Parla il presidente di Meridiana: “Prima risaniamo, poi un partner”

ESCLUSIVA. L’intervista di Giandomenico Mele al presidente di Meridiana Marco Rigotti.

Mao Tsetung quando parlava della rivoluzione soffice, sosteneva che comunque “non è un pranzo di gala”. Marco Rigotti, presidente di Meridiana Spa, di Meridiana fly e da maggio anche di Geasar, rappresenta la svolta di Meridiana attraverso il fondo Akfed, che ha preso in mano le redini finanziarie e industriali della holding che incorpora la compagnia aerea sarda e l’aeroporto Costa Smeralda. Il momento non è semplice ma non è certo “un pranzo di gala”. Meridiana rischiava di portare i libri in tribunale. Ora c’è la linea di confine dei 1200 licenziamenti. Ma la prospettiva è quella di una compagnia aerea che resti ancora in piedi.

“Meridiana ha potuto sopravvivere nonostante questo deficit competitivo rispetto ai suoi concorrenti grazie ai contributi di Akfed. Ma Akfed è una organizzazione che ha delle regole razionali – spiega Marco Rigotti – che oltre a Meridiana detiene molte altre società, in Paesi in via di sviluppo, in attività che sono molto importanti. Le risorse che vengono date a Meridiana sono sottratte ad altre opportunità di investimento. Noi oggi ci stiamo muovendo in questo contesto. Ora ci siamo noi e senza l’equilibrio economico per Meridiana non esiste un futuro”.

Presidente Rigotti, con il ruolo più defilato del Principe Aga Khan è finita un’epoca?

L’Aga Khan è il presidente di Akfed, dunque il rapporto è molto stretto. Tuttavia Akfed è un’entità complessa, è un Fondo con un consiglio di amministrazione che prende determinate decisioni. Ha un portafoglio di investimenti, ha un bilancio, deve mantenere degli equilibri tra entrate e uscite, le altre società controllate da Akfed e che operano in diversi settori sono in equilibrio economico e finanziario. Tendono quindi a espandersi, a crescere e fare altri investimenti. Il bilancio di Akfed è tuttavia uno solo e quindi le risorse finanziarie che vanno a Meridiana Holding sono legate ad Akfed, che da quasi due anni è diventata azionista di Meridiana Holding, la quale prima faceva capo direttamente e unicamente all’Aga Khan attraverso alcune società.

Si tratta solo di assetti societari?

È stata una decisione presa dal Principe, una scelta che implica che ci sia oggi un’organizzazione che controlla Meridiana che ha un ruolo molto diverso da quello di una persona come l’Aga Khan che è non solo un Capo di Stato ma anche un Capo religioso, che è impegnato nel mondo. Akfed può dare un tipo di controllo molto diverso e il rapporto è cambiato dopo l’uscita degli azionisti di minoranza e con l’addio dell’ex ad Giuseppe Gentile. Io stesso sono diventato in quel momento rappresentante di Akfed e il mio ruolo è cambiato. Gentile spingeva per una soluzione di concordato e Akfed è intervenuta dicendo: “Meridiana la teniamo in piedi ma da ora la seguiamo molto bene”.

Il Principe partecipa attivamente a tutte le decisioni?

Non mi chieda troppi dettagli. Posso dire però che la Arly Holding sta promuovendo un’offerta pubblica di acquisto sulle azioni ordinarie della Meridiana Holding, che sono azioni detenute da dipendenti Meridiana, a un prezzo assolutamente generoso: basti dire che in una settimana le adesioni raccolte corrispondono al 42% delle azioni oggetto dell’offerta. Questo nel mercato finanziario non succede mai. Nessuno ha costretto la Arly Holding, che in questo caso è riconducibile direttamente all’Aga Khan, a fare questa operazione. Dimostra come l’azionista sia solidale e vicino, ma Meridiana non potrà sopravvivere senza intervenire sull’equilibrio finanziario.

Quando pensate di arrivare al pareggio operativo? Poi sarà il momento dell’ingresso di un socio forte?

Dopo l’estate rifaremo i conti e il budget, ma l’obiettivo è quello di raggiungere il pareggio operativo in tempi molto brevi. La partnership arriverà quando i conti saranno in ordine. L’ingresso di un socio forte non sta solo a noi deciderlo, perché ci si deve domandare quando qualcuno potrà avere interesse a fare un accordo di questo genere con Meridiana. Oggi non c’è nessuno. Io non posso escludere il Qatar, in questo momento però non registro alcun interesse. Il management deve riuscire a rendere Meridiana attrattiva per avere l’interesse di Qatar Airways o di altri soggetti. Ma dobbiamo prima riuscirci. Io credo che fino a quando non avremo raggiunto quel risultato sarà sostanzialmente impossibile avere un interesse concreto da parte di questi soggetti. Il Qatar ha un interesse in Sardegna ma questo non vuol dire che debba necessariamente avere lo stesso interesse per Meridiana, sono due cose che non si accompagnano necessariamente.

L’assessore regionale ai Trasporti, Massimo Deiana, ha parlato di possibili trattative sui licenziamenti ma di una sostanziale libertà di una compagnia privata di assumere le proprie decisioni.

Il futuro dipende dalla capacità di essere competitivi. La competitività di Meridiana e Air Italy dipende dalle scelte e anche dalla necessità di competere in un settore molto concorrenziale: i competitors di Meridiana sono Alitalia ma anche soggetti come Vueling, Volotea, Ryanair, EasyJet. Quando andiamo a fare un biglietto aereo abbiamo quasi sempre una alternativa e il fattore che andiamo a considerare è il prezzo. Air Italy può competere dove Meridiana non può competere, Meridiana riduce la flotta e ha una situazione di personale strutturalmente eccedente perché ha dovuto abbandonare delle rotte che non riusciva a operare in maniera economica, perché i prezzi che si riescono a ottenere su quelle rotte sono troppo bassi rispetto ai costi. I licenziamenti sono dolorosi per tutti, ma qui non parliamo solo del personale in eccesso, il primo obiettivo è assicurare un futuro al gruppo Meridiana. Fino ad ora l’azionista si è impegnato in modo assoluto, ora è Akfed che sostiene Meridiana e lo farà ancora: ma senza equilibrio economico non c’è futuro.

La Regione chiede di fare sistema tra i tre aeroporti sardi, pena il rischio di rimanere fuori dal mercato. Ma la Geasar è proprietà di Akfed e le si chiede di fare sistema con lo scalo di Alghero, che è pubblico e sostiene Ryanair.

Penso che gli assessori Morandi e Deiana potranno davvero imprimere una svolta. Hanno idee molto chiare e un quadro ampio di strategie. Deiana sui contributi di comarketing dati alle low cost e previsti dalla legge 10 del 2010, ha detto che oggi questo è un mondo che è finito. Ci sono nuove linee guida dell’Unione Europea, c’è una nuova normativa nazionale e perciò si dovrà tener conto di vincoli che non esistevano in passato. Le stesse low cost stanno cambiando il loro approccio commerciale e si stanno avvicinando ai prezzi delle compagnie tradizionali. I territori dovranno trovare risorse per destinare contributi economici e capire dove investirli. Magari si può decidere di puntare su una nuova linea aerea, ma per un tempo limitato. L’attrattività più generale della Sardegna può migliorare con un’offerta adeguata degli aeroporti per i passeggeri. Il management deve puntare sul primo approccio di immagine degli aeroporti, per promuovere i prodotti e quello che c’è da vedere. I contributi alle low cost non spariranno ma saranno molto più limitati.

La rinuncia a una parte delle rotte in continuità territoriale. I licenziamenti. L’addio di un manager come Franco Trivi. Meridiana si sta allontanando dalla Sardegna?

Non esiste che Meridiana abbia un futuro lontano dalla Sardegna. La continuità territoriale però dimostra che dove Meridiana non può competere è costretta ad abbandonare le rotte. Questo è un esempio di vincolo in un settore estremamente competitivo e nel quale noi non possiamo cambiare le regole del gioco. Nel caso della CT1 il vincolo è dato dalle regole stabilite dalla Regione sulla base dei contributi che vengono offerti. Ma la Regione ha l’interesse di minimizzare l’esborso, trattandosi di soldi pubblici: e meno si spendono i soldi dei contribuenti, meglio è. La dimostrazione della volontà di rimanere ad Olbia è data dalla chiusura di Gallarate: si dice tanto di Air Italy, ma tutte le funzioni di staff della compagnia sono state trasferite ad Olbia e gli uffici a Malpensa. Mi sembra non serva aggiungere altro.

Giandomenico Mele

 

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