Lo confeziona Battista Cualbu, presidente di Coldiretti, il j’accuse più pesante all’indirizzo degli industriali del latte, ovvero i grandi caseifici della Sardegna “che impongono il prezzo del latte”. I “furbetti del formaggio”, si legge sui cartelli portati in piazza. Cualbu parla da viale Trieste, dove il corteo di pastori e agricoltori si è incamminato questa mattina verso via Roma, paralizzando per ore il traffico di Cagliari. “Su quella miseria di 60 centesimi al litro non riusciamo a venirne fuori perché troppi consiglieri regionali fanno il gioco degli industriali. Li appoggiano, non decidono, fanno il loro gioco, contribuiscono a mantenere ingiuste rendite di posizione”.
Tecnicamente la Regione non può incidere sul prezzo del latte. Ma “rientra nei poteri della politica fare almeno un’operazione di moral suasion per mettere fine a una gravissima situazione che va avanti da due anni. È dal 2015 che stiamo provando a sederci intorno a un tavolo insieme agli industriali, ma ogni nostro invito è respinto”. Cualbu spiega così il difficile rapporto con i grandi caseifici. “Controllano il 40 per cento della trasformazione del latte, contro il 60 in mano alle cooperative. Eppure hanno deciso di imporre il prezzo del latte in solitudine e unilateralmente. E, ripeto: lo fanno perché si sentono politicamente sostenuti da una classe dirigente che non si è mai schierata in difesa dei diritti dei pastori”.
Quando al ruolo della Regione, il presidente di Coldiretti dice: “Vero, noi abbiamo chiesto 40 milioni. Il vicepresidente della Giunta dice che la somma non è compatibile con le disponibilità finanziarie della manovra 2017. Ma la soluzione dei contributi diretti ai posti con il regime del de minimis è invece una strada percorribile. Sarebbero 14mila euro ad azienda ogni triennio. Con questa modalità non esiste il rischio che si configurino come aiuti di Stato. Ma la Regione la pensa diversamente”.
Oggi in piazza a Cagliari sono stati gli stessi allevatori a fare i nomi degli industriali del latte. Un gruppo di cinque grandi gruppi. Nell’elenco figurano “Pinna, Podda, Sepi, Mura e Argiolas”.
Al. Car.
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