responsabile del danno, altrimenti dovrà farsene carico interamente la Regione. Mi cercano in continuazione per chiedere notizia sugli sviluppi. La situazione per il comparto della Sardegna centrale è seriamente grave e preoccupante. E questo incidente ha certamente aggravato la situazione”.

Davide Fara

(immagine da lamiasardegna.it)

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