Licenziamenti e una montagna di cause legali. Sembra essere questo il destino di Meridiana, dopo che è saltato l’ultimo tentativo di accordo nel tavolo del ministero del Lavoro a Roma tra Governo, azienda e sindacati. La riunione presso il Ministero del Lavoro per il proseguo della seconda fase della vertenza ha confermato le posizioni molto distanti e, questa distanza, non si è ridotta neppure di un passo. Dopo la lettura della lettera del nuovo amministratore delegato di Meridiana, Richard Creagh e le dichiarazioni del consulente aziendale, che hanno confermato la posizione espressa nell’incontro iniziato ieri, la segreteria nazionale della FILT CGIL ha preso la parola per dichiarare irricevibile la proposta dell’azienda, caldeggiata dal Governo. La proposta era quella di chiudere una prima procedura di mobilità al 30 dicembre per consentire ai lavoratori prepensionabili e volontari di poter accedere al massimo degli ammortizzatori sociali, condizione che scadrà il 31 dicembre 2014, in seguito all’entrata in vigore delle nuove norme che non prevedono più un anno supplementare di trattamento di mobilità per i lavoratori delle aziende con sede in alcune regioni, fra le quali la Sardegna. Per poi ripartire il 15 gennaio con la valutazione di una seconda procedura di mobilità per tutti i lavoratori che non rientrassero nella prima categoria.
La trattativa saltata sul preavviso
Pare che la trattativa sia saltata sul preavviso: secondo il contratto l’azienda deve dare un preavviso che varia dai 6 ai 10 mesi a seconda delle categorie. Meridiana proponeva invece un mese per i volontari e prepensionabili e tre mesi per tutti gli altri. I sindacati, con la Cgil in testa, hanno rifiutato. Le condizioni proposte dall’azienda per poter proseguire nel solco tracciato dal Governo sono state: un incentivo unitario all’uscita volontaria pari a 15.000 euro (lordi), con contestuale rinuncia ai termini di chiusura della procedura aperta il 27 ottobre entro il 30 dicembre 2014, includendo esclusivamente i lavoratori volontari e i prepensionati (un totale stimato di circa 430 persone); con l’apertura contestuale di una nuova procedura di mobilità il 15 gennaio 2015 per un numero totale di dipendenti al netto delle uscite volontarie avvenute con la precedente procedura, chiusa il 30 dicembre 2014. Il presupposto era un accordo sindacale sulla riduzione a tre mensilità dei termini di preavviso per tutti i dipendenti coinvolti nella procedura da aprire il prossimo 15 gennaio 2015. Quella che i sindacati hanno rifiutato.
La Filt-Cgil: proposta aziendale irricevibile
“La proposta formulata è irricevibile”. E’ quanto ha dichiarato la Filt Cgil nazionale in merito all’andamento della riunione in corso da ieri al Ministero del Lavoro sulla seconda fase della procedura di mobilità per il personale di Meridiana, sottolineando che “nella riunione iniziata ieri le posizioni erano molto distanti e questa distanza non si è ridotta neppure di un passo. La lettura della lettera del nuovo ad di Meridiana Richard Creagh da parte del rappresentante aziendale presente all’incontro – riferisce la Filt Cgil – e le dichiarazioni del consulente aziendale hanno confermato la posizione espressa nell’incontro iniziato ieri”. Secondo la Filt nazionale infine “tutte le altre organizzazioni sindacali che hanno preso la parola successivamente al segretario nazionale della Filt, Nino Cortorillo, si sono espresse affermando un’opinione analoga alla posizione assunta dalla Federazione dei Trasporti della Cgil”.
L’appello di Creagh alle parti sociali: “Servono i licenziamenti, situazione estremamente critica”
Meridiana è rimasta in piedi solo con straordinarie elargizioni economiche da parte dell’azionista, il principe Karim Aga Khan. Il quale non può (o non vuole) più spendere questo denaro. Da qui la necessità di un ridimensionamento dell’organico, con i licenziamenti. L’amministratore delegato di Meridiana, Richard Creagh, ha confermato il principio in una lettera nella quale lancia anche un appello ai sindacati. “La situazione di Meridiana è estremamente critica. La necessità dei licenziamenti è emersa nettamente già da quattro anni e nel frattempo il mercato, la pressione della concorrenza e le performance aziendali si sono deteriorate – scrive Creagh -le perdite della compagnia aerea sono aumentate. Siamo prossimi alla fine. Se vogliamo avere qualche possibilità di sopravvivenza, non si può più rinviare il ridimensionamento dell’azienda e la riduzione dell’organico. Non abbiamo lavoro per i 1.600 dipendenti identificati in esubero”.
Giandomenico Mele